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Ambiente

"L'Italia colpita da una delle più forti ondate di freddo degli ultimi 20 anni". Ma è davvero così eccezionale?

Le temperature nei nostri territori sono di qualche grado sotto la media del periodo e fioccano i titoli sull'eccezionalità di questa ondata di freddo. Perché non viene posto uguale risalto ai periodi, molto più numerosi e intensi, sopra la media di riferimento?

di
Giovanni Baccolo
19 febbraio | 18:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Basta un respiro a pieni polmoni in questi giorni per sentire che quest’aria ha effettivamente qualcosa di diverso. Leggera, profumata di freddo, secca. La massa d’aria che lambisce l’Italia in questi giorni ha origini lontane, nel gelido entroterra siberiano. Un gioco di basse e alte pressioni la ha spinta fino a noi, dove è arrivata però solo di striscio. In Europa Orientale, dalla Grecia all’Ucraina, passando per Turchia e Polonia, lo sbuffo freddo da est ha mostrato una forza assai maggiore che sui nostri territori, dove comunque si è fatto sentire.

 

I dati meteorologici dicono che sulle nostre regioni le temperature sono scese sotto la media del periodo di 4-5°C. È bastato questo perché fioccassero titoli in ogni dove sull’eccezionalità di questa “Ondata Polare” che a quanto pare non aveva uguali da almeno vent’anni sui nostri territori.

 

Eppure un periodo di pochi giorni sotto media di una manciata di gradi è quanto di più naturale ci possa essere. Non c’è nulla di anomalo o di estremo nel tempo meteorologico di questi giorni, anzi. Si chiama variabilità naturale, ogni tanto fa più caldo, ogni tanto fa più freddo, anche al tempo del riscaldamento globale. Vale lo stesso per le temperature molto più fredde che stanno attanagliando l’Europa invernale. Siamo in inverno e l’irruzione di aria fredda da est è un fenomeno noto e relativamente frequente per i settori europei più orientali.

 

Il problema comunicativo nasce dal fatto che in un mondo che continua a scaldarsi (abbiamo dimenticato quanto sia stato caldo gennaio 2024 a livello globale?) non riusciamo ad elaborare in modo corretto il significato di un periodo freddo. Non ce la facciamo, o meglio, non ce la fa una parte del mondo che comunica le notizie meteorologiche. Perché quando superiamo i +5°C rispetto alla media del periodo, ovvero molto molto spesso, non troviamo analoghi titoli e notizie sull'eccezionalità del fenomeno?

 

Solo pochi giorni fa scrivevo dell’ondata di freddo che ha coinvolto il Nordamerica e suggerivo due ragioni per questa distorsione comunicativa che invariabilmente coinvolge i periodi sotto media termica: 1) La nostra attenzione è attirata più dalla notizia controcorrente che non da quella allineata con il trend globale; il freddo è ormai la stranezza e chi fa informazione può sfruttare questo fatto per battere cassa in termini di click; 2) Quando si parla di eventi freddi chi è scettico sul cambiamento climatico si scatena perché “al tempo del riscaldamento globale non può fare freddo”; un periodo freddo sarebbe la “prova” che qualcosa non va, un supporto alle più bislacche teorie scettiche sul cambiamento climatico.

 

Amplificare, esagerare e distorcere le informazioni sui periodi freddi significa fare leva su questi meccanismi, mettendo in terzo (o quarto) piano il voler comunicare un dato scientifico correttamente.

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