I falsi miti sulle pompe di calore: "Non funzionano in climi freddi; sono meno efficienti rispetto a una caldaia". Il caso dell’Alto Adige
Domenica 23 febbraio le elezioni governative in Germania si giocheranno anche sulle pompe di calore. Questa tecnologia, che dovrebbe sostituire le caldaie (la cui vendita potrebbe essere vietata dal 2030) è stata oggetto di pesanti teorie del complotto, diventando uno degli argomenti più divisivi nel paese tedesco. Avere una pompa di calore in casa, anche in montagna, comporta numerosi vantaggi: costi operativi ridotti e basse emissioni inquinanti. Ecco come funziona una tecnologia che ormai ha più di 100 anni
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di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Domenica 23 febbraio, le elezioni governative in Germania vedranno le pompe di calore al centro del dibattito politico. Questa tecnologia, destinata a sostituire le caldaie (la cui vendita dovrebbe essere vietata dal 2024), è diventata oggetto di pesanti teorie del complotto, trasformandosi in uno degli argomenti più divisivi del Paese. Quasi tutti i programmi politici includono punti dedicati alle pompe di calore: mentre SPD e Verdi propongono di incentivarne l’utilizzo, AFD e CDU vorrebbero frenarne la diffusione, favorendo un ritorno alle caldaie a gas per preservare la libertà di scelta su come riscaldare le abitazioni.
La battaglia tedesca contro le pompe di calore è iniziata alcuni anni fa e si è intensificata grazie ai discorsi che negano il cambiamento climatico. Il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) ha trasformato la disinformazione su questa tecnologia in una vera e propria crociata ideologica. Già dal 2022, con la guerra in Ucraina e l’aumento esponenziale dei costi energetici, l’utilizzo delle pompe di calore e i sussidi governativi tedeschi per questa tecnologia sono diventati un bersaglio politico, alimentando luoghi comuni e amplificando l’insicurezza energetica del Paese. L’AfD ha criticato le pompe di calore come un’imposizione derivante da un’“agenda green” (un argomento parallelo a quello dei partiti di estrema destra italiani), sostenendo che danneggino l’economia e i cittadini tedeschi. Inoltre, secondo le narrazioni anti-elite, le normative ambientali, tra cui quelle sulla decarbonizzazione e l’elettrificazione, sarebbero scelte forzate imposte da Bruxelles, penalizzando le fasce più vulnerabili della popolazione. In questa narrativa, si evita volutamente di parlare dell’efficienza del sistema, dei benefici del retrofit e dei vantaggi economici legati ai bassi consumi. Eppure, in Europa, il riscaldamento degli edifici contribuisce al 34% delle emissioni climalteranti.
Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), le pompe di calore sono un elemento cruciale per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050, e la loro diffusione dovrebbe passare dal 10% del 2022 al 50% entro il 2026. La Germania, dodicesimo Paese al mondo per emissioni nel 2023, ha una lunga storia legata all’uso di combustibili fossili, come carbone e lignite. Il 95% del gas consumato è importato e, prima del 2022, il 55% proveniva dalla Russia (grazie anche all’espansione del gasdotto Nord Stream 2), sostituito in seguito dalla Norvegia. Per quanto riguarda le energie rinnovabili, circa un terzo della produzione nazionale deriva da fonti come fotovoltaico, eolico onshore e offshore e idroelettrico. Nell’aprile 2023, la chiusura dell’ultima centrale nucleare tedesca ha suscitato polemiche, anche tra gli attivisti climatici, che l’hanno definita una scelta irrazionale e non in linea con gli obiettivi climatici del Paese.
La battaglia sulle pompe di calore non è semplicemente una questione di benessere dei cittadini, ma rappresenta una lotta più ampia sull’energia, sull’uso dei combustibili fossili e sulla geopolitica del Vecchio Continente.
COSA SONO LE POMPE DI CALORE E CHE RUOLO HANNO NELLA TRANSIZIONE ENERGETICA
Le pompe di calore sono tecnologie relativamente semplici che permettono di riscaldare gli edifici con elevata efficienza, garantendo un significativo beneficio economico. In realtà, una tecnologia simile è già presente in tutte le case: il frigorifero. Anche questo dispositivo, infatti, estrae calore da una fonte (l’interno del frigo) e lo trasferisce all’esterno, mantenendo i cibi freschi e, nel caso dei modelli più vecchi, riscaldando le cucine grazie al condensatore esterno. Si tratta di una tecnologia che esiste da circa un secolo.
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Le pompe di calore, specialmente in inverno, funzionano in modo opposto rispetto a un frigorifero. Attraverso un circuito contenente un gas refrigerante (oggi, nell’Unione Europea, questi gas hanno un impatto ridotto o nullo sui gas serra e sul buco dell’ozono), estraggono calore dall’ambiente esterno e lo trasferiscono all’interno degli edifici sotto forma di aria o acqua calda. I gas refrigeranti, che evaporano a basse temperature, riescono a estrarre calore anche in climi rigidi, con temperature inferiori allo zero. Questa tecnologia permette di raggiungere livelli di efficienza compresi tra il 300% e il 450%, a seconda della fonte energetica e delle temperature esterne. In confronto, una caldaia a condensazione moderna raggiunge un’efficienza del 104% o poco più, mentre una caldaia tradizionale si ferma intorno all’85%. Un COP (Coefficiente di Prestazione) superiore al 100% significa che, per ogni kWh di energia elettrica consumato dalla pompa di calore, vengono immessi nell’ambiente da 3 a 4,5 kWh termici. Questi elevati valori di efficienza consentono di ridurre i consumi di energia elettrica e, di conseguenza, i costi operativi. In un futuro in cui il prezzo del gas naturale non è destinato a diminuire, il passaggio a una tecnologia a basso impatto ambientale e dai costi contenuti rappresenta un investimento lungimirante.
I FALSI MITI SULLE POMPE DI CALORE
Per capire a pieno l’efficacia delle pompe di calore è bene prima sfatare alcuni “luoghi comuni” che le riguardano e che si basano su percezioni personali o su tecnologie obsolete.
Le pompe di calore non funzionano per edifici esistenti
INCOMPLETO: i nuovi modelli permettono il retrofit anche degli edifici esistenti e degli edifici storici ma in fase di progettazione è necessario il calcolo dei carichi di picco considerando le strutture esistenti, gli infissi e le temperature esterne di progetto, nonché dei terminali ambiente. Una casa correttamente isolata permette di ridurre i consumi per mantenere le temperature interne durante tutta la stagione invernale e permette di non sovradimensionare la pompa di calore limitando i consumi e i costi di operatività. Non tutti gli impianti esistenti si adattano bene all’utilizzo delle pompe di calore, dove non è possibile pensare ad una sostituzione della caldaia con una pompa di calore. Le temperature dell’acqua prodotte in caldaia (80°C circa) sono molto diverse da quelle di una pompa di calore (45°C) per cui è necessario ragionare anche sull’involucro e sui terminali esistenti.
Alcune tipologie di terminali, infine, si sposano meglio con una tecnologia a bassa temperatura come le pompe di calore: ventilconvettori o pannelli annegati a pavimento permettono di limitare i consumi e le temperature di acqua calda che circolano nei circuiti.
Le pompe di calore non funzionano in climi freddi
FALSO: le pompe di calore funzionano anche con temperature esterne sotto lo zero. L’efficienza cala (lo scambio di calore tra il fluido refrigerante e l’aria esterna risente delle basse temperature) ma resta sempre maggiore al 100%. Ogni prodotto, se correttamente dimensionato dai progettisti, contiene un grafico con le temperature operative e con la temperatura minima per cui la macchina va in blocco. La selezione del clima e delle temperature esterne va fatta al momento della progettazione.
In caso di blackout le pompe di calore non funzionano
VERO: le pompe di calore necessitano di energia elettrica per funzionare. Anche la caldaia e le pompe di circolazione dell’acqua calda necessitano di energia elettrica per l’accensione il funzionamento. In caso di blackout, e senza batterie tampone, entrambi i sistemi di riscaldamento risulterebbero inutilizzabili. Nei climi freddi e in montagna le stufe a legna sono un’ottima alternativa per il riscaldamento durante blackout.
Le pompe di calore sono meno efficienti rispetto a una caldaia
FALSO: come visto in precedenza le pompe di calore hanno un coefficiente di performance (COP) maggiore delle caldaie. Le vecchie caldaie a gasolio o a metano hanno un’efficienza pari all’80-85%, le caldaie e condensazione arrivano anche al 104-107%. I sistemi di riscaldamento a resistenza elettrica raggiungono efficienza del 100% (1 kWh elettrico immesso equivale ad 1 kWh termico di riscaldamento) mentre le pompe di calore hanno efficienza parti o superiore al 350%, a seconda del vettore energetico e delle temperature esterne. In climi rigidi con decine di gradi sottozero questa efficienza crolla ma resta maggiore del 100%. L’utilizzo di una pompa di calore accoppiato ad un impianto fotovoltaico permette di ottimizzare produzione e consumo di energia elettrica in loco.
Perché le pompe di calore sono affidabili anche in montagna, il caso dell’Alto Adige
Progettare nuove costruzioni o ristrutturazioni in ambiente montano non è un compito semplice. Fattori come le temperature esterne (minime e massime), il grado di umidità e la fonte energetica disponibile svolgono un ruolo fondamentale nella scelta della tecnologia più adatta. Le pompe di calore ad aria, le più diffuse, negli ultimi anni stanno gradualmente sostituendo le caldaie a gas e, come già evidenziato, rappresentano una soluzione efficace per decarbonizzare il settore del riscaldamento degli edifici. La preoccupazione legata all’uso delle pompe di calore in climi freddi, come quelli montani, può essere ridimensionata osservando l’esperienza di paesi e regioni a latitudini più elevate. In Scandinavia, dove le temperature minime sono paragonabili, se non inferiori, a quelle dell’arco alpino, le pompe di calore sono una tecnologia consolidata: rappresentano il 40% dei sistemi di riscaldamento, con picchi del 70% in Finlandia. In Norvegia, dove costituiscono i due terzi dei sistemi di riscaldamento, la transizione verso questa tecnologia è iniziata almeno 20 anni fa. L’elettrificazione dei sistemi di riscaldamento offre efficienze due o tre volte superiori rispetto a quelle di una caldaia tradizionale. Le nuove tecnologie, sempre più adatte ai climi rigidi, funzionano efficacemente fino a -15°C (dove l’efficienza, seppur ridotta, rimane superiore al 100%) e possono operare fino a -20°C.
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Un esempio più vicino geograficamente è dato dall’Alto Adige, dove la provincia, con il KlimaPlan 2040, punta all’elettrificazione di tutti i sistemi di riscaldamento di nuova installazione. Oltre al teleriscaldamento e alla biomassa, Bolzano sta incentivando l’uso delle pompe di calore elettriche nelle ristrutturazioni e nelle nuove costruzioni, sostenendo imprese e cittadini nel ridurre i costi energetici. Nel 2023, il finanziamento provinciale per queste iniziative ha raggiunto circa 5,5 milioni di euro.
Uno sguardo al futuro
Avere una pompa di calore in casa comporta numerosi vantaggi: costi operativi ridotti e basse emissioni inquinanti. Non esistono particolari controindicazioni legate a questa tecnologia, ma è essenziale prestare attenzione alla progettazione dell’impianto, che deve essere realizzato su misura in base alle specifiche esigenze. Ogni edificio, infatti, ha caratteristiche uniche, e non esiste una "formula universale" applicabile su larga scala. Inoltre, in un periodo storico segnato da incertezze politiche ed energetiche, le pompe di calore rappresentano un passo verso l’indipendenza dalle cosiddette "dittature fossili". Si tratta di una soluzione che incarna un’idea di futuro sostenibile, una delle poche speranze concrete a cui aggrapparsi nel mondo di oggi.