Linda Cottino, giornalista e scrittrice, si è a lungo dedicata alla ricerca storica sull'alpinismo praticato dalle donne, una ricerca che oggi si concretizza in un nuovo libro intitolato "Una parete tutta per sé". Cottino racconta le radici della sua ricerca, il processo di scrittura e le sfide di far parlare un mondo che ha spesso relegato le donne a ruoli marginali, portandoci a riflettere non solo sulla storia della figura femminile nel mondo dell'alpinismo, ma anche sul presente, con uno sguardo critico alla narrazione contemporanea
84 anni fa, il 19 ottobre, cadeva Emilio Comici. Protagonista indiscusso dell’epoca del sesto grado, fu sicuramente tra i più celebri e talentuosi alpinisti della sua generazione. Dopo una sequenza infiniti di successi e salite estreme, trovò la fine su un prato, mentre arrampicava una facile paretina insieme ad alcuni amici completamente digiuni d’arrampicata. La fine è emblematica delle profonde contraddizioni con cui Comici convisse per buona parte della sua vita. Da una parte eroe portato in palmo di mani dal regime, dall’altro un uomo colmo di insicurezze e limiti
Dopo aver raggiunto la vetta dello Shishapangma (8.027 metri), in Nepal, Adriana Brownlee, inglese, è diventata la donna più giovane del mondo a salire su tutte le 14 montagne più alte della Terra
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L.P. 22 September - 13:00 I due erano in intervento di soccorso quando qualcosa è andato storto sul Pelmo e una grossa frana li ha travolti uccidendoli. Oggi il bivacco a loro dedicati è stato portato a quota 3.158 metri dall'elicottero dell'Esercito: ''I figli di Alberto e Aldo hanno simbolicamente aperto la porta del bivacco che rimarrà a ricordo del loro coraggio e dedizione. Un rifugio sicuro per gli alpinisti e un simbolo del loro spirito di servizio e amore per la montagna''
Oggi, 17 settembre, compie gli anni Reinhold Messner, forse l'alpinista più famoso al mondo. Il 17 settembre compie gli anni anche Nives Meroi, che con il marito, Romano Benet, ha scalato tutti i 14 Ottomila, senza l'ausilio di ossigeno supplementare e di portatori d'alta quota. Una data, due alpinisti, 14 montagne, aria rarefatta, orizzonti verticali e ghiacci perenni (almeno così dicono)
Sono trascorsi tredici anni dalla morte di Walter Bonatti. Una ricorrenza che permette di ripensare a uno dei più grandi e amati alpinisti della storia, capace tutt'oggi di avere un'influenza sulla percezione sociale della montagna
Ieri siamo stati spettatori di un'impresa capace di rendere improvvisamente tangibile il presente e il futuro dell’alpinismo. “Proteggere gli ecosistemi unici delle Alpi assicura che le generazioni future possano continuare a testare i propri limiti in questi paesaggi”
Il Presidente generale del Cai, conversando con il giornalista Alessandro Filippini e con il traduttore Luca Calvi, prova a rispondere ai numerosi interrogativi in merito alla recente spedizione organizzata sul K2 per celebrare il settantesimo anniversario della prima scalata. Riprendiamo alcuni dei passaggi più significativi del dialogo, che spazia dalle spese alla selezione delle alpiniste, da come è nata l'idea agli accorgimenti da prendere per salvaguardare l'alpinismo (e la montagna) da una cattiva comunicazione
Giovedì scorso su L'AltraMontagna abbiamo pubblicato un articolo a firma di Alessandro Filippini - tra i più preparati giornalisti sul tema dell’alpinismo himalayano - dove venivano poste alcune domande, confidando di ottenere maggiore trasparenza sulla spedizione "femminile" K2-70, accompagnata da una serie di passaggi non del tutto chiariti. A seguito dell'articolo apparso sul nostro portale, un comunicato diramato oggi informa che all'interno della serata di venerdì prossimo (23 agosto) dedicata al K2, nell'ambito del festival "AlTre Storie sotto le Cime" (Auronzo), il Presidente del Cai Antonio Montani ha chiesto di poter intervenire per provare a rispondere ai numerosi interrogativi sollevati da Filippini.
Una buona notizia per chi ama la montagna e che non mancheremo di seguire direttamente
Tanti i non detti, numerose le domande senza risposta per una spedizione che ha inevitabilmente assunto una forte carica simbolica. Allora, affinché venga divulgata una fruizione consapevole e limpida della montagna, Alessandro Filippini – uno dei più preparati giornalisti sul tema dell’alpinismo himalayano, già in forze alla Gazzetta dello Sport, autore di film e libri sulla storia dell’alpinismo – ha formulato alcuni interrogativi accompagnati da considerazioni, nella speranza che eventuali risposte offrano maggior trasparenza
Non è facile rinunciare, soprattutto quando si tratta di conquistare nuove vette. Ma è necessario saperlo fare, perché i rischi in montagna ci sono e non vanno sottovalutati. A raccontare una delle sue esperienze, l'alpinista Luca Calzone, che sui social ha pubblicato un post (ri)condiviso da molti: "Ho cominciato a sentirmi male a quota 3.600: così ho deciso di rientrare"
La recente spedizione "femminile" targata Cai e un video girato tra i rifiuti del Campo 2 da uno sherpa intento a scalare il K2 ci invitano a volgere lo sguardo al futuro, al 2034, quando ci troveremo di fronte all’ottantesimo anniversario della prima scalata. Quale potrebbe essere il modo più efficace per celebrarlo?
Una visita al campo trincerato sulla sua sommità permette così di osservare in prima persona l’alacre lavoro di fortificazione effettuato dalle truppe del re in questo spezzone del fronte, sconvolto dalla guerra di posizione. Prosegue così la rubrica “Camminando nella Grande Guerra”, tenuta dal Dolomiti in collaborazione con il Museo della Guerra di Rovereto, alla scoperta degli itinerari della Grande Guerra in provincia
È il 6 agosto 1958 quando i ramponi di Walter Bonatti e di Carlo Mauri graffiano la vetta ancora inviolata del Gasherbrum IV. All’esito positivo della spedizione, guidata da Riccardo Cassin, contribuirono anche il grande Fosco Maraini, autore del primo libro sull’impresa, Bepi De Francesch, Toni Gobbi, Giuseppe Oberto e Donato Zeni
In questo nuovo episodio di “Camminando nella Grande Guerra”, rubrica del Dolomiti e del Museo della Guerra di Rovereto sugli itinerari del primo conflitto mondiale in Trentino, illustriamo i tanti percorsi che portano alla cima del Monte Altissimo, suggestiva terrazza sulle Alpi e sul lago di Garda. Qui, in quella che fu un’importante posizione italiana, si possono incontrare numerosi resti dello scontro con le truppe imperiali. Sullo sfondo un panorama mozzafiato
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