I carichi spesso superano i 100 chili. Gli ultimi portatori d'Europa riforniscono i rifugi dei monti Tatra, che altrimenti sarebbero inaccessibili
Nonostante l’ammirazione e il rispetto per il loro lavoro, il numero dei portatori nei Tatra (circa sessanta) sta diminuendo. La professione, estremamente impegnativa e poco redditizia, non attrae facilmente le nuove generazioni. Attorno a questo mestiere si sta tuttavia strutturando una singolare offerta turistica
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Casse di cibo, barili di birra, mobili, elettrodomestici e persino frigoriferi: sono queste le cose che si possono trovare legate a uno strano telaio in legno indossabile a mo’ di zaino. Ai piedi dei monti Tatra, in Slovacchia, gli ultimi portatori d'Europa si caricano sulle spalle tutto ciò per rifornire i rifugi della catena montuosa che li separa dalla Polonia. Un mestiere antico e straordinario, che incarna forza fisica, resilienza e un legame indissolubile con le montagne, nato per preservare l’ambiente circostante e per superare il carattere impervio di questi rilievi.
I portatori dei Tatra trasportano verso i rifugi montani - che possono trovarsi anche a più di 2.000 metri di altitudine - carichi che spesso superano i 100 chili, in estate e inverno, con scarponi oppure sci e ramponi ai piedi. La loro missione? Rifornire i rifugi, noti come chatas, che altrimenti sarebbero inaccessibili. Legato alla schiena e fissato con pesanti spallacci c’è lo speciale telaio in legno per il trasporto, che pesa fino a 8 chili; qui vengono fissati cibo, bevande, legna da ardere e qualsiasi altro materiale di cui il rifugio abbia bisogno, come carburante, bombole a gas e lenzuola. Il loro lavoro non si limita però al trasporto di rifornimenti: al ritorno a valle portano con sé i rifiuti, chiudendo il ciclo di sostentamento delle strutture alpine. Una pratica essenziale per il funzionamento quotidiano di questi luoghi e una testimonianza tangibile di una tradizione che resiste al progresso tecnologico.
Il mestiere del portatore nei Monti Tatra ha radici profonde, risalenti a secoli fa, quando le popolazioni locali dipendevano completamente dalla forza fisica per il trasporto dei viveri. Nonostante il progresso tecnologico, i rifugi di questi luoghi continuano a essere riforniti a piedi, un atto di rispetto per l’ambiente e per la tradizione, per evitare inquinamento acustico dato dagli elicotteri e l’intervento umano nella creazione di vie accessibili ai mezzi di trasporto.
Questa pratica è così radicata che i portatori godono di un riconoscimento speciale: ogni anno si tiene il "Sherpa Rally", una gara simbolica, dove portatori professionisti e dilettanti si sfidano trasportando pesi enormi lungo sentieri scoscesi. È un momento di celebrazione della loro forza, ma anche un’occasione per riflettere sull’importanza di preservare questa professione.
Al di là della sfida, alcuni rifugi permettono ai turisti di vivere tutto l’anno un frammento di questa tradizione slovacca e di trasportare piccole quantità di provviste fino alla meta, spesso in cambio di una tazza di tè caldo come segno di gratitudine. Lungo il sentiero per il rifugio di Rysy, ad esempio, i visitatori possono caricarsi sulle spalle sacchi di iuta contenenti viveri e incamminarsi attraverso questi ripidi sentieri; sebbene i carichi siano modesti rispetto a quelli dei portatori professionisti, questa attività offre uno spaccato della loro quotidianità.
Non manca poi chi ha visto in questa esperienza un potenziale guadagno e propone - al modico prezzo di circa 50 € - una “Day Experience in High Tatras: Challenge of Porter” per mettersi alla prova in questa sfida fisica estrema.
I portatori dei monti Tatra oggi
Nonostante l’ammirazione e il rispetto per il loro lavoro, il numero dei portatori nei Tatra (circa sessanta) sta diminuendo. La professione, estremamente impegnativa e poco redditizia, non attrae facilmente le nuove generazioni. Tuttavia, figure come Števo Bačkor, leggendario portatore locale, continuano a essere d’ispirazione. Bačkor, noto per il suo carisma e per la sua determinazione, incarna perfettamente lo spirito resiliente di questo mestiere. Per lui è un lavoro che rappresenta il desiderio di essere parte di una comunità, ma è anche un’occasione per liberare la mente dalla frenesia quotidiana. Bačkor ha anche costruito un piccolo museo, lo Sherpa Museum, nella cittadina di Starý Smokovec, dove spiega la storia e la sua esperienza in questo lavoro.
Anche se il futuro di questa professione è incerto, la comunità locale e gli appassionati di montagna continuano a sostenere e celebrare questi custodi della tradizione. Chiunque visiti i Monti Tatra non può fare a meno di sentirsi ispirato dalla loro dedizione e dal loro legame con un paesaggio straordinario, che apre una riflessione su come sia possibile convivere con la natura senza sopraffarla.
Il film
I portatori compaiono nel film Going East, presentato il 5 novembre 2024 all’Anteo Palazzo del Cinema di Milano nella tappa italiana del Winter Film Tour di Arc’teryx, nato per celebrare viaggi insoliti in montagna attraverso il cortometraggio
Foto in copertina: Max Kroneck