A fine giugno 2024, tra Valle d’Aosta e Piemonte, sono caduti oltre 100 millimetri di pioggia in poche ore.
Ma 100 millimetri quanti sono? Tanti? Pochi? I meteorologi dicono tanti, ed è così, ma non è una misura semplice da quantificare. Quindi, spinti dal desiderio di dare forma a un dato per molti astratto, siamo andati a visitare i territori colpiti.
100 millimetri sono un cielo plumbeo che si apre la sera, offrendo alle valli un tramonto morbido;
100 millimetri sono rigagnoli sottili a bordo di ogni strada;
100 millimetri sono torrenti gonfi, che incidono fragorosamente il paesaggio;
100 millimetri sono le schiume limacciose della Dora Baltea;
100 millimetri sono un rumore incessante di acqua, acqua che annega l’udito;
100 millimetri sono un operatore stradale che ti ferma, lungo la salita di Cogne, perché l’unica strada che connette il paese al resto del mondo è franata in più punti;
100 millimetri sono quello stesso operatore stradale che ti mostra le immagini della strada sullo schermo dello smartphone, e scuote la testa, e la sua voce trema, e i suoi occhi si socchiudono quasi per nascondere una profonda malinconia;
100 millimetri sono Cogne isolata;
100 millimetri sono un centro sportivo trasformato nel campo base della Protezione civile;
100 millimetri sono decine e decine di rotazioni in elicottero per raggiungere Cogne ed evacuare i turisti;
100 millimetri sono l’efficienza e la delicatezza con cui i turisti sono stati assistiti;
100 millimetri sono le facce stanche dei turisti;
100 millimetri sono la voce di un signore anziano che mormora: “L’Odissea è finita”;
100 millimetri sono vette candide, larici luminosi e pascoli abbondanti;
100 millimetri sono l’esondazione del torrente Marmore;
100 millimetri sono il fango di Cervinia trasformato prima in creta e dopo in polvere dal sole;
100 millimetri sono la polvere che entra negli occhi e nelle narici, appannando la vista e accorciando il fiato;
100 millimetri sono i pompieri che puliscono le strade;
100 millimetri sono sampietrini incrostati di melma;
100 millimetri sono i cartelli incrostati di melma;
100 millimetri sono un cumulo di scarponi da sci incrostati di melma;
100 millimetri sono un mucchio di moonbot e di scarpe incrostati di melma;
100 millimetri sono una signora affranta che mi invita a filmare gli interni fangosi di un hotel;
100 millimetri sono ruspe che scavano nel fango;
100 millimetri sono ruspe che scavano nel greto del torrente;
100 millimetri sono decine di volontari che cercano di liberare cantine, edifici e vie dal fango;
100 millimetri sono una comunità che si attiva e nell’attivarsi rinforza legami umani;
100 millimetri sono colate detritiche;
100 millimetri sono il torrente Orco che corre nella valle;
100 millimetri sono la cascata di Noasca inizia a sgonfiarsi.
Ecco come rendere tangibili 100 millimetri di pioggia caduti in poche ore; ecco come un dato semplice e apparentemente astratto può trovare concretezza.
Ovviamente sarebbe prematuro parlare di una correlazione tra questi specifici episodi e i cambiamenti climatici. Ciononostante, come spiegano gli esperti, "i cambiamenti climatici causati dall’umanità rendono più frequenti e gravi gli eventi estremi".
Le azioni per affrontare la crisi climatica sono quindi sempre più urgenti, anche per tutelare i territori montani e le persone che li abitano.