Il turismo faunistico opportunità per le popolazioni locali, il caso Sloveno e perché puntare su chi è bear friendly
Le difficoltà che la condivisione dello spazio tra umani e carnivori determina, possono minare il supporto locale alla presenza di queste specie, ma i benefici economici derivanti dal turismo faunistico possono avere l'effetto opposto. Il turismo legato ai grandi carnivori può aumentare la consapevolezza del pubblico e promuovere la conservazione della specie, offrendo delle opportunità educative a livello locale e internazionale
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Il turismo naturalistico è quello organizzato e intrapreso per osservare o incontrare la fauna selvatica e in diverse regioni del globo, i grandi carnivori e in particolare l'orso, attraendo un vasto pubblico, sono specie focali al suo interno.
Le difficoltà che la condivisione dello spazio tra umani e carnivori determina possono minare il supporto locale alla presenza di queste specie, tuttavia è anche vero che i benefici economici derivanti dal turismo faunistico possono avere l'effetto opposto. Inoltre, il turismo legato ai grandi carnivori può aumentare la consapevolezza del pubblico e promuovere la conservazione della specie. In generale, infatti, offre delle opportunità educative a livello locale e internazionale, ad esempio grazie ai centri di visita dei carnivori, che possono aumentare l'esperienza turistica, e la stessa presenza dei carnivori. Inoltre questo tipo di turismo può generare in modo diretto delle entrate economiche per gli sforzi di conservazione delle specie che in primo luogo attraggono i visitatori.
Chiaramente, a seconda del numero di turisti, del tipo e della gestione delle attività turistiche, il turismo faunistico può anche avere impatti negativi sui grandi carnivori. L'esposizione al disturbo umano può influenzare la distribuzione, la riproduzione e i ritmi di attività dei grandi carnivori e impedire loro di svolgere le funzioni di fondamentale importanza per gli ecosistemi. D'altro canto, la presenza di grandi carnivori può anche diminuire l'attrattività di un luogo, a causa della diffusione di sentimenti di paura. E dunque, in generale, un turismo di grandi carnivori gestito in modo superficiale può aumentare il livello di conflitti con gli esseri umani.
Per questo motivo, è importante che gli operatori turistici che offrono turismo basato sui grandi carnivori, seguano le indicazioni degli esperti per ridurre al minimo le conseguenze indesiderate e massimizzare gli impatti positivi del turismo della fauna selvatica sulla conservazione. Fortunatamente le indicazioni su come fare meglio, esistono già, grazie al lavoro svolto dai ricercatori del progetto Life Dinalp Bear, finanziato dalla Commissione europea e focalizzato sulla conservazione e la gestione dell'orso bruno nelle montagne dinariche settentrionali e nelle Alpi sudorientali attraverso l'esplorazione e la comprensione dei conflitti uomo-orso e l'utilizzo di soluzioni non letali per la gestione di situazioni di conflitto.
Gli orsi delle Montagne Dinariche settentrionali appartengono alla popolazione dinarica di orso bruno, una delle popolazioni di orsi più importanti d'Europa, e Slovenia e Croazia, i due principali Paesi coinvolti nel progetto, sono stati pionieri della gestione degli orsi in Europa, di cui lo sviluppo di queste linee guida è un ennesimo tassello.
Per tanto tempo gli orsi in questi paesi sono stati considerati principalmente come specie di caccia e sono stati spesso percepiti dalle comunità come elementi problematici, che causano danni e mettono in pericolo le persone. Tuttavia, il turismo della fauna selvatica sta lentamente diventando un'importante fonte di reddito per le comunità che vivono nell'habitat dell'orso e migliorando l'accettazione della specie da parte del pubblico.
Lo sviluppo delle linee guida è stato realizzato dagli esperti incontrando esperti locali di orsi, utilizzando un questionario sulle prospettive di sviluppo di un prodotto turistico incentrato sull'orso, dialogando con gli stakeholder locali, come le associazioni venatorie e gli operatori turistici. Sulla base dei risultati del questionario e tenendo conto del contesto sociale e culturale, è stato poi raccomandato lo sviluppo di una “esperienza” composta da tre prodotti distinti: il sentiero dell'orso (che si focalizza sull'osservazione del suo habitat e sui segni della presenza degli orsi nel loro ambiente naturale), l'osservazione dell'orso (bear watching) e la coesistenza.
Le linee guida risultanti dall'intero progetto mirano a fornire un quadro generale e una guida per gli aspiranti operatori della conservazione e per gli imprenditori turistici che intendono creare tali prodotti. In particolare, forniscono informazioni generali sulla formazione delle guide, sulle procedure di sicurezza e di educazione, sulle considerazioni commerciali e sulla gestione dei rischi e sulle linee guida generali relative a tutte le forme di turismo con gli orsi. Un aspetto fondamentale di quest'ultima questione è l'importanza di evitare che gli orsi diventino dipendenti da fonti di cibo artificiali (cosa che poi vale per tutta la fauna selvatica).
Tra le linee guida (che si possono leggere nella sua interezza qui) si trovano indicazioni come il fatto che i gruppi di visitatori debbano essere piccoli e sotto la costante supervisione di una guida qualificata o che le guide debbano fornire ai visitatori le linee guida per un comportamento corretto nell'area dei grandi carnivori. In sostanza, le guide qualificate dovrebbero non solo garantire la sicurezza di uomini e orsi, ma anche il successo e la soddisfazione dei visitatori, fornendo informazioni dettagliate e accurate sulla biologia, l'ecologia e il comportamento delle specie ai loro ospiti.
Come visitatori e fruitori, è importante scegliere dei programmi responsabili, premiati con l'etichetta bear friendly, che non si basano solo sull'incontro con i grandi carnivori, ma includono piuttosto l'esperienza dell'habitat, il riconoscimento dei loro segni di presenza e l'apprendimento della coesistenza con le comunità locali. Il portale Discover Dinarics mostra esempi di buone pratiche di programmi turistici basati sui grandi carnivori, oltre che esperienze turistiche responsabili.