Sono trascorsi sei anni da Vaia, tempesta che - dicono le stime - ha abbattuto 42 milioni di alberi su una superficie che si estende dalla Lombardia al Friuli. Come se non bastasse, la massiccia quantità di piante danneggiate ha permesso al bostrico (un piccolo coleottero) di passare da specie endemica a specie epidemica. Questi due episodi ci hanno "messo di fronte alla stoltezza della specie umana". Vediamo perché
Le fotografie che accompagnano il testo sono di Giuliano Dal Molin
Crediamo sia importante testimoniare affinché rimanga una traccia di questa storia; affinché prenda concretezza una memoria collettiva a cui appoggiarci quando, in futuro, ci troveremo di fronte a scelte che avranno un'influenza sulla comunità, ma anche sui singoli individui
Riteniamo di fondamentale importanza essere presenti in Azerbaigian per comprendere e raccontarvi le traiettorie diplomatiche che influenzeranno il futuro del clima, con un'attenzione particolare per i territori montani
La neve artificiale è un porto sicuro in cui rifugiarsi in caso di assenza di precipitazioni nevose ma, considerata la riduzione e la discontinuità provocate dall'emergenza climatica, sta diventando un porto dal quale tante stazioni sciistiche rischiano di non uscire più
"Troppo spesso, in queste ultime settimane, si è sentito parlare o si è letto sui giornali di 'vittoria sul bostrico', di 'problema alle spalle', di 'guerra finita': il rischio di questa narrazione è di non spingere a traguardare al futuro con la giusta dose di timore e pragmatismo. E quindi, di non agire poi di conseguenza con la necessaria lungimiranza"
È uno degli occhi più sensibili nel panorama fotografico italiano. Da qualche anno sta testimoniando i risvolti negativi del riscaldamento globale. Grazie alla fotografia ci ha accompagnati tra i boschi sfibrati da tempeste di vento ed epidemie di coleotteri, montagne che cedono gonfie di acqua, e quartieri annegati in una coltre di fango e melma
"Capitava di perdere due giorni solo per poter trovare qualcosa a dieci rupie in meno". Era l’alpinismo di chi voleva svincolarsi dalle maglie troppo strette della società, per salire sul tetto del mondo ed ammirare orizzonti privi di frenesia e caligine
Mentre una nuova pista da bob sta prendendo forma ai piedi delle Tofane, dalla parte opposta delle Alpi italiane riposa l'impianto di Cesana-Pariol. Un lungo serpentone di cemento e lamiera, realizzato in occasione delle Olimpiadi di Torino 2006, costato 110 milioni di euro e abbandonato a pochi anni dall'inaugurazione
Incrociando una persona lungo un sentiero sorge, spontanea, l’esigenza di salutarla. Può sembrare un’osservazione banale, ma credo sia importante evidenziare questa preziosa consuetudine, difficile da replicare in altri contesti
Da domani, venerdì 18 ottobre, è in libreria l’ultimo lavoro di Marco Albino Ferrari: Il canto del Principe (Ponte alle Grazie). Sembra una fiaba, ma non lo è. È una storia vera
Per provare a camminare in equilibrio tra il passato e il futuro dei rifugi ci siamo confrontati con Luca Gibello, direttore de Il Giornale dell’Architettura e membro del comitato scientifico de L’AltraMontagna: Gibello sarà uno degli ospiti del festival (18-20 ottobre) che il nostro quotidiano ha organizzato a Trento, assieme alla casa editrice People, nell'ambito di Autumnus
È necessaria una riclassificazione dei rifugi? Attraverso un piccolo sondaggio abbiamo provato a indagare il parere di chi frequenta le montagne italiane. Proveremo a riflettere su questo argomento al People e L'AltraMontagna Festival, organizzato dal 18 al 20 ottobre a Trento, nell'ambito di Autumnus