Contenuto sponsorizzato
Ambiente

Un carotaggio di 224 metri per studiare il ghiacciaio dell'Adamello: Giovanni Baccolo racconta il progetto ClimAda

ClimAda è un progetto portato avanti da una rete di enti scientifici e istituzionali che, a partire dall'analisi della carota di ghiaccio estratta lunga 224 metri dal ghiacciaio dell'Adamello nel 2021, mira a ricostruire l'evoluzione climatica degli ultimi secoli e l'impatto dell'uomo nell'alta montagna alpina

di
Sofia Farina
13 aprile | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Il progetto ClimAda, partendo dall’eredità del progetto Ada270, con il quale nel 2021 è stata estratta una carota di ghiaccio lunga 224 metri dal ghiacciaio dell’Adamello e grazie ad una collaborazione tra diversi enti scientifici e istituzionali, ha l’obiettivo di ricostruire l’evoluzione climatica degli ultimi secoli e l’impatto antropico nell’area di alta montagna alpina. Tra i temi indagati dai team di ricerca ci sono anche la dinamica delle specie vegetali, la storia dei grandi incendi avvenuti negli ultimi secoli e in generale gli effetti dell'attività umana sulle aree di alta montagna.

 

Il ghiacciaio dell’Adamello, il più profondo d’Italia e il più a sud delle Alpi, localizzato in un Parco naturale, quello dell’Adamello, tutelato dall’Unesco, rappresenta infatti uno dei più potenti archivi della storia climatica, ambientale ed umana delle Alpi Italiane ed in particolare della Lombardia.


Credits: JuriBa (Progetto ClimAda)

Il carotaggio, qualche anno fa, è stato effettuato nel corso di 11 giorni in un campo base a 3.200 metri di altitudine, con 24 ore di lavoro al giorno suddivise in turni di 3 ore di attività seguite 6 ore di riposo, a una temperatura che raggiungeva i -24° durante la notte.

 

"Questo carotaggio è molto particolare perchè è stato realizzato in un ghiacciaio temperato e non in un freddo, come solitamente accade, in cui la temperatura del ghiaccio è sempre sottozero, anche di estate non c'è mai fusione, non c'è mai acqua liquida, che è la condizione ideale per permettere la conservazione dei segnali al massimo grado" spiega il glaciologo Giovanni Baccolo, che ha collaborato sia alla fase di estrazione della carota, che alle analisi successive. Di ghiacciai freddi, sull'arco alpino, ce ne sono molto pochi e si trovano nella parte sommitale del Monte Rosa e del Monte Bianco "luoghi dove ampiamente si è concentrata la ricerca con le carote di ghiaccio sulle Alpi", mentre tutto il resto dei ghiacciai della catena è di tipo temperato: "Questi ghiacciai al loro interno contengono sempre all'equilibrio una frazione di acqua liquida e la presenza di acqua liquida rimescola i segnali. Se poi c'è anche fusione dei ghiacciai temperati, l'informazione oltre a essere rimescolata viene anche persa". In generale, quindi, si è sempre evitato di lavorare su questo tipo di ghiacciai ma con il cambiamento climatico "tutti i ghiacciai freddi stanno aumentando di temperatura, quindi si stanno avvicinando a regime temperato. Quindi, se vogliamo dare un futuro allo studio delle carote di ghiaccio provenienti dai ghiacciai di montagna, dobbiamo imparare a leggere il ghiaccio temperato e il progetto ha come obiettivo proprio questo".

 

Le attività del progetto, coordinate dal capofila Fondazione Lombardia per l’Ambiente, sono sviluppate all’interno delle attività dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, con particolare riguardo all’EuroCold Lab e all’ente territoriale della Comunità Montana della Valle Camonica, ente gestore del Parco Regionale dell’Adamello.


Credits: JuriBa (Progetto ClimAda)

Se il carotaggio effettuato nel 2021 rappresenta il più importante e potente archivio della storia ambientale e umana delle Alpi italiane, ora, terminata la fase di estrazione, il progetto ClimADA si pone un altro obiettivo fondamentale, quello di portare l’attenzione dello studio sui ghiacciai verso una prospettiva sia climatica che ambientale attraverso la restituzione dei dati e delle informazioni raccolte non solo all’interno della comunità scientifica internazionale ma soprattutto alla popolazione e al territorio.

 

L’attività di divulgazione si sta concretizzando in convegni, workshop tematici e mostre sul territorio (di cui si può tener traccia qui, in caso di interesse) in cui sono coinvolti anche decisori politici, professionisti ed esperti di governo del territorio, associazioni di promozione, formatori ed educatori, associazioni ambientaliste, studenti e giovani. L’obiettivo finale è comunicare in modo efficace gli effetti del cambiamento climatico sul territorio, l’ambiente e la disponibilità idrica attuale e futura, stimolando importanti riflessioni sul rispetto e la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo.


EuroCold lab: laboratorio di analisi delle carote di ghiaccio. Foto del progetto ClimAda.

Nel frattempo, comunque, l’attività più prettamente scientifica non si ferma e tra gli obiettivi principali del progetto c’è la ricostruzione climatico-ambientale della carota di ghiaccio estratta nel 2021, che è in svolgimento presso il laboratorio dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, EuroCold Lab. La ricostruzione delle serie climatiche viene effettuata con datazione in radiocarbonio della sostanza organica e con il campionamento per le misure isotopiche, chimiche e delle polveri fini. 

 

"Un obiettivo che vorremmo raggiungere è quello della datazione di tutta la carota, per ora stiamo riuscendo a datare il ghiaccio nei primi 100 metri, ma la sfida sarà riuscire a datare anche il ghiaccio profondo che non abbiamo idea di quanto possa essere antico - spiega Baccolo - i modelli ci dicono sicuramente alcuni secoli ma potrebbe essere anche di più".

 

Inoltre sfruttando la sonda a fibra ottica installata nella perforazione e le informazioni provenienti da sensori convenzionali, è possibile monitorare il ghiacciaio. In particolare, il team di ricercatori sta analizzando il comportamento della massa del ghiaccio (attraverso profili termici e di deformazione del ghiacciaio) e la sua evoluzione nel tempo anche in funzione del cambiamento dei parametri ambientali esterni, ottenendo così un’idea del futuro del ghiacciaio alla luce delle proiezioni di riscaldamento globale fornite dai modelli climatici.


Credits: JuriBa (Progetto Ada270)

Infine, tramite l’analisi e la caratterizzazione dei campioni di black carbon, polline e altre specie vegetali conservate nel ghiaccio, rinvenuti a profondità definite e riferibili a specifici periodi storici, è in corso anche la ricostruzione dell’evoluzione ambientale e dell’uso del territorio nelle Alpi lombarde, grazie all’identificazione di eventi come gli incendi e della variazione della vegetazione. "Ognuna di queste sostanze ci racconta storie diverse, dall'inquinamento atmosferico all'aerosol marino, all'influsso della polvere sahariana, alle temperature ricostruite con gli isotopi dell'acqua, ai processi di combustione ricostruiti con il black carbon - spiega Baccolo - ricostruire sia processi naturali che antropici come la contaminazione dell'atmosfera è particolarmente importante perché l'Adamello è un ghiacciaio sul versante meridionale delle Alpi, rivolto verso la Pianura padana, a differenza della maggior parte dei carotaggi da ghiacciaio di cui disponiamo, che provengono dal versante settentrionale oppure dalla zona di crinale tra sud e nord delle Alpi, come Monte Rosa, Monte Bianco".

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Sport
| 23 gennaio | 20:00
L'aumento delle temperature si può anche misurare in secondi? A Garmisch-Partenkirchen sì: 30
Cultura
| 23 gennaio | 19:00
Fu autore di un’intensa attività esplorativa condotta, negli anni a cavallo fra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, sulle montagne che oggi rientrano nel Parco Naturale delle Dolomiti Friulane. Ne parlano Eugenio Maria Cipriani e Luca Calvi nel libro "In terra incognita" (verrà presentato a Vicenza martedì 28 gennaio)
Cultura
| 23 gennaio | 18:00
È possibile esplorare il processo socio-culturale che ha portato alla formazione del paesaggio? Al Castello di Novara 70 opere d'arte ci accompagnano lungo un percorso durato quasi cento anni
Contenuto sponsorizzato