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Associazioni e gruppi di volontariato spesso vengono ostacolati da esponenti più anziani: "Noi abbiamo sempre fatto in questo modo"

Qualche giorno fa è arrivata all'email di redazione una lettera al giornale interessante, perché offre importanti spunti di riflessione sul rapporto tra generazioni diverse nelle piccole comunità di montagna

di
Redazione
09 febbraio | 13:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Qualche giorno fa è arrivata all'email di redazione una lettera al giornale interessante, perché offre importanti spunti di riflessione sul rapporto tra generazioni diverse nelle piccole comunità di montagna. Per questo motivo abbiamo deciso di riportarla di seguito:

 

Nelle piccole comunità montane come possono collaborare in modo costruttivo e sano giovani e generazioni più anziane?

 

Il tema dello spopolamento della montagna è attuale. Gli anziani che se vanno sono porte che si chiudono e ricordi e conoscenze che si consegnano alla nebbia del passato. I giovani si trasferiscono per studio, lavoro o vicinanza a servizi. Alcuni decidono di rimanere e si ritrovano impegnati nella sopravvivenza di queste realtà, con tutte le difficoltà legate.

 

"Adesso tocca ai giovani, sono loro che devono andare avanti" si sente spesso esclamare. Tuttavia, appena cercano di collaborare in amministrazioni locali, associazioni o gruppi di volontariato, spesso trovano ostacoli creati da esponenti più anziani. "Non si faceva così, abbiamo sempre fatto in questo modo" è il mantra contro nuove iniziative e idem. Un clima di polemiche, spesso infondate e frutto di narrazioni distanti dalla realtà, che di fatto allontano i giovani. "Chi me lo fa fare di sprecare le mie energie".

 

Certo un grado di resistenza al cambiamento è normale. Non voglio generalizzare in due categorie nette perché persone, di qualsiasi età, immuni da questi comportamenti esistono. Solo capita di osservare dinamiche più serene in amministrazioni composte da un gruppo giovane mentre quelle miste affrontano tensioni per vedute, linguaggio (tono e espressioni) e modalità differenti. Ribadisco non sempre. Mi è capitato di osservare una amministrazione giovane, capace di interpretare le sfide attuali, creare nuove occasioni di partecipazione per tutte le generazioni e amministrazioni anziane ripetere i progetti del passato negando la situazione attuale (per esempio clima, turismo sostenibile o nuovi bisogni della popolazione). 

 

È un tema che si osserva, magari vale anche l'inverso e certamente non generalizzabile, ma sarebbe interessante approfondire il tema della partecipazione all'interno delle comunità montane affinché sia sempre equilibrata, rispettosa e attenta al presente e futuro della montagna. Le sfide in montagna sono tante e le politiche non semplificano. 

 

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