"La montagna non è un parco giochi da sfruttare fino all’ultimo respiro": una camminata collettiva sul Bondone per ribellarsi a logiche turistiche "da lunapark"
"La monocoltura turistica sottrae risorse economiche pubbliche a beneficio di pochi, a scapito di modelli plurali e alternativi di contrasto allo spopolamento delle terre interne e di convivenza armonica in territori montani fragili e unici. La montagna è un ecosistema fragile, la nostra principale riserva d’acqua, un patrimonio di biodiversità e di cultura insostituibile. Non c’è più tempo per rimandare. Le scelte che facciamo oggi sulle terre alte – ogni nuova cava, ogni nuovo impianto, ogni colata di cemento, ogni bacino artificiale – peseranno per centinaia di anni sul futuro dei territori e delle comunità". Domenica 9 febbraio, la mobilitazione nazionale "La montagna non si arrende"
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di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Domenica 9 febbraio 2025 è la giornata della mobilitazione nazionale "La montagna non si arrende", un'iniziativa diffusa che coinvolgerà l'intero arco alpino e la dorsale appenninica a un anno dall'apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Milano - Cortina 2026. "La monocoltura turistica sottrae risorse economiche pubbliche a beneficio di pochi, a scapito di modelli plurali e alternativi di contrasto allo spopolamento delle terre interne e di convivenza armonica in territori montani fragili e unici": è questo il filo conduttore delle iniziative che avranno luogo, in concomitanza, in diverse località montane.
In Trentino, oltre venti tra associazioni e movimenti hanno annunciato una mobilitazione sul monte Bondone con l'intento di "contrastare un modello di sviluppo anacronistico e predatorio, basato su pratiche estrattive e grandi-eventi come i giochi olimpici": queste le parole dei promotori, che ricordano come il 2024 sia stato l’anno più caldo mai registrato sul pianeta Terra e anche in Trentino, come in tutte le Alpi, le temperature stiano crescendo a una velocità doppia rispetto alla media globale.
"L’intero Trentino si trova quindi a gestire un cambiamento climatico repentino con grandi impatti sul nostro territorio. Quello che invece non cambia è la logica di sfruttamento delle nostre montagne che punta solo all’ottenimento di consenso e a vantaggi economici di breve termine, perlopiù privati, con un enorme spreco di risorse pubbliche", affermano gli organizzatori, nel comunicato che annuncia la camminata collettiva che avrà luogo domenica sul Bondone.
"Sono tanti i progetti in corso di realizzazione in Trentino che dimostrano da parte delle amministrazioni pubbliche una totale assenza di lungimiranza e di rispetto per i limiti imposti dalla natura: dai nuovi bacini artificiali previsti a Folgaria e in Val San Nicolò alla nuova pista sul Cermis; dal nuovo après-ski nella piana di Nambino alla ciclovia del Garda. Abbiamo deciso di manifestare in Bondone, passeggiando tra le Viote e Vason, per sottolineare l’importanza della salvaguardia ambientale come prerogativa necessaria anche per il mantenimento dell’attrattiva turistica del Trentino", si legge nel comunicato.
![La manifestazione in Panarotta nel gennaio 2024 - Foto Pietro Cappelletti](https://cdn.ildolomiti.it/styles/embed/s3/articoli/embed/2025/02/La manifestazione in Panarotta nel gennaio 2024 - Foto Pietro Cappelletti.jpg?itok=jzz_4m_G)
Le realtà che sostengono l'iniziativa in programma il 9 febbraio sul Bondone sono: Associazione per l'Ecologia, Ci sarà un bel clima, Climate Action South Tyrol, Comitato Acque Trentine, ENPA del Trentino, Extinction Rebellion Trentino, Italia Nostra - sezione trentina, La Foresta - Accademia di comunità, Circolo di Trento di Legambiente, LIPU sezione di Trento, L'Ortazzo, Mountain Wilderness Italia, Movimento per la Decrescita Felice, Pan-EPPAA, Protect Our Winters, Punto Zero APS, Rete Climatica Trentina, The Outdoor Manifesto, Vicini al Lagorai ODV, Viração&Jangada, Associazione per il WWF Trentino e Yaku.
Così i promotori: "In Bondone in particolare vogliamo continuare a contrastare il progetto di costruzione di un bacino artificiale alle Viote. Un’opera, utile solo alla produzione di neve programmata, che, oltre ad impattare enormemente il fragile ambiente montano, non dà nessuna garanzia al comprensorio sciistico di un futuro roseo. I costi di produzione della neve sono infatti in costante crescita con l’aumentare delle temperature (oggi richiedono fino a 80mila euro e quasi mezzo milione di litri di acqua per ogni km di pista). Inoltre, con le temperature sempre più alte, fra pochi anni sarà semplicemente impossibile produrre neve e mantenere sicure le piste".
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Gli organizzatori affermano: "Vogliamo contrastare inoltre la recente variante tecnica approvata dal Comune di Trento, che prevede un incremento delle aree sciabili del Bondone dagli attuali 87 ettari a ben 283 ettari, aumentando così le possibilità di realizzazione di quella molteplicità di “attrezzature e funzioni” che, secondo le norme di attuazione del PUP e secondo il regolamento urbanistico-edilizio provinciale, potranno essere qui insediate. Riteniamo questa concessione alquanto rischiosa, soprattutto vista l'intenzione di procedere alla costruzione della funivia del Bondone, che, secondo gli auspici dei nostri amministratori, dovrebbe portare in quota un milione di persone l'anno, tutto questo senza un piano per gestire i flussi e con un piano economico che prevede già ora un ingente deficit annuale a carico delle casse pubbliche. Quest’opera, che al momento richiederebbe più di 80 milioni di euro di fondi pubblici, complice anche l'impossibilità di chiudere le strade di accesso a Vaneze, rischia di essere l’ennesima cattedrale nel deserto, una clamorosa azione di greenwashing, vista l’impossibilità di garantire con certezza la riduzione del numero di auto sulle strade - sostengono i promotori nel comunicato -. Il turismo è un settore importante per il Trentino ma è fondamentale gestire il suo considerevole impatto sull’ambiente e sulle comunità locali. Uno studio internazionale sottolinea che in termini di risorse naturali, i turisti consumano di più rispetto ai residenti. Ad esempio, i dati statistici a livello globale dimostrano che un turista consuma tra le tre e le quattro volte più acqua rispetto a un residente; analoghe considerazioni valgono per il consumo di elettricità; la produzione di rifiuti, inoltre, si attesta a due volte rispetto a quanto prodotto da un residente. Tali dati trovano conferma anche a livello provinciale nell’ultimo report di APPA “Rapporto sullo stato dell’ambiente del Trentino”.
Nel comunicato, gli organizzatori della mobilitazione spiegano: "Con questa manifestazione vogliamo unire le voci dei cittadini di tante località montane, anche fuori Trentino, che sempre più si trovano a fronteggiare un conflitto esasperante tra lo sfruttamento intensivo della montagna e la necessità di salvaguardare la natura e garantire il benessere delle comunità locali. La monocoltura turistica sottrae risorse economiche pubbliche a beneficio di pochi, a scapito di modelli plurali e alternativi di contrasto allo spopolamento delle terre interne e di convivenza armonica in territori montani fragili e unici. La montagna non è un parco giochi da sfruttare fino all’ultimo respiro. È un ecosistema fragile, la nostra principale riserva d’acqua, un patrimonio di biodiversità e di cultura insostituibile. Non c’è più tempo per rimandare. Le scelte che facciamo oggi sulle terre alte – ogni nuova cava, ogni nuovo impianto, ogni colata di cemento, ogni bacino artificiale – peseranno per centinaia di anni sul futuro dei territori e delle comunità. Il ghiaccio che si scioglie oggi non tornerà domani. Il suolo che cementifichiamo oggi resterà ferito per secoli".
Il comunicato si chiude con un appello: "Viste le imminenti elezioni comunali, invitiamo chi intende amministrare il nostro territorio a partecipare all'evento, auspicando un dialogo costruttivo. La montagna non si arrende. E noi con lei".
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L’appuntamento è per domenica 9 febbraio alle 10 al parcheggio delle Viote da dove partirà la camminata verso la piazza di Vason.