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Alpinismo

Scalare l'Everest in una settimana: la nuova frontiera dell'(anti)alpinismo himalayano

Anche se seguiti da accompagnatori esperti e portatori, lungo percorsi attrezzati per facilitare l'ascesa, il raggiungimento della vetta della montagna più alta del pianeta è tradizionalmente un'impresa che richiede anche ai più frettolosi settimane di preparazione fisica e acclimatamento e poi decine di giorni per la scalata. Ora però, una nuova frontiera dell'alpinismo sembra essere all'orizzonte: scalate rapide di una sola settimana, grazie all'uso innovativo del gas xenon

di
Redazione
26 gennaio | 20:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

La cima più alta del mondo, quella del Monte Everest, rappresenta da decenni un sogno per tanti alpinisti, e non solo. Nel tempo, infatti, la sua "conquista" è diventata obiettivo anche di persone estranee al mondo dell'alta quota, che cercano di raggiungere la vetta come traguardo personale o status symbol e che sono disposte a investire somme considerevoli per delle spedizioni guidate "di lusso". "Offriamo i più alti standard di sicurezza e qualità possibili e la confortante certezza di affidarvi a un operatore di spedizioni autorizzato, rigorosamente controllato, con molti anni di tassi di successo del 100% e statistiche di zero incidenti" si legge nella homepage di una compagnia che offre questi servizi.

 

Il risultato? Circa 400 clienti paganti raggiungono la vetta ogni primavera (affiancati da quasi 500 guide e sherpa), affannandosi a trovare un nuovo "primato" da condividere sui social (vi ricordate, qualche mese fa, l'imprenditore americano che ha postato un video per rivendicare il primo backflip in vetta al mondo?), alimentando il rapido sviluppo di un mercato delle spedizioni sempre più lontano dall'idea originale di alpinismo.

Solitamente, anche se seguiti da accompagnatori esperti e portatori, lungo percorsi attrezzati e preparati da altri, per facilitare l'ascesa, il raggiungimento della vetta è tradizionalmente un'impresa che richiede anche ai più frettolosi settimane di preparazione fisica e acclimatamento e poi decine di giorni in loco per la scalata vera e propria. Ora però, una nuova frontiera dell'alpinismo sembra essere all'orizzonte: scalate rapide di una sola settimana, grazie all'uso innovativo del gas xenon. Il Financial Times, in un articolo uscito pochi giorni fa, ha raccontato questa silenziosa rivoluzione e ha indagato le sue implicazioni per il mondo delle spedizioni in alta quota.

 

Negli ultimi anni, alcune aziende specializzate in spedizioni alpinistiche, come Elite Expeditions, del famosissimo Nimsdai Purja, l'uomo da record protagonista del docufilm "14 vette" e Furtenbach Adventures in Austria, hanno introdotto il concetto di spedizioni rapide, o come le chiamano sulle loro brochure "fast track", come fossero dei biglietti di prima classe per volare in un altro continente. Questi pacchetti, che possono costare oltre 100.000 dollari, permettono ai clienti di ridurre significativamente i tempi necessari per scalare l'Everest, passando dalle tradizionali sei-otto settimane a due-quattro settimane. Per capire di che tipo di servizio stiamo parlando, citando direttamente dalla homepage di Furtenbach Adventures: "l nostro team comprende anche uno staff di cucina professionale che offre un livello di ristorazione che non ci si aspetterebbe di trovare in un campo base su una morena glaciale alla fine del mondo".

Ma fin qui, non c'è molto di cui stupirsi: questo tipo di spedizioni esiste e viene praticato da anni. L'innovazione che fa notizia è quella che viene raccontata in un lungo articolo dal Financial Times, che racconta come Furtenbach Adventures abbia sviluppato un nuovo modello che permette di scalare l'Everest in appena sette giorni, grazie a un "trucchetto" medico basato sull'inalazione di un gas. Come sottolinea il giornale americano, si tratta di una tecnica che potrebbe rivoluzionare il mondo dell'alpinismo d'élite, attirando una clientela disposta a investire cifre astronomiche pur di realizzare il proprio sogno in tempi record.

 

Il gas xenon è noto per il suo utilizzo in medicina come anestetico, ma a dosi basse ha effetti sorprendenti sull'organismo umano. Come spiegato dal dottor Michael Fries, anestesista tedesco coinvolto nel progetto, intervistato dal Financial Times, il gas stimola la produzione di eritropoietina (che molti conoscono con il nomigliono di "epo"), un ormone naturale prodotto dai reni che favorisce l'incremento dei globuli rossi. Questo aumento migliora la capacità del corpo di trasportare ossigeno, un vantaggio cruciale in ambienti ad alta quota, dove l'aria è rarefatta.

 

Secondo il modello ideato dall'imprenditore basato a Innsbruck, l'utilizzo del gas si affianca a un periodo di pre-acclimatazione svolto dai clienti in tende ipossiche, che simulano le condizioni di alta quota: una fase preparatoria, di durata variabile tra i 30 e i 60 giorni prima della partenza, permettebbe agli alpinisti di arrivare già acclimatati a un'altitudine di 5.000-7.000 metri. Una volta in Nepal, i clienti inalerebbero una miscela di gas xenon per 30 minuti al loro arrivo a Kathmandu, per poi volare direttamente al campo base dell'Everest per iniziare l'ascensione.

Il pacchetto proposto da Furtenbach Adventures a un piccolo e pioneristico primo team composto da due imprenditori e un ministro inglese, prevede una scalata che inizia poche ore dopo l'arrivo al campo base. L'intero percorso verso la vetta, supportato da guide esperte, Sherpa e abbondanti forniture di ossigeno, secondo l'organizzatore richiederebbe solo tre giorni e una volta raggiunto il tetto del mondo, gli alpinisti tornerebbero a valle in un solo giorno. L'intera spedizione, dalla partenza al ritorno a casa, si completerebbe in appena una settimana: “Sono entusiasta di vedere se riusciremo a partire da casa il lunedì mattina, essere in cima all'Everest il giovedì sera e tornare a casa per il pranzo della domenica” ha commentato Garth Miller, pilota e leader del gruppo, nell'intervista al Financial Times.

 

Questo approccio elimina completamente le tradizionali rotazioni di acclimatazione, riducendo il rischio di malattie da alta quota e il tempo trascorso in condizioni estreme. Chiaramente, la velocità ha un costo e il pacchetto completo dovrebbe avere un prezzo di oltre 150.000 euro.

 

Nonostante l'entusiasmo mostrato nei confronti di questa tecnologia da parte dei suoi ideatori, il modello delle scalate rapide non è esente da polemiche: in molti hanno sollevato dubbi sull'etica e sulla sicurezza di queste spedizioni. Inoltre, l'utilizzo del gas xenon, richiama alla mente il doping nello sport, anche se come ha commentato Furtenbach stesso intervistato dal Financial Times: “Non è uno sport organizzato, quindi tecnicamente non esiste doping nell'alpinismo”.

 

Inoltre, evidentemente, la velocità con cui queste spedizioni vengono completate potrebbe aumentare il rischio di incidenti, soprattutto per coloro che non hanno un'esperienza consolidata in alta montagna e sebbene le aziende assicurino che le spedizioni siano guidate da esperti e supportate da ampi team logistici, la mancanza di un periodo adeguato per l'acclimatazione potrebbe rappresentare un pericolo.

 

Il modello delle scalate rapide è pensato per una clientela d'élite: persone disposte a spendere cifre astronomiche ma non ad assentarsi dal lavoro o dalla vita quotidiana per i mesi necessari, una tendenza che riflette una trasformazione più ampia nel mondo dell'alpinismo, dove l'accesso alle vette più alte e patinate, è sempre più legato alle possibilità economiche che alla preparazione fisica e mentale.

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