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Ambiente

Epidemia di bostrico: la battaglia si è conclusa come sostengono in molti? Attenzione a "cantar vittoria": la guerra può essere ancora lunga

"Troppo spesso, in queste ultime settimane, si è sentito parlare o si è letto sui giornali di 'vittoria sul bostrico', di 'problema alle spalle', di 'guerra finita': il rischio di questa narrazione è di non spingere a traguardare al futuro con la giusta dose di timore e pragmatismo. E quindi, di non agire poi di conseguenza con la necessaria lungimiranza"

di
Pietro Lacasella
25 ottobre | 19:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Non sono pochi a cantar vittoria: un sentimento festoso e condivisibile, se non fosse che vi sono numerose dinamiche che possono ancora influire sull'evoluzione dell'epidemia di bostrico.

 

Durante la scorsa stagione, come riporta Luigi Torreggiani nella rubrica News forestali in pillole della rivista Sherwood, "sembra essere stata particolarmente sfavorevole alla diffusione dell’insetto, le cui popolazioni sono sembrate in netto calo un po’ in tutti i territori colpiti".

Un elemento di novità, comunicato dall’Assessore trentino alle foreste Roberto Failoni“La popolazione di bostrico in Trentino è scesa notevolmente sotto i livelli degli anni scorsi e questo fa ben sperare in una chiusura dell’emergenza nel giro di un paio d’anni”. Ciononostante, ha aggiunto Failoni, “è presto per cantar vittoria, sono infatti diversi i fattori che possono influire sull’evoluzione del fenomeno”.

 

Questi fattori, aggiunge Torreggiani, "sono legati al verificarsi di altri schianti da vento o da neve, da lunghi periodi siccitosi in grado di portare a forte stress l’abete rosso e da condizioni climatiche particolarmente idonee per il ciclo vitale del coleottero. Tutti fattori direttamente connessi all’avanzata della crisi climatica e, di conseguenza, potenzialmente in aumento nei prossimi anni. In Trentino il rischio rimane elevato in 107 dei 442 catasti che compongono la Provincia Autonoma, anche se, nell’insieme, il volume dei danni segnalati si è ridotto da 1,5 milioni di metri cubi di alberi nel periodo 2022-2023 ai circa 0,6 milioni di metri cubi nel periodo 2023-2024". 

 

“Nei comuni catastali che sono tornati a rischio basso si potranno riprendere le operazioni selvicolturali”, sottolinea ancora Failoni, “si tratta di una prima risposta alle richieste di un ritorno alla normalità da parte di proprietari e imprese boschive”. 
nel mentre, molte energie sono proiettate verso le attività di ripristino, con rimboschimenti che procedono al ritmo di circa 450mila piantine all’anno.

 

"Se da un lato c’è da rallegrarsi per la generale curva discendente dell’epidemia di bostrico - conclude Torreggiani su Sherwood - dall’altro viene da chiedersi se, visto il forte rischio di recrudescenza di questo e altri fenomeni nel contesto della crisi climatica, nei territori colpiti si stiano creando tutte le condizioni per farsi trovare pronti alla prossima emergenza. Troppo spesso, in queste ultime settimane, si è sentito parlare o si è letto sui giornali di “vittoria sul bostrico”, di “problema alle spalle”, di “guerra finita”: il rischio di questa narrazione è di non spingere a traguardare al futuro con la giusta dose di timore e pragmatismo. E quindi, di non agire poi di conseguenza con la necessaria lungimiranza".

 

Per saperne di più sul bostrico è di recente uscito SOTTOCORTECCIAUn viaggio tra i boschi che cambiano, il primo libro targato L'AltraMontagna.

 



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