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Orso segue una coppia in val di Sole: "E' un problema per la prossima stagione estiva: l'abbattimento deve essere una carta per la sicurezza"

Il presidente dell'Azienda per il turismo val di Sole: "Il nostro non è allarmismo ma una presa di coscienza di un problema. Se un plantigrado è troppo confidente o pericoloso deve essere rimosso per la sicurezza dei residenti e la tranquillità degli ospiti"

Di Luca Andreazza - 31 gennaio 2024 - 05:01

TRENTO. Non ci sono ripercussioni, almeno nell'immediato, sul turismo nella stagione in corso perché l'inverno corre su binari diversi rispetto all'estate ma gli orsi in prospettiva causano più di qualche timore in val di Sole.

 

Adesso ci sono molti stranieri - commenta Luciano Rizzi, presidente dell'Azienda per il turismo val di Sole - ma in generale le prenotazioni vengono effettuate con largo anticipo, anche di un anno. Certo, questa situazione resta un fronte aperto per l'estate e può essere un problema".

 

La preoccupazione dopo la tragedia dell'anno scorso a Caldes con la morte di Andrea Papi resta alta e l'ultimo episodio, seppur per fortuna senza conseguenze, non allenta per nulla la tensione. Più che rassicurazioni, il territorio chiede risposte e soprattutto azioni: l'abbattimento è un'opzione.

 

"La tolleranza ambientale sulla presenza degli orsi è un discorso ma quella sociale è ormai saltata", le parole a il Dolomiti di Lorenzo Cicolini (Qui articolo). Il presidente della Comunità di valle e sindaco di Rabbi ha commentato così a ridosso dell'episodio dell'incontro tra una coppia e l'orso, poi identificato in M90, nella zona di Ortisè. A parlare della necessità di strumenti d'intervento e di una situazione "destinata a diventare sempre più complessa" è stato Giacomo Redolfi, primo cittadino di Mezzana (Qui articolo).

 

L'orso M90 negli ultimi mesi ha fatto molto parlare di sé, rendendosi protagonista di numerosi avvistamenti nei centri abitati ma anche di incontri ravvicinati e non solo (Qui articolo). La Provincia ha informato che intende compiere "i necessari approfondimenti per un’azione decisa”. Tradotto, l'abbattimento. “Già dotato di radiocollare – spiega piazza Dante - questo esemplare problematico è stato oggetto di numerosi tentativi di dissuasione anche l'anno scorso” (Qui articolo). E le associazioni animaliste hanno già annunciato battaglia.

A ogni modo l'incontro avvenuto nei boschi di Ortisè, le tracce trovate nella neve e i bidoni rovesciati nell'area di Malè preoccupano i residenti ma per ora non sembrano aver ripercussioni sulla stagione invernale che procede in modo positivo. Comunque il territorio sembra allineato sulla decisione da intraprendere "per mettere in sicurezza i residenti e gli operatori che vivono la montagna - dice Rizzi - ma anche per gli ospiti che necessitano di una forma di tranquillità. Un segnale andrebbe dato e l'auspicio della popolazione è quello della rimozione perché bisogna distinguere il singolo esemplare dalla specie".

 

Nelle settimane successive alla tragedia di Caldes c'è stata una polarizzazione dei sentimenti, soprattutto dopo la disposizione di abbattere Jj4 (e altri due esemplari, poi trovati morti nei mesi successivi). Da un lato molti potenziali ospiti si sono informati e hanno chiesto rassicurazioni, dall'altro lato è ricomparso l'hashtag "Boicotta il Trentino" con il mondo del turismo che ha avviato una campagna per trovare una linea unitaria per affrontare un momento estremamente delicato. 

 

"La comunicazione segue un percorso collaudato dai tempi del caso Daniza" aggiunge Rizzi. "Il nostro non è allarmismo ma una presa di coscienza di un problema. Se un plantigrado è troppo confidente o pericoloso deve essere rimosso. Non deve essere un'azione immediata se si avvicina una sola volta ai centri abitati e gli incontri devono essere valutati ma se un esemplare è recidivo l'abbattimento può essere una carta per garantire, con il supporto dei tecnici, la sicurezza e la tranquillità di un territorio".

 

 Dopo le incursioni degli scorsi giorni, il Comune di Malè ha accelerato nel posizionare i bidoni anti-orso. Un argomento riguarda, infatti, anche le azioni di prevenzione per la messa in sicurezza del territorio e incentivare una convivenza con i grandi carnivori. 

 

"Ci sono praticamente ovunque - evidenzia Rizzi - mentre moltissime zone per scelta hanno deciso di togliere completamente i bidoni. Poi la val di Sole è composta da 13 Comuni, anche molto diversi tra loro per struttura e numero di dipendenti, quindi non è sempre facile intervenire in modo uniforme, ma su quel versante il territorio è ok".

 

Nel convegno organizzato nelle scorse settimane si è parlato anche di danni: quelli da orso in val di Sole sarebbero stati quantificati in 13 milioni. Ma il presidente dell'Azienda per il turismo è più prudente. "E' una valutazione molto difficile, dipende dai fattori che vengono presi in considerazione".

 

La stagione estiva ha evidenziato un segno meno rispetto al 2022, un anno da record. "Il territorio era sotto pressione ma i dati sono stati soddisfacenti. La gestione dei grandi carnivori è sicuramente un problema ma è difficile attribuire un calo solo a un fattore".

 

Una flessione che è stata più marcata rispetto alla media del Trentino. "Da alcuni anni puntiamo sulla redditività e sui riscontri economici più che sui dati e basta: i numeri sono in diminuzione ma non i fatturati delle aziende. Poi bisogna considerare che l'estate precedente è stata da record con molti aspetti favorevoli al risultato finale", conclude Rizzi. 

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