Giacomo Giordani, il giorno prima del settantesimo compleanno, ha effettuato il suo ultimo intervento come Tecnico di Elisoccorso del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico insieme al nipote Daniele Barzon, da poco entrato nella grande famiglia del Cnsas come aspirante soccorritore. Un momento simbolico, sebbene del tutto accidentale, che ha in qualche modo saldato un legame che supera i confini della parentela per abbracciare quelli dell’etica civile
Il 17 settembre 2000, la guida alpina trentina Franco Corn e Sergio Benigni hanno aperto una nuova via sulla parete Sud-Est della Torre del Brenta per dedicarla all'amico Paolo Pedrotti, mancato un paio di mesi prima. Solo qualche giorno fa, il fratello minore di Paolo, oggi assessore comunale a Trento, ha scoperto l'esistenza di questa via. I familiari: "Anche se è trascorso quasi un quarto di secolo vogliamo rivolgere un enorme 'grazie' a chi ha deciso di ricordarlo così"
Ossigeno supplementare, sherpa e anche qualche selfie stick che spunta fra alpinisti in coda. Sono centinaia le persone che stanno tentando la salita al "tetto del mondo" e sui social il racconto di grandi scalatori come Krzyzowski, mostra non soltanto una realtà che fa rabbrividire, ma anche la preoccupazione per una montagna sempre più presa d'assalto: "Durante un soccorso ha potuto constatare l'indifferenza della massa degli 'imbombolati', che non si sono 'commossi' per le pessime condizioni di un alpinista"
Il neo presidente della Sat è Cristian Ferrari, raccoglie il testimone da Anna Facchini. I vice sono Cinzia Fedrizzi e Riccardo Giacomelli. "Il nostro obiettivo è quello di garantire la sostenibilità economica e ambientale di tutte le nostre iniziative, siano la sede centrale, le sezioni, i nostri rifugi, i sentieri, le nostre scuole di alpinismo e i gruppi giovanili"
Era l'8 maggio 1978 quando Reinhold Messner e Peter Habeler scalarono il monte Everest senza l'ausilio dell'ossigeno supplementare.
All'epoca, salire sul tetto del mondo privi bombole e di apparecchi respiratori, era ritenuto impossibile. Un limite invalicabile, un ostacolo fuori portata per l'uomo
L’8 maggio 2008 ci lasciava Bruno Detassis. Fu particolarmente attivo nel Gruppo di Brenta; come Ettore Castiglioni rifiutò le maglie troppo strette di regimi totalitari dell’epoca; nel 1949 gli venne affidata la conduzione del Rifugio Brentei (dolomiti di Brenta): lo gestí per molti anni, con entusiasmo e serietà
(L'editoriale) Che senso ha salire in montagna? O meglio: che senso ha scalare una montagna? Da molti è considerata un'attività inutile, perché abbiamo imparato a considerare “utili” soltanto quelle azioni che portano a un risultato quantificabile; che generano profitto. E così le azioni incommensurabili sfumano in un universo senza senso
Il tema del numero di vette di ottomila metri crea da tempo dibattito all'interno della comunità di alpinisti, e si declina anche in una discussione su cosa si intenda per "montagna" e per "vetta". Dopo anni di analisi e discussioni, la Federazione Internazionale di Alpinismo e Arrampicata (Uiaa) presenta la sua posizione ufficiale
Codera e valle dei Ratti, selvagge e poco frequentate. Su quelle pareti si trova il senso di incertezza e di precarietà a due passi da casa
(L'editoriale). Il primo aprile è una tradizione divertente, che fa sorridere. Meno spassoso è il progressivo diffondersi di questo costume che ha ormai inondato quotidianamente, con un flusso interminabile di annunci infondati, il panorama comunicativo mondiale
Di presa in presa, di via in via, la forte climber Nasim Eshqi ha trovato la forza per emanciparsi dalle logiche culturali su cui si sorregge il governo del suo paese, l’Iran, dove basta un hijab indossato non correttamente per imbattersi in pene severe. La sua storia è stata raccontata da un docufilm, "Climbing Iran", che verrà proiettato su iniziativa della sezione Cai di Bolzano, venerdì 12 aprile, alle 20:30, al Teatro Comunale in Galleria Telser (ingresso libero)
Oggi l’alpinista ed esploratore lecchese Carlo Mauri avrebbe compiuto 94 anni. È nato infatti 25 marzo 1930. L'anniversario permette di inquadrare meglio un esploratore eclettico, che dalle scalate con Walter Bonatti è passato alle attraversate dell'oceano; ha seguito a cavallo le orme di Marco Polo, i paesaggi della Patagonia e il Rio delle Amazzoni. È poi tornato sulle montagne di casa, per chiudere il cerchio proprio dove l'aveva aperto
Il 24 marzo 1948 nacque Jerzy Kukuczka, detto Jurek. Ieri, quindi, avrebbe festeggiato 76 anni. Fu il secondo uomo al mondo a toccare la vetta di tutti i 14 ottomila. Per realizzare l’obiettivo gli bastarono otto anni: pochi, pochissimi, considerando che a Reinhold Messner ne furono necessari sedici. Al fine di racimolare la somma necessaria per organizzare una spedizione, scalava le ciminiere delle fabbriche per dipingerle
“Le vette sopra i cinquemila metri che le cordate solitamente scalano in diversi giorni, io le raggiungevo in poche ore”. Sofia Cofré Saphier, 28 anni, cilena, dall’inizio dell’anno sta facendo sognare (più del solito) gli oltre trentamila followers che la seguono su Instagram con le fotografie e i racconti di imprese mozzafiato, record di velocità su vette e vulcani della sua terra realizzati a brevissima distanza l’uno dall’altro
Ieri, come ha annunciato lo stesso Reinhold Messner nel suo profilo Instagram, il secondo scarpone del fratello Günther (scomparso il 29 giugno 1970 sul Nanga Parbat) è tornato nelle mani dell'alpinista. Questo fatto non aggiunge nulla di nuovo alla ricostruzione della vicenda, ma è un ulteriore colpo inflitto a chi si espone non tanto per amore di verità, ma per speculare sulle disgrazie altrui
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