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"Il Cai non ha i requisiti morali per dare dettami", la sottosezione di Valgandino contro tutti sul collegamento sciistico Lizzola-Colere: "Si astenga da prese di posizione"

Le sezioni e sottosezioni del Cai di Bergamo hanno manifestato contrarietà al collegamento sciistico Colere-Lizzola. Solo la Valgandino segue una propria strada che viene condivisa dal sindaco Walter Semperboni

di
Luca Andreazza
10 febbraio | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

"Riteniamo che il Cai non ha i requisiti morali per dare dettami in merito alla questione". Questo l'intervento della sottosezione di Valgandino del Club Alpino Italiano condiviso dal sindaco di Valbondione che ha inviato di sua iniziativa ai canali della redazione la comunicazione e che ha assicurato essere un documento ufficiale. Una durissima presa di posizione in merito alla realizzazione del collegamento sciistico Colere-Lizzola dopo che il Cai di Bergamo si è schierato in modo netto contro il progetto. "E' opportuno che si astenga all'assunzione di prese di posizione ufficiali".

 

"Il Cai è contro il comprensorio, ma non ha idee: pensassero a sistemare i sentieri che fanno schifo", ha affermato Walter Semperboni, sindaco di Valbondione, poche settimane fa (Qui articolo). Successivamente, attraverso un recente comunicato tutte le Sezioni e Sottosezioni Cai della Provincia di Bergamo (con la sola eccezione proprio della Sottosezione Cai Valgandino) hanno ribadito la contrarietà al progetto di collegamento sciistico Colere-Lizzola (Qui articolo).

 

Insomma, il Cai è uscito allo scoperto quasi compatto. Solo la sottosezione di Valgandino si è chiamata fuori e, anzi, accusa proprio il Club Alpino Italiano. "Siamo fortemente contrari a una presa di posizione ufficiale". Una questione derubricata a "battaglia politico ideologica".

 

E un durissimo affondo che accusa il Cai di aver "realizzato opere e manufatti, anche in alta montagna, talune volte dall'aspetto fortemente discutibile e/o obbrobriosi, in netto contrasto con l'ambiente circostante e in zone alpine più rilevanti, oltre che a manufatti abbandonati, indecorosi e/o pericolanti".

 

La sottosezione di Valgandino chiede: "Quanti impianti a fune ha realizzato il Cai a servizio dei rifugi?", "Quante tonnellate di fognatura ha scaricato il Cai Bergamo, con il Livrio, nel ghiaccio?" e "Quante tonnellate di fognatura disperdono i rifugi del Cai nell'ambiente circostante?".

 

E ancora. "Noi del Cai di Bergamo, che abbiamo le mani sporche di me**a, ci arroghiamo il diritto di opporci a 3 piccoli impianti a fune in una zona non soggetta a tutela ambientale la cui mancata realizzazione comporterebbe un grave danno socio economico a paesi fortemente depressi da un punto di vista occupazionale". Una nota che trova la condivisione di Semperboni.

 

 

LA NOTA DEL CAI - SOTTOSEZIONE VALGANDINO IN FORMA INTEGRALE 

 

Noi siamo fortemente contrari a una presa di posizione ufficiale del Cai Bergamo in merito alla realizzazione del collegamento sciistico Colere-Lizzola.

 

Innanzitutto questa è una battaglia politico ideologica cavalcata da una parte politica e il Cai non dovrebbe sposare o schierarsi in questioni politiche.

 

Il Cai, compreso quello di Bergamo, si è reso protagonista di disastri in ambiente montano nella realizzazione di opere e manufatti, anche in alta montagna, talune volte dall'aspetto fortemente discutibile e/o obbrobriosi, in netto contrasto con l'ambiente circostante e in zone alpine più rilevanti, oltre che a manufatti abbandonati, indecorosi e/o pericolanti.

 

Fiore all'occhiello del Cai di Bergamo è il Livrio, e il Livrio è nato in un contesto sciistico e in una zona montana ben più rilevante.

 

Domanda: quanti impianti a fune ha realizzato il Cai a servizio dei rifugi? 

Quante tonnellate di fognatura ha scaricato il Cai Bergamo, con il Livrio, nel ghiaccio?

Quante tonnellate di fognatura disperdono i rifugi del Cai nell'ambiente circostante?

 

Il Livrio andava bene, la val Concetta no.

 

Siamo seri, non rendiamoci ridicoli e almeno questa volta facciamo finta di nulla.

 

L'opinione di alcuni soci del Cai non è l'opinione di tutti i soci Cai ai quali chiediamo un po' di coerenza e serietà, se poi ci mettiamo che la maggiore parte di noi, soci del Cai, che pratichiamo lo scialpinismo, tra cui quelli che hanno manifestato la loro contrarietà, siamo i primi a fruttare le opportunità delle stazioni sciistiche a inizio stagione e quando la mancanza di neve preclude la possibilità della pratica dello scialpinismo, richiamiamo alla coerenza e onestà intellettuale.

 

La gestione e tutela del territorio è demandata alle istituzioni e alla gente di quei luoghi, non mi pare che i valligiani, così come il Cai con prese di posizioni ufficiali, siano mai intervenuti per opere, fortemente discutibili, realizzate in città e dintorni (vedi parcheggio Fara).

 

Noi del Cai di Bergamo, che abbiamo le mani sporche di merda, ci arroghiamo il diritto di opporci a 3 piccoli impianti a fune in una zona non soggetta a tutela ambientale la cui mancata realizzazione comporterebbe un grave danno socio economico a paesi fortemente depressi da un punto di vista occupazionale, dove i suoi giovani, e non, si alzano alle 4 di mattino per andare a lavorare nei cantieri, precludendogli la possibilità la possibilità di un lavoro in casa, e tutto questo solo per la volontà di fare i puristi a tutti i costi e per essere politicamente corretti e rientrare nella categoria di radical chic. 

 

In virtù di queste considerazioni riteniamo che il Cai oltre a non avere i requisiti morali per dare dettami in merito alla questione, sia opportuno che si astenga all'assunzione di prese di posizione ufficiali.

 

 

ALCUNE ORE DOPO LA PUBBLICAZIONE DI QUESTO ARTICOLO È ARRIVATA UNA RICHIESTA DI RETTIFICA 

 

Il Cai di Bergamo è intervento per specificare che il documento divulgato come ufficiale dal sindaco di Valbondione Walter Semperboni, in realtà è una voce autonoma e non concordata di un componente della sottosezione di Valgandino. QUI la rettifica integrale.

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