Etna come Roccaraso? Paragone azzardato, ma le folle di curiosi sollevano preoccupazioni
Equiparare - come stanno facendo in molti - le numerose persone che si stanno recando sul vulcano siciliano con l'afflusso turistico che ha coinvolto la località abruzzese rischia di rivelarsi un'operazione sviante: sia per le differenti dinamiche di attrazione, che per le diverse problematiche sollevate da una presenza non indifferente
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di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
L'Etna, uno dei vulcani più attivi del mondo, ha recentemente registrato un'impennata dell'attività vulcanica, che ha affascinato turisti e abitanti del luogo. L'eruzione, iniziata l'8 febbraio 2025, ha attirato folle di curiosi desiderosi di assistere a questo spettacolo naturale, reso ancora più speciale dalle abbondanti nevicate che hanno coperto le pendici della montagna. Tuttavia, questo afflusso di visitatori ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza e sul potenziale overtourism.
Dall'8 febbraio 2025 l'Etna è in eruzione, con un'intensificazione dell'attività rispetto ai segnali iniziali osservati nei giorni precedenti. L'eruzione è iniziata con l'apertura di una bocca effusiva a circa 3.010 metri, che ha provocato una colata di lava lungo il pendio nevoso; il flusso lavico ha percorso circa un chilometro aprendo una strada incandescente estremamente scenografica. Il 16 febbraio, la colata lavica, proveniente da 3.000 metri, ha superato la pista Altomontana, raggiungendo i 1.900 metri, e il giorno dopo, il 17 febbraio, l'eruzione della sommità è continuata, intensificata da emissioni di cenere vulcanica.
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Foto: Emilio Messina
Uno spettacolo davvero cinematografico, che ha attirato evidentemente più di quanti escursionisti appassionati o semplici curiosi le strade potessero sopportare. La Protezione Civile regionale ha lanciato l'allarme a causa dell'afflusso di persone che hanno bloccato la circolazione stradale, impedendo il passaggio dei mezzi di soccorso. In particolare, domenica 16 febbraio, è stato registrato un afflusso costante di circa un migliaio di persone sulla strada provinciale 92 e sulla strada Milia, con parcheggio selvaggio ai margini delle strette strade, blocco della circolazione a Piano Vetore e impossibilità di passaggio dei mezzi di soccorso.
La Protezione Civile regionale ha attivato quattro associazioni di volontariato da Belpasso, Ragalna, Nicolosi e Adrano per fornire assistenza alla popolazione e gestire il traffico, oltre ad allertare vigili urbani e forze dell’ordine. Non è mancata una richiesta di intervento anche ai sindaci: la Protezione Civile ha richiesto di emettere ordinanze specifiche e di coinvolgere vigili urbani e dipendenti comunali per coordinare la risposta di quella che per questo territorio è un’emergenza. È stato inoltre richiesto al sindaco metropolitano di coinvolgere la polizia provinciale e il gatto delle nevi per i soccorsi nella circolazione del piano Vetore bloccata.
In questa situazione si è prestata estrema importanza alla sicurezza: il capo dipartimento della Protezione Civile regionale, Salvo Cocina, ha sottolineato l'importanza di coniugare la fruizione del vulcano con la sicurezza. Cocina stesso, nella mattinata di domenica 16 febbraio, ha visitato l’area interessata da questo incredibile fenomeno vulcanico, osservando centinaia di persone ben attrezzate e accompagnate da guide alpine e vulcanologiche. Solo nel pomeriggio la situazione si è intensificata, ipotizziamo per il diffondersi della notizia e delle incredibili foto, che hanno attirato migliaia di persone tutte insieme, in un’area dove le strade sono di per sé modeste e non possono sopportare un afflusso così intenso e improvviso.
Il risultato? Strade bloccate, parcheggi incontrollati e rischio di cadute e sprofondamento nella neve proporzionato all’aumento delle persone. Parlare di overtourism è forse prematuro, ma certamente questo fenomeno desta e continuerà a destare un crescente interesse che dovrà essere regolato.
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Foto: Emilio Messina