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Attualità

Pochi servizi e nessun luogo di ritrovo: un piccolo paese in Carnia rischiava di morire, poi ha trovato il modo di rilanciarsi investendo sul turismo dolce e su misure sociali

Poteva essere una storia come tante: un paese di 250 anime circa, con più anziani che giovani, in media montagna, nel cuore della Carnia, in leggero, costante, declino. Anzi, quasi in agonia. L’unica reazione possibile era rimboccarsi le maniche, mettersi in moto. La nuova vita di Preone

di
Anna Pugliese
23 febbraio | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Poteva essere una storia come tante: un paese di 250 anime circa, con più anziani che giovani, in media montagna, nel cuore della Carnia, in leggero, costante, declino. Anzi, quasi in agonia. 

L’unica reazione possibile era rimboccarsi le maniche, mettersi in moto. Perché pochi abitanti significano sempre meno servizi. E non avere un luogo di ritrovo, una vita di comunità, vuol dire veder morire il paese. Anche se hai boschi meravigliosi tutt’intorno. 

 

Questo stava accadendo a Preone, un piccolo comune delle Prealpi carniche, nell’omonima valle che connette l’alta valle del Tagliamento con la Val d’Arzino. Un paese fuori dalle grandi vie di comunicazione, ma vicino a Enemonzo e Tolmezzo, centri più grandi, vivaci, con servizi, scuole, lavoro. 

 

Dal dicembre 2019 un gruppo di residenti ha messo in circolo proposte, idee, buona volontà. Con l’idea di rendere Preone un paese sempre più accogliente. Dove vivere bene, ma anche dove accogliere turisti interessati a natura e cultura. L’obiettivo primario era, semplicemente, quello di ripartire. Perché una volta, prima della grande emigrazione e della fuga verso le città, Preone era famosa per essere una meta interessante per una gita piacevole, capace di unire bei panorami, buon cibo, persone gentili. 

 

Il sito riassume bene i risultati raggiunti tra il 2020 e il 2024.  E, a coronare questi successi, nel 2023 è arrivata a Preone la Bandiera Verde di Legambiente, il riconoscimento “per un progetto, incentrato sul turismo slow e sulla valorizzazione delle peculiarità naturali del territorio, che si rivolge all’intera comunità”. La comunità è sempre al centro ed è un soggetto reale, su cui si “lavora” concretamente. Tanto che nell’ultimo anno sono arrivate in paese due nuove famiglie, sette persone che hanno scelto di vivere in un luogo dove il tempo scorre un po’ più lento, in una comunità dove ogni elemento è prezioso. 

 

“Le azioni intraprese coprono diversi settori, tra gli altri quello sociale, le infrastrutture, il supporto alle fasce deboli, la ricostruzione della rete di relazioni, l’assistenza alle iniziative imprenditoriali, l’ambiente e il turismo. In riferimento a questi ultimi ed in considerazione del fatto che Preone offre ospitalità per un centinaio di posti letto molto adatti alle famiglie, è stato deciso di puntare sulle risorse naturali offerte dal territorio, arricchite dalle tradizioni e dalla presenza di un geosito di rilevanza sovranazionale dove si riscontra una notevole presenza di pesci e di rettili risalenti al Triassico, come un rarissimo pterodattilo scoperto nel 1997”, si legge sulla motivazione della consegna della Bandiera Verde. “Sono stati così coinvolti giovani imprenditori regionali del settore guide turistiche ed il Geoparco della Comunità Montana della Carnia, avviando il recupero di diversi percorsi naturalistici. Sono stati resi disponibili sulle app più utilizzate dagli escursionisti le tracce Gpx ed i contenuti di supporto, inseriti anche sul dépliant disponibile nell’info-point che è stato creato in paese”.

 

 

Un altro grande successo è il recupero del sentiero Naut, che il bosco si era mangiato. Era la passeggiata del paese, proprio accanto alle case, il luogo, al limitare del bosco, dove i bambini andavano a giocare. È stato ripulito ed arricchito con sei istallazioni ispirate ai racconti popolari di Preone, ritrovati nel volume “Racconti popolari – zona di Enemonzo e Preone” scritto da Enza Sina e pubblicato dalla Società Filologica Friulana. Un modo per ridare vita a un legame profondo tra uomo e ambiente, per riprendersi un pezzettino di paesaggio, che non è solo naturale ma anche culturale. 

 

E, poi, ancora, il percorso cognitivo, creato con la collaborazione dell’Azienda Sanitaria del Friuli Centrale, dedicato all’invecchiamento attivo, con sei stazioni dove fermarsi per “mettere in moto” i pensieri. E la ripartenza, alla grande, del centro sportivo, con stage e corsi aperti anche a società esterne, che hanno portato lavoro anche alle strutture ricettive. Infine, le tante attività organizzate: la caccia al tesoro con spunti di toponomastica, le attività per le famiglie, le escursioni guidate con le guide naturalistiche, i corsi di forest bathing e, soprattutto, nove feste create per il paese. Sono appuntamenti per condividere la giornata insieme, come il picnic nella borgata di Cjampon, immersi tra la natura, il carnevale, la tombola della Befana, il pranzo di San Giorgio, la Castagnata autunnale. Feste davvero di paese, nate non per attirare turismo, ma per creare comunità, dialogo, voglia di stare insieme. Per far vivere Preone.  

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