Fiumi d'acqua sulle strade, allagamenti ed evacuazioni (VIDEO), l'Appennino investito dal ciclone Boris: "Il sistema addetto alla ricostruzione è un fallimento totale''
In queste ore, dall'Appennino alla pianura, tutte le province da Piacenza a Rimini stanno subendo l'intensità del ciclone Boris. E la Romagna, dove la memoria delle drammatiche alluvioni di poco più di un anno fa è ancora forte e viva, piove ininterrottamente dalla mattina di martedì 17 settembre, e ci si ritrova ad affrontare di nuovo evacuazioni e danni alle infrastrutture
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
"Dès pu basta, andiv' a ca' tòt": con queste parole, in dialetto romagnolo, sbottano i gestori della pagina Facebook "Appello per l'Appennino Romagnolo" perché "di cantare Romagna mia tra il fango" sono stanchi.
In queste ore, dall'Appennino alla pianura, tutte le province da Piacenza a Rimini stanno subendo l'intensità del ciclone Boris. E la Romagna, dove la memoria delle drammatiche alluvioni di poco più di un anno fa è ancora forte e viva, piove ininterrottamente dalla mattina di martedì 17 settembre, con i primi rovesci iniziati già nella sera di lunedì in alcune zone.
"Quello che sta accadendo in queste ore, dall'Appennino alla pianura, è la scontata conseguenza di ciò che andiamo dicendo, denunciando e ripetendo fino alla noia da un anno a questa parte - scrivono i membri della pagina -.
Le immagini che ci arrivano da Casola Valsenio, da Faenza o da San Zeno, così come dal Monte Trebbio, dalla Tosco-Romagnola o dalla Bidentina, confermano come tutto il sistema addetto alla cosiddetta ricostruzione in Romagna, così com'è stato concepito e sviluppato in questi sedici mesi, sia un fallimento totale".
"Ci hanno messo nelle mani di un apparato tanto evanescente quanto sterile, oltre che completamente estraneo ed assente dal territorio": le dure parole degli alluvionati dell'Emilia sono il risultato di uno stato di abbandono che continua da mesi e dalla mancata risposta delle istituzioni "ai bisogni urgenti di un'emergenza drammatica".
Come evidenziano le immagini che giungono dalla regione "il risultato è quello che oggi ci troviamo nuovamente ad affrontare: evacuazioni, gente sfollata, strade interrotte o distrutte, scuole chiuse, allagamenti ovunque.
E tutto questo con molta meno pioggia di quella precipitata nel Maggio 2023. Non sono stati nemmeno capaci di preparare, difendere ed attrezzare un minimo il territorio per ripararlo da un'eventualità ormai scontata, fenomeni che purtroppo oggi sono all'ordine del giorno".
"I privati sono stati abbandonati del tutto a loro stessi" commentano i rappresentati di Appello per l'Appennino Romagnolo "e hanno cercato di ripristinarsi da soli una qualche normalità con i mezzi che avevano, a partire dagli agricoltori dell'Appennino da cui dipende un intero assetto idrogeologico fondamentale per tutti, lo stesso che oggi è nuovamente in disfacimento".