(IL VIDEO) "Acqua che spacca il monte, che affonda terra e ponte": gli eventi estremi diventano la norma e l'acqua stringerà sempre più la dipendenza della pianura dalla montagna
"Risorse idriche e cambiamenti climatici tra storia e futuro" saranno al centro del prossimo appuntamento di "R-Evolution Green”, il ciclo di incontri al Teatro Verdi di Pordenone dedicati a una nuova visione della Montagna, curato da Mauro Varotto. L'evento di mercoledì 26 febbraio, alle ore 18, vedrà l’intervento di Sofia Farina, fisica dell’atmosfera e comunicatrice scientifica e Andrea Zannini, docente di Storia dell’Europa all’Università di Udine e scrittore. In questo video, Marco Albino Ferrari introduce il tema dell'incontro
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di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
A Pordenone è tutto pronto per il prossimo appuntamento di “R-Evolution Green”, il ciclo di incontri al Teatro Verdi dedicati a una nuova visione della montagna curato da Mauro Varotto, docente di geografia dell'Università di Padova e membro del Comitato Scientifico de L'AltraMontagna.
La rassegna (qui il programma) propone una “inversione dello sguardo” sulle aree montane, superando l’approccio urbano e turistico per esplorarne il significato più profondo e complesso, attraverso le voci di esperti, scrittori, climatologi e storici. Negli incontri si parla di una Montagna viva e mutevole, un luogo che connette urbano e rurale, tradizione e innovazione, capace di mantenere una forte attenzione all’ambiente e all’uomo.
Gli appuntamenti, ospitati nel Ridotto del Verdi di Pordenone una volta al mese, sempre di mercoledì alle ore 18.00, sono iniziati a novembre e proseguiranno fino a marzo. Sono sostenuti da importanti istituzioni locali, come Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Fondazione Friuli e Camera di Commercio Pordenone-Udine, e godono del patrocinio di enti come Fondazione Dolomiti Unesco.
Il quarto incontro, mercoledì 26 febbraio alle 18, sarà incentrato sul tema dell'acqua e dei cambiamenti climatici tra passato e presente e nel titolo riprende le parole della canzone Dolcenera di De André: “Acqua che spacca il monte, che affonda terra e ponte”: risorse idriche e cambiamenti climatici tra storia e futuro. A dialogare sul palco ci saranno Sofia Farina, fisica dell’atmosfera e comunicatrice scientifica e Andrea Zannini, docente di Storia dell’Europa all’Università di Udine e scrittore.
Il dialogo tra una climatologa e uno storico consentirà di approfondire il ruolo passato, presente e futuro dei bacini idroelettrici, invitando ad un ripensamento della loro funzione e gestione a partire dai contestati progetti in corso: montagna e pianura possono salvarsi soltanto insieme.
A introdurre il tema della serata è Marco Albino Ferrari con un breve monologo che riportiamo di seguito.
«Acqua che non si aspetta, altro che benedetta. Acqua che porta male, che sale dalle scale…»: così trent’anni fa Fabrizio De André nella canzone “Dolcenera” evocava l’alluvione che colpì Genova il 7 ottobre del 1970. D’accordo, le alluvioni ci sono sempre state. Ne sono testimonianza le vestigia delle antiche civiltà che escono dal sottosuolo. Acqua, fango terra hanno sepolto il nostro passato.
Ora però a causa del riscaldamento globale siamo di fonte a qualcosa di nuovo: gli eventi estremi e le alluvioni a cadenza pluridecennale aumentano, diventano la norma, e nei prossimi decenni si alterneranno a periodi siccitosi sempre più intensi e prolungati.
La gestione dell’acqua avrà un ruolo centrale nella montagna del futuro: in particolare le dighe e gli invasi idroelettrici – vecchi e nuovi – sono destinati ad avere una valenza sempre più strategica.
Sarà dunque l’acqua a stringere in modo ancora più marcato la dipendenza della pianura dalla montagna. E le Alpi saranno la grande spugna d’Europa. E allora, politici, amministratori, decisori, pianificatori, teniamolo a mente: alluvioni e siccità saranno sempre più due facce della stessa medaglia.