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Ambiente

Anche l'Himalaya soffre di inquinamento atmosferico: lo sviluppo di un'azione coordinata che superi i confini nazionali

L'inquinamento atmosferico è un problema complesso che supera i confini nazionali. Nella regione dell'Hindu Kush-Himalaya, l'emergenza legata alla qualità dell'aria sta diventando sempre più urgente, data la crescita demografica e industriale in Paesi come India, Nepal, Bangladesh, Bhutan e Pakistan. Affrontare questo problema richiede un'azione coordinata a livello regionale

di
Sofia Farina
23 settembre | 18:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

L'inquinamento atmosferico, che influisce pesantemente sulla salute pubblica e sull'ambiente, è un problema complesso che supera i confini nazionali. Nella regione dell'Hindu Kush-Himalaya, l'emergenza legata alla qualità dell'aria sta diventando sempre più urgente, data la crescita demografica e industriale in Paesi come India, Nepal, Bangladesh, Bhutan e Pakistan. Affrontare questo problema richiede un'azione coordinata a livello regionale. Per questo motivo, Icimod (Centro Internazionale per lo Sviluppo Integrato delle Montagne) ha avviato una serie di incontri e dialoghi per promuovere una cooperazione transfrontaliera e strategie di armonizzazione nell'affrontare l'inquinamento atmosferico.

 

Nel giugno 2024, Icimod ha ospitato il secondo Dialogo Scienza-Politica a Thimphu, in Bhutan, che ha riunito rappresentanti di alto livello da Bangladesh, Bhutan, India, Nepal e Pakistan. L'incontro si è concentrato sull'urgenza di adottare misure comuni per migliorare la qualità dell'aria nella regione. Questo evento segue un precedente incontro a Kathmandu, dove fu evidenziata la necessità di un approccio congiunto per combattere l'inquinamento atmosferico e affrontare le emissioni di particolato, in particolare il PM 2.5, un agente inquinante pericoloso per la salute umana.

 

Uno dei principali risultati di queste discussioni è stato il Thimphu Outcome, un documento che delinea raccomandazioni pratiche e obiettivi ambiziosi. Una delle proposte chiave è quella di ridurre le concentrazioni annuali di PM 2.5 a meno di 35 microgrammi al metro cubo entro il 2035. Per raggiungere questo traguardo, il documento propone l'implementazione del Kathmandu Roadmap, un piano regionale che include la creazione di programmi nazionali e subnazionali per il controllo dell'inquinamento. Questi programmi prevedono azioni coordinate per la riduzione delle emissioni inquinanti attraverso politiche comuni e l'adozione di tecnologie verdi.

 

Il Thimphu Outcome non si limita solo a obiettivi specifici di riduzione delle emissioni, ma fornisce anche indicazioni su come migliorare la raccolta e la condivisione dei dati tra i Paesi della regione. La mancanza di dati uniformi e comparabili è stata infatti una delle principali difficoltà emerse nelle discussioni. Differenze nei metodi di misurazione, nelle unità di analisi e nelle modalità di reporting rendono difficile monitorare efficacemente i progressi e condividere le informazioni necessarie per sviluppare strategie efficaci. Pertanto, uno dei primi passi da compiere è l'adozione di protocolli comuni per il monitoraggio e la segnalazione della qualità dell'aria.

In aggiunta, il dialogo ha evidenziato la necessità di sensibilizzare maggiormente il pubblico sui pericoli dell'inquinamento atmosferico. Educare la popolazione su queste tematiche è essenziale per creare un sostegno sociale e politico alle misure di mitigazione. A questo si aggiunge l'importanza di migliorare la cooperazione tra i vari settori industriali, come il trasporto e l'energia, che giocano un ruolo cruciale nell'inquinamento dell'aria. Promuovere tecnologie a basse emissioni di carbonio e investire in fonti di energia pulita sono alcune delle strategie su cui i paesi Hindu Kush-Himalaya stanno lavorando.

 

Un altro tema centrale del dialogo è stato il finanziamento. La regione Hindu Kush-Himalaya ha bisogno di maggiori risorse per poter implementare progetti di qualità dell'aria sostenibili. Si è discusso della possibilità di mobilitare fondi attraverso collaborazioni internazionali, come quelli offerti da organizzazioni globali e fondi verdi. Questi fondi sarebbero destinati a sostenere iniziative di monitoraggio, ricerca e sviluppo di infrastrutture verdi. La costruzione di capacità, cioè il miglioramento delle competenze tecniche e istituzionali, è un'altra priorità identificata, in modo che i paesi possano adottare soluzioni tecnologiche avanzate per la gestione dell'inquinamento.

 

L'approccio di Icimod si ispira a modelli di successo come la Convenzione delle Nazioni Unite sull'inquinamento atmosferico transfrontaliero a lungo raggio, che ha portato a significative riduzioni delle emissioni di ossidi di zolfo nei paesi firmatari. Questa esperienza evidenzia il potenziale della cooperazione internazionale per affrontare sfide ambientali globali attraverso standard comuni e politiche condivise. Un esempio simile nella regione Asia-Pacifico è la rete EANET, che si occupa di monitorare le precipitazioni acide e i relativi impatti.

Sostanzialmente, il Thimphu Outcome segna un passo decisivo verso una gestione coordinata e armonizzata dell'inquinamento atmosferico nella regione Hindu Kush-Himalaya. Sebbene la strada verso una qualità dell'aria migliorata sia complessa e richieda sforzi significativi, i dialoghi regionali hanno creato una piattaforma per il cambiamento. Attraverso un approccio comune che include la standardizzazione del monitoraggio, il miglioramento della capacità istituzionale e la promozione di tecnologie verdi, i paesi della regione stanno cercando di assicurare un futuro più pulito e sostenibile.

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