RoccAsiago? 40.000 persone hanno raggiunto l'Altopiano per ammirare i fuochi d'artificio al ritmo di musica
Le tre serate della manifestazione "Asiago fiocchi di luce" sono state un successo, ma non sono mancati i disagi provocati dal grande afflusso. Non bisogna inoltre trascurare i possibili effetti collaterali dei fuochi d'artificio
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di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Circa 40.000 persone hanno raggiunto l'Altopiano dei Sette Comuni lo scorso fine settimana per partecipare alla manifestazione Asiago fiocchi di luce che consiste in spettacoli di fuochi d'artificio al ritmo di musica.
Le tre serate, imperniate attorno al tema della neve e dell'amore, sono state un successo tant'è che il sindaco Roberto Rigoni Stern ha dichiarato al Giornale di Vicenza che "l'auspicio è quello di essere riusciti, assieme ai tanti sponsor che rendono possibile la manifestazione, a regalare momenti di gioia e di spensieratezza in un momento globale di difficoltà e di sofferenza".
La grande affluenza ha tuttavia provocato disagi, rappresentati in particolar modo dal traffico stradale, con lunghe code di automobili formatesi in coincidenza dell'evento. La situazione è stata inoltre resa più complessa dalla nevicata di venerdì che ha precluso la possibilità di utilizzare alcuni prati-parcheggio che si sviluppano attorno all'aeroporto Romeo Sartori.
40.000 spettatori rappresenta un nuovo record per l'iniziativa asiaghese e, senza dubbio, ha regalato un sorriso anche ai ristoratori, agli albergatori e più in generale ai commercianti della zona. Ciononostante, oltre agli incomodi provocati dal traffico, come spiegava la ricercatrice del Muse Chiara Bettega in un recente articolo dedicato ai botti di Capodanno, non bisogna trascurare i possibili effetti collaterali che i fuochi possono avere sul contesto circostante.
"La fauna selvatica - informa Bettega - ha la capacità di adattarsi alle attività umane quando queste sono prevedibili nel tempo e nello spazio. Lo fa modificando i propri ritmi di attività, in modo da ridurre le chance di incontro con l’umano. Quando però la nostra presenza è inaspettata e invadente, come nel caso dei fuochi artificiali, ecco nascere i problemi.
In un recente studio condotto in Olanda, i ricercatori hanno utilizzato i radar meteorologici per osservare i movimenti in volo degli uccelli tra le 23:00 del 31 dicembre 2017 e le 02:00 del 1 gennaio 2018, un Capodanno non interessato da perturbazioni che potessero mascherare l’eventuale attività dei volatili. Come si vede dal video pubblicato insieme alla ricerca, l’inizio degli scoppi provoca un’immediata risposta da parte di circa 384.000 uccelli che si alzano in volo, rimanendo in aria per circa 45-60 minuti.
Oltre allo stress immediato provocato dalla paura e i cui effetti (accelerazione del ritmo cardiaco e aumento della temperatura corporea) possono rimanere elevati per ore, questo tipo di disturbi causa anche un considerevole dispendio di energia per il volo, nonché la possibilità che gli animali si allontanino, anche per giorni, dai loro quartieri di 'residenza invernale'. Nel caso di uccelli che vivono in ambienti più riparati come ad esempio i boschi, i fuochi d’artificio possono comunque interferire con i loro ritmi del sonno e produrre stress con effetti a lungo termine".
Inoltre, concludeva Bettega nello stesso articolo, "non dimentichiamo, che questa invenzione che a noi umani ci fa stare col naso all’insù, ha effetti indiretti sia sull’ambiente che su di noi. I fuochi d’artificio infatti inquinano: biossido di zolfo, biossido e monossido di carbonio, alluminio, manganese, nitrato di potassio e perclorati. Questi ultimi in particolare, così essenziali nel provocare l’esplosione e le luci associate ai fuochi artificiali, sono particolarmente preoccupanti, perché si accumulano nelle acque e si fanno poi strada verso piante, insetti, mammiferi, anfibi, pesci ed esseri umani. Con effetti non proprio desiderati sulla funzionalità della tiroide e sul sistema riproduttivo, neurovegetativo e immunitario".