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Ambiente

Al via una nuova edizione di Pasturs, il progetto che affronta la convivenza tra allevatori, pastori e grandi carnivori delle Alpi

Sono ancora aperte le candidature per la prossima edizione di Pasturs, il progetto che cerca volontari per aiutare allevatori e pastori in Trentino e Valle d'Aosta, che si impegnano per una convivenza pacifica con i grandi animali che abitano sulle montagne italiane e in particolare con lupi e orsi

di
Sofia Farina
11 aprile | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

L’estate del 2024 vedrà realizzarsi una nuova edizione di Pasturs, il progetto che cerca volontari per aiutare allevatori e pastori che si impegnano per una convivenza pacifica con i grandi animali che abitano sulle montagne italiane e in particolare con lupi e orsi.

 

Come viene chiaramente spiegato nelle motivazioni del progetto, che è frutto della collaborazione tra diversi enti, tra cui la cooperativa sociale Eliante Onlus, il Wwf nazionale, il Parco Orobie Bergamasche e il Parco Mont Avic, la presenza di questi predatori sulle Alpi scatena emozioni e prese di posizione contrastanti e, in alcune regioni, porta a forti tensioni sociali. Infatti “se da un lato chi ne apprezza il valore ecologico (ricoprono infatti un ruolo fondamentale nell’equilibrio degli ungulati alpini), dall’altro chi lavora in montagna occupandosi di allevamento tradizionale, mantenendo vivi i pascoli alti e i loro ecosistemi grazie ai lunghi periodi in quota con mandrie e greggi, particolarmente esposte al pericolo di predazioni” spiegano i promotori del progetto.

Il progetto cerca di affrontare il problema promuovendo un periodo di una o due settimane che i volontari passano in alpeggio, a contatto con la natura e sperimentando la vita degli allevatori e la loro quotidianità, con particolare attenzione alle misure di prevenzione dei danni, guidati dall’idea che “solo aiutando gli allevatori a gestire al meglio le misure di prevenzione danni si possa giungere a una coesistenza che consenta a tutti di vivere serenamente negli stessi spazi”.

 

La partecipazione a questa esperienza avviene in seguito a una fase di selezione in due step, a cui è necessario candidarsi entro il 14 aprile per l’edizione 2024. Inoltre, prima della partenza i volontari selezionati vengono formati tramite un corso (obbligatorio e gratuito) sulla vita in alpeggio, l’ambiente di montagna, gli animali protagonisti del progetto (mucche, capre, pecore, ma anche cani, lupi e orsi) e le misure di prevenzione danni.

 

Nato nelle Orobie bergamasche, questo progetto è attualmente portato avanti nel Parco del Mont Avic in Valle d’Aosta e in Trentino, dove si innesta in un progetto Life denominato StockProtect. Pasturs, inoltre, dal 2019 è entrato a far parte del progetto Life EuroLargeCarnivores che ha come obiettivo quello di migliorare la convivenza tra attività umane e grandi predatori attraverso la comunicazione, la cooperazione transfrontaliera e lo scambio di conoscenze.

“Il progetto è molto valido perché si pone l'obiettivo di far incontrare, attraverso la quotidianità e il lavoro fianco a fianco, che sono sempre gli strumenti più utili per andare oltre i pregiudizi, due mondi molto diversi e molto lontani - racconta una volontaria che ha partecipato al progetto l’anno scorso, in Trentino - due mondi come quello di chi ha una spiccata sensibilità verso i temi ambientali e di conservazione quindi si avvicina a questo progetto con l'obiettivo appunto di contribuire, anche se in piccola parte, a mantenimento della montagna, le aree interne alla sostenibilità degli alpeggi anche di fronte alla reintroduzione o al ritorno di grandi carnivori e quello di chi fa queste cose per lavoro, per passione o per tradizione familiare, e magari vive il ritorno del lupo e dell'orso come problematici”. 

 

In Trentino sono diversi gli allevatori che hanno aderito al progetto e si trovano in valli diverse, con caratteristiche diverse. Tra esse ci sono Malga Tuena, che si trova nella Val di Tovel, zona di primaria importanza per la conservazione dell’orso bruno, ma anche popolata da lupo, lince, ungulati e galliformi e la Malga Agnelezza in Val di Fiemme, a est del fiume Adige, in una parte della regione occupata da una decina di anni dal lupo e dove l’orso arriva solo occasionalmente.

 

Continua la nostra intervistata: “Una delle riflessioni finali che mi sono portata a casa dall'anno scorso è che forse questi temi vengono affrontati con prospettive cittadine e urbane. La mia impressione è che spesso il punto di vista degli abitanti del territorio, che affrontano il problema in prima linea, vengano lasciati in secondo piano, cosa che rende difficile instaurare un dialogo, proprio perché manca una fase di ascolto iniziale, in cui si riconoscano le difficoltà reali di chi si trova in quei contesti”

Nonostante le differenti visioni di fondo, racconta la giovane volontaria: “Mi sono sentita  accolta e accettata pur avendo delle posizioni chiaramente diverse degli abientanti della valle e ho scelto di tornare nello stesso posto anche quest'anno per approfondire questa conoscenza”.

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