Podio arboreo a Sanremo 2025: 2 alberi sui 3 presenti nei brani in gara hanno scalato la classifica raccogliendo anche importanti premi. Un caso?
Gli alberi da cui cade Lucio Corsi in versione "Barone Rampante" nella sua "Volevo essere un duro", ma anche "L'albero delle noci" di Brunori Sas: tra i brani più premiati di Sanremo 2025 gli alberi la fanno da padrone


di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Dopo la serata finale di Sanremo 2025 non possiamo che dire: “L’AltraMontagna porta bene”.
Già, perché sul podio della kermesse musicale più seguita dagli italiani sono salite ben due canzoni che avevamo segnalato nella nostra tragicomica ricerca di montagna e natura nei testi dei brani in gara.
Si tratta, in particolare, di due brani in cui sono citati gli alberi, canzoni che non hanno solo brillato nella classifica generale, ma anche ricevuto importanti premi.
La prima citazione è quella degli alberi da cui cade, nel testo di "Volevo essere un duro", il cantautore toscano Lucio Corsi in versione "Barone rampante". Corsi è stata la rivelazione di questa edizione del Festival, classificandosi secondo e vincendo inoltre il premio della Critica "Mia Martini".
La seconda citazione arborea, evidente già dal titolo, è invece quella dell’Albero delle noci del cantautore calabrese Brunori Sas (una pianta che tra l’altro esiste davvero e vegeta a San Fili, nell’entroterra cosentino). Questo brano si è classificato terzo e ha vinto inoltre il premio per il miglior testo.
Due alberi su tre, tra quelli presenti nei testi di Sanremo 2025, sono insomma saliti sul podio portando a casa anche premi degni di nota: un caso?
Probabilmente sì, ma come abbiamo scritto proprio ieri analizzando un iconico testo di Bob Dylan attraverso la penna di Luigi Torreggiani, è altrettanto evidente che quando ad essere messe in musica sono storie e immagini tutt’altro che banali, definibili forse anche poesie, spesso gli elementi della natura compaiono e diventano centrali nel racconto. Essi fanno indubbiamente parte del nostro immaginario, nonostante siano purtroppo sempre più lontani dall’esperienza quotidiana, dalle vite di molti di noi. Una distanza che può generare nostalgia, quindi desiderio di riconnessione con la natura e sensibilità ambientale, ma anche, all'opposto, un allontanamento culturale che può dar vita a derive preoccupanti. Una distanza che può portare con sé anche incomprensioni e conflitti con chi nella natura ancora vive, gestendola e utilizzandola anche a scopi produttivi. Proprio per questo è interessante, al di là del simpatico esercizio in sé, capire se e come, nei testi di un evento popolare della portata di Sanremo, sia presente la natura e la montagna.
“La montagna e gli elementi naturali, sedimentati come sono nel profondo dell’immaginario collettivo, si ritrovano proprio laddove le parole in musica hanno raggiunto le vette più alte”, ha scritto Torreggiani nella sua riflessione, “vanno oltre la cronaca e i risultati scientifici, ben al di là dei temi che trattiamo ogni giorno, dimostrando quanto sia forte il legame che ci stringe all’ambiente montano e al suo corollario simbolico. In Dylan, come anche in De André, Guccini e in tanti altri poeti che hanno scelto di aggrappare le parole alle note, alberi, monti e boschi sono soggetto, racconto, legame, metafora, visione. Parte integrante della narrazione - senza tempo - delle nostre vite”.
Ai “poeti che hanno scelto di aggrappare le parole alle note” possiamo aggiungere allora, dopo Sanremo 2025, anche Corsi e Brunori, complimentandoci con loro e sentendoci, un pochino, anche noi in parte vincitori di questa edizione.
“Non bisogna rappresentare la normalità sul palco e poi dimenticarci di farlo nella vita reale. Bisogna rimanere ancorati alla terra, come gli alberi in Maremma” ha dichiarato Lucio Corsi l'indomani della finale, a sottolineare la sua vicinanza con il mondo arboreo. Tra l’altro, il primo disco in studio di Lucio Corsi - Bestiario musicale, uscito nel 2017 - è un concept album a tema favolistico che contiene otto tracce dedicate ciascuna a un animale della sua Maremma: la civetta, la lepre, la volpe, l'upupa, il lupo, l'istrice, il cinghiale e la lucertola.
Consigliandovi l’ascolto di questo bestiario maremmano in musica chiudiamo la “parentesi sanremese” de L’AltraMontagna, sperando che abbiate apprezzato queste nostre semiserie divagazioni musicali.
Al prossimo Sanremo!