Contenuto sponsorizzato
Ambiente

"La destra veneta affonda in un lago (artificiale) di contraddizioni". L'eurodeputata Guarda sulla diga del Vanoi: ''Situazione paradossale''

"Autorevoli esponenti veneti della Lega e di Fratelli d'Italia evocano il Vajont e, finalmente, si accorgono che esistono opzioni migliori alla diga. La destra è spaccata tra chi, a livello regionale, ancora sostiene quest'opera costosa e impattante, e chi deve fare i conti con un territorio assolutamente contrario"

di
Redazione
31 gennaio | 17:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

"La destra veneta che governa da trent'anni con la mentalità delle grandi opere oggi affonda in un lago di contraddizioni. Un lago artificiale, come l'invaso del Vanoi, perché questa situazione paradossale è stata creata proprio da loro: è la Regione Veneto, guidata da Luca Zaia, che nel maggio 2023 ha inserito la diga del Vanoi al primo posto nell’elenco di opere per il contrasto alla siccità trasmesso al Ministero delle infrastrutture. Nemmeno due anni dopo, leghisti e meloniani cambiano idea e ci danno ragione: le alternative ci sono e, come abbiamo sempre detto, sono migliori".

 

Così Cristina Guarda, eurodeputata del Gruppo Verdi/ALE al Parlamento europeo, in una nota a commento delle recenti dichiarazioni dell'assessore veneto all'Ambiente, Gianpaolo Bottacin, e del segretario regionale dei Fratelli d'Italia, Luca De Carlo, che hanno espresso la loro contrarietà al progetto. "Entrambi bellunesi, non a caso. La destra è spaccata tra chi, a livello regionale, ancora sostiene quest'opera costosa e impattante, e chi deve fare i conti con un territorio assolutamente contrario", sottolinea Guarda.

"Oggi, autorevoli esponenti veneti della Lega e di Fratelli d'Italia evocano il Vajont e, finalmente, si accorgono che esistono opzioni migliori alla diga. Ma non eravamo noi Verdi quelli del 'no a tutto'? La retorica anti-ambientalista si è sciolta come neve al sole. Le nostre proposte, evidentemente, erano ragionevoli e scientificamente fondate", dichiara l'eurodeputata. "Le alternative esistono, come abbiamo sempre ripetuto. Sono meno costose e più efficienti. Quali? Quelle che indichiamo da sempre: la ricarica controllata delle falde, il miglioramento dei sistemi di irrigazione, il potenziamento delle infrastrutture esistenti e l’adozione di pratiche di conservazione dell’acqua. Trent'anni di governo non sono bastati alla destra veneta per metterle in pratica, non aspettiamo ancora: è tempo di cambiare", conclude Guarda.

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Attualità
| 31 gennaio | 18:00
"Sono stati illustrati percorsi partecipativi e democratici per la progettazione di uno sviluppo territoriale sostenibile. L’ormai fastidioso ritornello 'non sapete dare alternative' lascia pensare che le Amministrazioni non vogliano capire (o non riescano a capire?) il significato di queste parole e che preferiscano abbracciare progetti invasivi preconfezionati, che alimentano gli interessi di pochi con i soldi di tutti"
Sport
| 31 gennaio | 13:00
Il torrione roccioso del Sigaro, che si alza solitario sul versante destro orografico della Valgrisenche, di fronte al Rutor, è raggiungibile con una bella e classica escursioni scialpinistica, adatta anche con le ciaspole
Ambiente
| 31 gennaio | 12:00
Le Alpi non sono affatto immuni dal pericolo incendi, a maggior ragione nel contesto della crisi climatica, dell’abbandono della gestione agro-silvo-pastorale e della conseguente semplificazione del paesaggio. A Dogna, in Friuli Venezia Giulia, l'Amministrazione comunale insieme all'Università di Trieste e all'Agenzia per l’energia del Friuli Venezia Giulia sta cercando di pianificare una gestione sostenibile dei propri boschi in ottica sia di prevenzione antincendio, sia di autoapprovvigionamento di biomassa per una piccola mini-rete di teleriscaldamento a servizio di utenze pubbliche e private
Contenuto sponsorizzato