Bruno Detassis fu solo un alpinista? I suoi occhi vispi da rapace custodiranno per sempre la dolomia del Brenta
L’8 maggio 2008 ci lasciava Bruno Detassis. Fu particolarmente attivo nel Gruppo di Brenta; come Ettore Castiglioni rifiutò le maglie troppo strette di regimi totalitari dell’epoca; nel 1949 gli venne affidata la conduzione del Rifugio Brentei (dolomiti di Brenta): lo gestí per molti anni, con entusiasmo e serietà
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
L’8 maggio 2008 ci lasciava un alpinista (ma anche un uomo) speciale: Bruno Detassis. Detassis fu particolarmente attivo nel Gruppo di Brenta, dove disegnò linee di una raffinatezza unica. È doveroso citare quella sulla parete Nord-Est della Brenta Alta, tracciata nel 1934 assieme ad Ulisse Battistata e ad Enrico Giordani; quella sulla Nord-Est del Crozzon di Brenta, scalata nel 1935, sempre in compagnia di Giordani (la famosa “via delle Guide”); infine quella del 1937 sul pilastro della parete Est della Cima Tosa, questa volta accompagnato da Giorgio Graffer. Detassis aprì diverse vie anche sulle Pale di San Martino. Nel 1934, ad esempio, salì lo spigolo Sud del Sass Maor assieme a Ettore Castiglioni.
L’amicizia con Castiglioni superava la semplice passione per l’arrampicata: i due condividevano gli stessi ideali, rifiutando le maglie troppo strette di regimi totalitari dell’epoca. Castiglioni morì da partigiano, mentre Detassis venne deportato dai tedeschi nel lager di Oerbke.
Nel 1949 gli venne affidata la conduzione del Rifugio Brentei (dolomiti di Brenta): lo gestí per molti anni, con entusiasmo e serietà.
Il suo spessore morale e il senso di responsabilità nei confronti delle vite altrui lo portarono, nel 1957, a sospendere la spedizione trentina al Cerro Torre, di cui era a capo, con la seguente motivazione: "Il Torre è una montagna impossibile, ed io non voglio mettere a repentaglio la vita di nessuno. Pertanto, nella mia qualità di capo spedizione, vi proibisco di attaccare il Torre".
Detassis, come scrivevo, ci ha lasciati l’8 maggio 2008, a 98 anni. Ma la barba lunga, sfumata di ocra dal fumo della pipa, i capelli pettinati verso la nuca, e gli occhi vispi da rapace, custodiranno per sempre la dolomia del Brenta.