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Sport

"Per l’innevamento programmato per lo sci di fondo in tanti storcono il naso. È un'attività sportiva che in Abruzzo rischia di morire"

Le parole sono di Arturo Como, presidente della commissione fondo giovani regionale: "La possibilità di poter praticare il fondo, viene considerata anche come una ragione in più per non continuare ad assistere al fenomeno dello spopolamento dei paesi"

di
Emanuele Valeri
22 febbraio | 17:03
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti, così come è sotto gli occhi di tutti il fatto che i giorni di neve sugli Appennini più passano gli anni e più scarseggiano.

 

Questo causa un’assenza ormai quasi costante della neve naturale a bassa quota e alle quote di media montagna, tanto che uno tra gli sport che in questi ultimi anni sta risentendo maggiormente di questa situazione è proprio lo sci di fondo. Specialità che in Abruzzo è in forte crisi, tanto che negli ultimi anni sono molte le gare annullate anche all’ultimo minuto, creando non soltanto un danno agli atleti ma anche agli albergatori che vedono fioccare le disdette.

 

“Se per il rotto della cuffia i Campionati Italiani sono giunti al fischio d’inizio - ha commentato Arturo Como, presidente della commissione fondo giovani regionale - non è stato così per le fasi finali del Trofeo Interappenninico del Circuito Nazionale di Sci di Fondo che, si sarebbero dovute disputare ad Alfedena lo scorso 15 e 16 febbraio. Disdette, rinvii e annullamenti di troppe gare è costretto a vivere e a subire lo sci di fondo abruzzese".

 

"Sofferenze indicibili che ledono pesantemente la sopravvivenza, la professionalità e la dedizione degli sci club abruzzesi, degli atleti, degli istruttori, dei maestri di sci, delle presidenze, degli organizzatori e delle scuole sci, ormai da troppi anni. La pellicola proiettata è spesso la medesima: assenza di neve, precipitazioni insufficienti, che senza il supporto di impianti d’innevamento fanno temere per la riuscita degli eventi fino al giorno delle premiazioni finali. La questione climatica non è più opinione di pochi e non ha di certo ripercussioni sporadiche, anche l’anno scorso l’annullamento del Criterium Intrappenninico-Comune di Alfedena fu l’unica strada da intraprendere.”.

 

Lo stesso Como ha fatto presente come anche al Nord Italia da anni siano stati adottati mezzi per contrastare il cambiamento climatico e per consentire agli atleti, in ogni caso, di poter continuare ad allenarsi per disputare le gare di fondo ai massimi livelli: ne è un esempio lampante la stagione 2023/2024, quando la neve è mancata un po' in tutta la Penisola ma alcune località proprio grazie all’innevamento programmato hanno potuto garantire lo stesso agli atleti di potersi allenate.

 

"Però quando si richiedono interventi di sviluppo per l’innevamento programmato per la disciplina del fondo, in tantissimi storcono il naso considerandola una attività sportiva sostanzialmente poco praticata e secondaria allo sci alpino. La possibilità di poter praticare il fondo, viene considerata anche come una ragione in più per non continuare ad assistere al fenomeno dello spopolamento dei paesi". 

 

"Questa disciplina ha una storia e una tradizione importante nelle località abruzzesi, che risale in particolare ai tempi in cui gli inverni erano particolarmente rigidi ed affidabili e dove per mezzo degli sci era possibile raggiungere località paesaggisticamente emozionanti e incontaminate".

 

L’appello di Arturo Como è quello di non far morire questa disciplina in Abruzzo e di intervenire con degli investimenti in modo tempestivo.

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