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Cultura

Il festival che promuove una cultura della montagna abitata tra le Dolomiti bellunesi: Zoldoval

A cavallo tra estate e autunno, si è svolta in Val di Zoldo la prima edizione di una tre giorni di eventi, cammini e riflessioni che mettono al centro chi vive le terre alte, con la partecipazione di un pubblico eterogeneo e gli interventi di Mauro Varotto, Andrea Membretti e Matteo Melchiorre

di
Valentina Ciprian
16 febbraio | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

A cavallo tra estate e autunno, si è svolta in Val di Zoldo la prima edizione di “ZoldoVal, per una cultura della montagna abitata”. Una tre giorni di eventi, cammini e riflessioni che è stata ideata dall’associazione culturale Mont de Vie, in collaborazione con l’impresa sociale Isoipse, all’interno del progetto Interreg VI-A Italia-Austria Dolomiti live Clld “Impulso culturale-cultura per tutti”. 

 

Mont de Vie e IsoIpse hanno a cuore la montagna e chi la abita: si impegnano a valorizzarne la cultura e sono attente alle trasformazioni socio-economiche delle Terre Alte.

 

Nella giornata di apertura del festival, i partner transfrontalieri provenienti da Lienz e da Brunico sono stati accolti in Val di Zoldo da due attori-guida nei panni di cantastorie ambulanti, che in varie tappe tra i borghi hanno illustrato storia, arte e cultura locale interpretando personaggi, rievocando usi e costumi, sceneggiando filastrocche e leggende. 

 

 

Nel pomeriggio un gruppo di lettori volontari di Lienz ha narrato in tedesco e italiano, a Pralongo, le avventure del folletto ‘Venedigermandl’, curiosamente definito ‘ometto veneziano’, che si aggira sempre nei pressi di un tesoro. La sera, al cinema di Dont, è stata poi la volta della proiezione del film “Movimento fermo” di Silvy Boccaletti, introdotto dal professor Mauro Varotto, geografo e docente dell’Università di Padova, nonché autore di numerosi libri che s’interrogano sul presente e il futuro della montagna veneta e non solo. Mauro Varotto insegna Geografia e Geografia culturale all'Università di Padova. Coordinatore del Gruppo Terre Alte CAI dal 2008 al 2022, nel 2024 è stato tra i promotori del portale web L'AltraMontagna.

 

 

Lo stesso Varotto e il sociologo Andrea Membretti (professore di Sociologia del Territorio a Pavia, fondatore di Riabitare l’Italia e studioso delle migrazioni da e verso i territori montani e rurali, europei ed extraeuropei) sabato mattina si sono messi in cammino con il pubblico di ZoldoVal: la passeggiata ha attraversato le borgate di Pieve, Astragal, Villa e Dont di Zoldo, dove i partecipanti hanno avuto modo di incontrare abitanti della valle vecchi e nuovi, di varie età: chi ha scelto la montagna come casa, chi ci è nato, chi ci è tornato o chi per diverse vie ci è arrivato. Gli esperti hanno ricucito storie di vita ed esperienze locali alle pratiche dell’abitare in tutta la montagna italiana.

 

La giornata si è chiusa nel suggestivo borgo di Colcerver con Matteo Melchiorre che ha presentato in forma scenica il suo romanzo “Il Duca”, assieme ai musicisti Nelso Salton e Tommaso Sogne. La montagna che viene raccontata ne “Il Duca” è reale: una montagna ruvida, poco idealizzata, fatta di attriti e alleanze, di abitanti diversi, di complessità antropica e naturale e dell’inesauribile rapporto tra l’abitare umano e le forme della vita non umana.

 

 

Nella giornata conclusiva, il festival ZoldoVal è stato dedicato alle famiglie e in particolare ai bambini, che hanno realizzato un’installazione artistica sul tema del concetto di casa nel giardino della Casa Casal a Borgo Rocchette, Forno di Zoldo. 

 

 

Casa Casal, antica dimora dei Casal di Zoldo, famosi costruttori di gondole a Venezia, è fresca di ristrutturazione e pronta ad essere utilizzata come sede di un’esposizione permanente, mostre temporanee, iniziative culturali di vario genere ed eventi, con la gestione dell’associazione Mont de Vie, a cui è stata affidata dal generoso proprietario, discendente appunto dei Casal. Ospiterà inoltre, in una stanza dedicata, l’archivio finanziato dall’Interreg Clld Dolomiti Live di Zoldo.

 

 

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