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Olimpiadi 2026, "a Cortina fatte scelte per il guadagno di pochi". Maioni (Guide Dolomiti): "A rischio il futuro del paese, il tessuto sociale si sta sbriciolando"

Enrico Maioni, guida alpina e blogger di "Guide Dolomiti" con una lunga riflessione coglie tante criticità nel percorso di avvicinamento di Cortina d'Ampezzo all'appuntamento olimpico dell'inverno 2026: "La gestione dell’evento da parte del Comune di Cortina appare fortemente discutibile: le scelte fatte sembrano pensate più per il guadagno di pochi che per il bene della comunità, mettendo a rischio la sostenibilità del territorio. Parlando con i miei concittadini, ho constatato che molti condividono il mio punto di vista"

di
Redazione
24 febbraio | 19:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Le Olimpiadi Invernali 2026 a Cortina si presentano come un grande evento che richiama al glorioso passato del 1956, quando Cortina - allora poco più di un piccolo paese montano - cominciò con i Giochi di quell'anno la sua trasformazione in una meta internazionale: un percorso che ebbe come ingredienti fondamentaliinfrastrutture nuove ed entusiasmo condiviso.

 

Enrico Maioni, guida alpina e blogger di Guide Dolomiti, sul suo sito fa riferimento con nostalgia a quel periodo: “Chi c’era ricorda ancora l’atmosfera di quegli anni: c’era entusiasmo, c’era energia. Cortina cresceva, ma senza perdere la sua anima”. Eppure oggi, a quasi 70 anni di distanza, l’idea di replicare quel percorso appare molto meno allettante di fronte alle tante criticità che mettono in discussione la reale utilità dell’evento per la comunità locale.

 

Nel 1956, racconta Maioni, le Olimpiadi portarono a Cortina ciò di cui aveva bisogno: visibilità, strade, impianti sportivi e un turismo internazionale che la fece emergere come località di primo piano. Ma oggi la situazione è cambiata.

 

Cortina non è più un paese in cerca di riscatto, ma una destinazione già affermata: anzi, secondo molti è spesso soffocata da una pressione turistica che ne sta snaturando l’identità. “Perché allora certe cose si sono fatte con criterio - dice la guida alpina riferendosi al secolo scorso - e oggi sembra tutto così confuso?”. La risposta, per lui, è semplice: in passato si guardava al bene del territorio e dei suoi abitanti, mentre oggi sembra prevalere il profitto immediato.

 

Tra le questioni più discusse c’è il progetto della cabinovia Apollonio-Socrepes (“Parliamoci chiaro: chi utilizzerà la cabinovia per raggiungere mete estive come le Cinque Torri o il Passo Falzarego?", dice Maioni) e l’assenza di un parcheggio adeguato alla partenza dell’impianto, che non sarà pronto in tempo per il 2026. 

 

Altro punto dolente è la nuova pista da bob, un’opera che avanza rapidamente ma che lascia perplessi i residenti. “I praticanti di bob sono davvero pochi. E le elevate spese di gestione, giustificate solo nel contesto delle Olimpiadi, rischiano di gravare a lungo termine sui contribuenti. Sull’onda dell’entusiasmo olimpico potrà anche funzionare per un po’, ma tra dieci anni sarà ancora utile?”. 

 

E poi si fanno i conti con l’impennata dei prezzi immobiliari, con costi al metro quadro ormai proibitivi (ne parlavamo QUI). “Il tessuto sociale si sta sbriciolando, i giovani sono costretti a lasciare Cortina”, lamenta Maioni, denunciando come la città stia diventando un’oasi per investitori "esterni", a danno di chi la vive tutto l’anno.

 

"È di fondamentale importanza sottolineare che le Dolomiti sono già oggi un territorio saturo di turisti. Continuare a spingere per attirare ancor più visitatori significa rischiare di compromettere l’equilibrio ambientale e la qualità della vita dei residenti. Inoltre, la gestione dell’evento da parte del Comune di Cortina appare fortemente discutibile: le scelte fatte sembrano pensate più per il guadagno di pochi che per il bene della comunità, mettendo a rischio la sostenibilità del territorio. Parlando con i miei concittadini, ho constatato che molti condividono il mio punto di vista", dice Maioni. 

 

"Tuttavia - si conclude - in un piccolo paese come Cortina, non tutti hanno il coraggio di esprimersi apertamente, perché prendere posizione può portare a incomprensioni o contrasti con chi la pensa diversamente. A mio avviso, invece, è fondamentale far sentire la propria voce quando si tratta del futuro del proprio paese. È giunto il momento di fermarsi e riflettere: Cortina merita di essere ascoltata e tutelata, e non trasformata in un gigantesco parco giochi dove il profitto e l’apparenza contano più del benessere di chi la vive quotidianamente".

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