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Alpinismo

Carlo Mauri: dall'alpinismo con Walter Bonatti, all'attraversata dell'oceano con una barca in papiro, fino al ritorno sulle montagne di casa

Oggi l’alpinista ed esploratore lecchese Carlo Mauri avrebbe compiuto 94 anni. È nato infatti 25 marzo 1930. L'anniversario permette di inquadrare meglio un esploratore eclettico, che dalle scalate con Walter Bonatti è passato alle attraversate dell'oceano; ha seguito a cavallo le orme di Marco Polo, i paesaggi della Patagonia e il Rio delle Amazzoni. È poi tornato sulle montagne di casa, per chiudere il cerchio proprio dove l'aveva aperto

di
Pietro Lacasella
25 marzo | 11:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Oggi l’alpinista ed esploratore lecchese Carlo Mauri avrebbe compiuto 94 anni.

Le sue notizie mi sono arrivate quasi sempre di rimbalzo, soprattutto grazie ai libri di Walter Bonatti insieme al quale realizzò due capolavori alpinistici di primissimo livello: la prima ripetizione invernale della ‘Cassin-Ratti’ sulla parete Nord della Cima Ovest di Lavaredo, nel 1953, e la prima ascesa assoluta sul Gasherbrum IV, nel 1958 (spedizione guidata da Riccardo Cassin).

 

L’anniversario, tuttavia, mi ha permesso di inquadrare meglio questo personaggio il cui nome, avvolto in un’aura di fascino e mistero, rappresentava per me una suggestione. Fino a pochi giorni fa, Carlo Mauri era quello dei bivacchi invernali con Bonatti: bivacchi in parete, ma anche bivacchi propedeutici sotto la Grigna. Tuttavia, come ho piacevolmente scoperto, Mauri non era solo un’ottima spalla. Nel 1959, infatti, compì la prima ripetizione solitaria della "via della Poire", sul monte Bianco, confermando le sue enormi doti alpinistiche. 

 

Ciononostante Mauri non era attratto solo dalle esplorazioni verticali, ma si lasciava entusiasmare anche da contesti molto lontani (in tutti i sensi) da quello alpino. Così partecipò a numerose spedizioni tra cui è giusto ricordare l’attraversata dell’oceano Atlantico, insieme a Thor Heyerdahl, a bordo di un natante interamente costruito in papiro. Ma ad affascinarmi particolarmente, soprattutto per il sentimento paterno da cui sono sorti, sono i viaggi a cavallo realizzati insieme al figlio quattordicenne: nel primo seguirono le orme di Marco Polo, partendo da Venezia ed arrivando a Pechino; successivamente si immersero tra le pieghe della Patagonia ed infine seguirono i flusso meandriforme del Rio delle Amazzoni.

 

Dopo tanto viaggiare il cerchio si chiuse proprio dove si era aperto: tra le montagne di casa. Mauri morì d’infarto, nel 1982, mentre saliva il Pizzo d’Erna. Se ne andò avvolto nei panorami che, durante l’infanzia, gli insegnarono a sognare.

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