Raffica di valanghe in quota, morti in poche ore cinque scialpinisti che praticavano fuoripista: giornata drammatica sulle Alpi
Giornata di valanghe e incidenti (purtroppo anche mortali) sulle Alpi. Diversi scialpinisti sono stati travolti da slavine non soltanto in Italia, ma anche in Tirolo, Svizzera e Francia, dove 5 persone hanno perso la vita
TRENTO. Giornata di valanghe e incidenti (purtroppo anche mortali) sulle Alpi. Diversi sciatori e snowboarder sono stati travolti da slavine non soltanto in Italia (fra Trentino Alto Adige e Bellunese) ma anche in Tirolo, Svizzera e Francia, dove ben 5 persone hanno drammaticamente perso la vita.
Dopo il maltempo con le allerte diramate dalle sedi della Protezione civile, la giornata di sole e di temperature alte ha portato tante persone a scegliere di trascorrere qualche ora sulle montagne. Tanti anche gli appassionati che sono andati fuori pista, nonostante ci fosse un rischio valanga di grado 4 - forte.
Eventi provocati da scialpinisti, snowboarder e freerider. Il più eclatante è l'episodio di Solda sull'Ortles (QUI VIDEO). Immagini, quelle immortalate dalla webcam, a dir poco spaventose: due sciatori hanno provocato una slavina nella giornata di ieri, 29 gennaio, e un'enorme massa di neve ha iniziato a muoversi.
Sempre nella giornata di ieri due valanghe si sono staccate in Val di Fassa (nella zona del Ciampac), travolgendo uno snowboarder spagnolo di 25 anni (che stava facendo fuoripista ndr). Fortunatamente, il ragazzo non ha riportato gravi conseguenze (QUI I DETTAGLI).
Slavina anche in Alto Adige, dove nei pressi di "Merano 2000" due scialpinisti sono stati 'investiti' dalla massa nevosa che si è staccata dal Picco Ivinga, a circa 1.600 metri di quota. La valanga li ha trasportati per circa 50 metri: solo sfiorata una persona, l'altro invece è stato sepolto dalla neve ed è rimasto a testa in giù per circa mezz'ora.
A lanciare l'allarme altri quattro escursionisti e sul posto sono immediatamente intervenuti i tecnici il Soccorso alpino di Merano e Lana, i carabinieri, i tecnici della Guardia di finanza e i soccorritori di Merano 2000 per un totale di circa 30 persone (Qui articolo). I due scialpinisti erano sprovvisti del dispositivo Artva.
Tra gli interventi più significativi anche quello nel Bellunese (Qui articolo): un 30enne, parte di un gruppo di 8 scialpinisti, è stato trascinato per circa 400 metri nella zona di passo Venegiota. E' stato recuperato e trasportato all'ospedale di Belluno. Nessun coinvolto invece in una valanga scesa nella zona della pista Belvedere sul Passo Pordoi, probabilmente causata sempre dal passaggio di sciatori in fuoripista.
Una sciatrice svizzera ha perso invece la vita (sempre nella giornata di ieri, 29 gennaio) sotto una valanga nel dipartimento francese dell'Alta Savoia. La 30enne, come spiega in un comunicato la procura di Bonneville, è morta sulla parete nord dell'Aiguillette des Posettes.
La donna si trovava in quota con il fratello e il padre. Mentre quest'ultimo è risultato illeso, il ragazzo è finito in ospedale per accertamenti. Secondo le prime informazioni i tre stavano praticando fuoripista: erano ben equipaggiati. Sempre in Francia, ma in Savaia, sono morti tre norvegesi, travolti da una slavina.
A riportare la tragica notizia è stata l'agenzia francese Afp, che spiega che il drammatico incidente è avvenuto nel comprensorio di Val-Cenis. I tre scialpinisti morti sul posto erano parte di un gruppo di 7. Una quarta persona è stata trasportata in ospedale in gravissime condizioni ma è venuta a mancare in ospedale.
Non è mancata una valanga anche sul versante italiano del Monte Bianco, a circa 3.000 metri di quota, nella zona del colle del Gigante. Un 50enne tedesco è stato travolto dalla slavina ma non sarebbe in gravi condizioni.
Nelle scorse ore dopo quanto accaduto, Roberto Bolza, consigliere nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, ha dichiarato a Il Dolomiti che "non basta mettere nello zaino l'Arva, la pala e la sonda, essere in buona forma per affrontare un'escursione. Bisogna avere una cultura della montagna e il saper rinunciare quando le condizioni sono rischiose è la regola 'uno' del decalogo del perfetto frequentatore delle terre alte" (QUI ARTICOLO).