Una lunga striscia bianca artificiale: il tracciato della Marcialonga evidenzia l'assenza di neve. Le foto da Predazzo ci parlano del futuro delle Terre alte
Domenica 26 gennaio in Val di Fiemme e Fassa torna la Marcialonga, giunta quest'anno alla sua 52ª edizione. La gara di sci di fondo più attesa dell'anno, che vede la partecipazione di oltre 8.200 atleti provenienti da più di 40 nazioni, rischia di svolgersi in un paesaggio poco invernale. L'evento, caro a tutti gli appassionati di sci di fondo, dovrà in qualche modo far fronte alla sfida climatica futura
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Domenica 26 gennaio in Val di Fiemme e Fassa torna la Marcialonga, giunta quest'anno alla sua 52ª edizione. La gara di sci di fondo più attesa dell'anno, che vede la partecipazione di oltre 8.200 atleti provenienti da più di 40 nazioni, rischia di svolgersi in un paesaggio poco invernale, sempre più familiare negli ultimi anni: una lunga striscia di neve artificiale che si snoda sui prati gialli della Val di Fassa. Queste sono le immagini che arrivano dal fondovalle di Predazzo, visibili anche tramite la webcam dell'organizzazione. L'arrivo della neve è previsto questo fine settimana, ma queste immagini evidenziano in modo chiaro come il clima sulle Alpi stia cambiando rapidamente e come non sia più possibile fare affidamento solo sulla neve naturale per programmare il futuro dell'economia montana legata allo sci.
Le precipitazioni nevose di quest'anno
L'inverno 2024 /2025 è stato caratterizzato da un deficit nevoso rispetto alla media degli anni precedenti e anche rispetto al 2024. Come si nota dalle elaborazioni di Fondazione CIMA dell'equivalente idrico nivale, il deficit riguarda le Alpi (con scarsità di precipitazioni) ma anche gli Appennini (con abbondanti precipitazioni ma alte temperature che hanno portato la neve a fondersi rapidamente).
Per ora la stagione invernale risulta scarsa a livello nevoso e non è ancora possibile prevedere se i prossimi mesi potranno sopperire a questo deficit, come successe nel 2024 e chiaramente visibile nel grafico.
Come ripensare il futuro degli sport invernali
Le immagini che arrivano da Predazzo ci obbligano a fare i conti con una realtà che è ancora difficile da digerire: gli inverni sulle Alpi stanno diventando sempre più piovosi e con temperature sempre più miti e l'adattamento dei territori e delle economie locali è sempre più urgente. In questi anni di transizione le valli alpine potranno fare affidamento sulla neve programmata per salvare la stagione invernale, ma a lungo termine si dovranno implementare strategie turistiche che vadano ad ampliare la stagione estiva e le proposte slegate dalla "dama bianca".
La Marcialonga, evento caro a tutti gli appassionati di sci di fondo, dovrà in qualche modo fare fronte alla sfida climatica futura e superare così la prova del tempo.