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Ambiente

Un'alternativa all'agricoltura intensiva e ai pesticidi in montagna: il frutteto-pascolo sulle Prealpi biellesi

Mettere insieme piante e animali per costituire una rete ecosistemica: i contadini di una cascina piemontese si propongono di coltivare biologicamente meli, peri e pruni di antiche varietà rustiche locali e, per gestire l'erba fra le piante e fertilizzare il suolo, allevare pecore di una particolare razza nana, già impiegata in frutteti e vigne biologiche in molti paesi del mondo. Per sostenere il progetto, ispirato alla permacultura e all'agricoltura rigenerativa che punta a lasciare la terra migliore di come l’hanno trovata, è attiva una raccolta fondi

di
Maurizio Dematteis
08 febbraio | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Sono anni che residenti e comitati per il diritto alla salute delle terre alte coinvolte nelle colture intensive denunciano i pericoli dell’inquinamento da pesticidi, proprio in quella montagna che tutti pensano salutare e rigenerante. La contaminazione dei prodotti fitosanitari utilizzati nei meleti delle Alpi ad esempio è stato accertata dentro il corpo dei cittadini che vivono nelle vicinanze delle aree agricole e persino nelle urine dei bambini, addirittura con valori più elevati di quelli degli adulti, perché più indifesi. Sono economie importanti quelle intensive della frutta in montagna, che permettono ai territori di generare reddito e mantenere imprese e famiglie in quota. E allora, economia o salute? C’è chi non ci sta a pensarla in questi termini sostenendo invece che sia possibile promuovere economia e salute, tenendo insieme le due cose per un futuro sostenibile della montagna.

 

Lo fanno i contadini del Chioso, nelle Prealpi biellesi del Piemonte, una cascina con nove ettari di terra coltivati e un progetto agricolo tanto affascinante quanto innovativo, ispirato alla permacultura e all'agricoltura organica e rigenerativa che ha come obiettivo nutrire le comunità lasciando la terra migliore di come l’hanno trovata.

 

Si propongono di realizzare un frutteto-pascolo, un ambiente profondamente biodiverso, sano e pieno di vita, mettendo insieme piante e animali per costituire una rete ecosistemica. Gli alberi da

frutta saranno principalmente meli, peri e pruni di antiche varietà rustiche locali, piemontesi e biellesi, coltivate biologicamente. Per gestire l'erba fra le piante e fertilizzare il suolo, e qui sta la rivoluzione, verranno utilizzate pecore di razza nana di Ouessant, una piccola pecora marrone o nera originaria dell'isola bretone di Ouessant, già utilizzata all’interno di frutteti e vigne biologiche in molti paesi del mondo.

 

 

La pecora di Ouessant infatti, grazie alla sua taglia ridotta e al fatto che pare non si interessi assolutamente ad alberi e arbusti ma si limiti a brucare l’erba, è la soluzione ottimale per costituire un sistema naturale complesso capace di ritrovare un equilibrio, tra uomo, alberi, erbe, fiori, arbusti, cortecce, microhabitat per altri animali come uccelli, insetti e microrganismi. Un modo di lavorare, tengono a sottolineare i contadini del Chioso, “con la natura e non contro”.

 

Per la realizzazione del frutteto-pascolo Il Chioso ha appena lanciato una campagna crowdfunding con Produzioni dal basso che vuole raggiungere i 16.300 euro, per acquistare gli alberi, gli animali, realizzare un ricovero notturno e gli abbeveratoi per le pecore. Inoltre saranno indispensabili le recinzioni fisse e mobili, le prime per proteggere gli animali dai predatori e le seconde per gestire al meglio i turni di pascolo. Infine le linee idriche per gli abbeveratoi e per l'irrigazione di emergenza, in caso di estate siccitose, come purtroppo ci sta abituando a vedere la montagna.

 

"Abbiamo un grande sogno – spiega Federico Chierico, contadino tra i fondatori de Il Chioso - contribuire a generare una nuova agricoltura più bella, attrattiva, produttiva e sostenibile che sappia integrare animali, alberi, orti e comunità in un sistema di relazioni vivo, sostenibile e generativo". Non resta che fargli un imbocca al lupo e, per chi vuole, sostenere la loro causa.

 

Per sostenere il crowdfunding è possibile aderire qui; per informazioni sulla cascina, questo è il sito de Il Chioso.  

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