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Ambiente

La passione dell’indimenticabile Andrea vive nelle figlie Elena e Francesca, storia dell'azienda Mieli Thun e di un prodotto "che recupera il valore del tempo"

"Legami imprescindibili come fiore e ape, padre e figlio". La storia di Mieli Thun è quella di una famiglia che con amore e tenacia tramanda una "dolce" tradizione. Tutto è partito da Andrea Paternoster, mielicoltore noneso tragicamente scomparso nel 2021. Un drammatico episodio che ha messo a dura prova la sua azienda. Fortunatamente le intuizioni, l’insegnamento e il carattere dell’indimenticabile Andrea sono state recuperate, aggiornate e potenziate dalle sue due figlie, Francesca ed Elena. Ecco la loro storia

 

di
Melixa
21 febbraio | 13:24

Miele, un nettare di saperi, un condensato di fascino e altrettanta stimolante golosità. Nonostante il pressapochismo dei tanti consumatori che ritengono il miele solo come ‘una cosa dolce’ da assaporare senza badare ai legami culturali, al ruolo delle api, l’importanza del valore nutraceutico. E stimolo di imprenditoria, da attuare nel massimo rispetto dell’habitat.

 

Il Trentino può essere orgoglioso della sua mielicoltura, scandita da schiere di provetti apicoltori, in sinergia con sagaci cultori dei campi (dei frutteti, soprattutto) e alcuni giovani imprenditori, decisi a ‘sussurrare alle api’, per recuperare i loro mieli. Tra i protagonisti assoluti della ‘nuova frontiera’ del miele è impossibile non citare la famiglia del compianto Andrea Paternoster, il mielicoltore noneso, tragicamente scomparso nell’aprile 2021 in un incidente stradale. Un drammatico episodio che ha messo a dura prova la sua blasonata azienda di Castel Thun, i suoi familiari e tutto il comparto del miele, non solo trentino. Fortunatamente le intuizioni, l’insegnamento e il carattere dell’indimenticabile Andrea sono stati recuperati, aggiornati e ulteriormente potenziati dalle sue due figlie, Francesca ed Elena.

 

Due giovanissime ragazze che sono riuscite a mantenere ai massimi livelli l’azienda di famiglia. E cimentarsi in nuove sfide. Hanno promosso tutta una serie di eventi, per rendere il miele - una ventina di tipologie nella gamma dei Mieli Thun - un prodotto nobile e nel contempo popolare, custode delle stagioni. Miele che recupera il valore del tempo, l’importanza di prendersi del tempo per sé e di dare tempo alle cose.

 

Proprio come l’aveva elevato Andrea Paternoster, un cercatore ‘errante’, tenace sostenitore della ‘quintessenza che nasce dall’acme della fioritura, raccogliendo il nettare in melari vergini’. Andrea puntava al ‘rinascimento del miele’: le figlie lo stanno elaborando.

 

Per rilanciare l’idea che il miele possa essere alimento quotidiano, nobile ingrediente da usare nei momenti più disparati, in tutte le preparazioni della cucina, tradizionale quanto innovativa. Nasce da questa ‘mission’ la stesura di un Manifesto dei mieli futuristi, per rispettare luoghi di raccolta, peculiarità vegetali, salutistiche e – dato che ape fa rima con vita – naturale quanto essenziale.

 

Francesca Paternoster ha la caparbietà della giovane imprenditrice. Gestisce in prima persona lo staff dei collaboratori che confezionano il prezioso lavoro delle api, delegando la sorella Elena al marketing e agli aspetti prettamente commerciali. Con risultati assolutamente vincenti.

 

Mieli Thun è presente nelle migliori gastronomie europee, proposto da chef e pasticceri d’assoluto prestigio, esporta verso l’estremo Oriente, Corea e Cina comprese. “Perché in quelle terre - spiega Francesca - non conoscono le fragranze sopraffine dei nostri mieli”, proposti pure con un packaging che ha fatto scuola, per stile e riconoscibilità.

 

Nella loro struttura aziendale stanno inoltre 'prendendo forma’ alcune barrette per sfiziose merendine, mentre evolve pure un progetto per la fermentazione alcolica dell’Idromiele, nonché un futuribile quanto rivoluzionario vermouth. Proseguendo pure la coalizione ‘Amici acidi’, vale a dire una micro produzione di aceto tradizionale, condivisa con altri 4 istrionici enologi, per avere un aceto rigorosamente a base di miele. Senza mai tralasciare la consueta gamma, dal raro miele di rododendro, il più ‘quotato’ proprio perché davvero nettare d’alta montagna; altrettanto gustoso e caratteristico la ‘melata d’abete’, poi il castagno, il tarassaco e quello dai pollini dei fiori del melo. Senza tralasciare una sequenza di mieli variegati, in tutto e per ogni gusto, a partire da quello di acacia, cardo, corbezzolo, edera, erba medica, girasole, lavanda, marruca, tiglio, timo, sulla e pure miele dall’albero del paradiso. E ancora – non perché banale – il classico millefiori.

 

Francesca ha pure ereditato il modo, la ritmica del linguaggio di suo padre Andrea. Che quando parlava era il miele stesso che prendeva voce. Non si limitava infatti a raccontarlo, ma lo faceva assaporare, facendo parlare nelle sue parole, il nettare dei fiori in prima persona. S’intuiva immediatamente il ronzio delle api. “Perché il miele, come diceva mio padre, è la sintesi di una grande storia, che deve essere divulgata, fatta conoscere, perché è un prezioso dono della Natura. Una sostanza dorata che dona gioia”.

 

Miele sinonimo di bontà. E di azioni solidali. Nasce da questa convinzione l'impegno delle sorelle Paternoster verso il Progetto Fondazione Pangea, una rete di soggetti, associazioni e istituti, che a vario titolo operano per sostenere donne vittime di violenza, aiutarle ad uscire dalla loro drammatica situazione.

 

Miele per ripensare il modo di vivere, ascoltare gli altri, stimolare col miele nuove forme e accostamenti col cibo. Le intuizioni di Andrea sono state applicate da schiere di cuochi e da quanti vogliono usare ‘dolce delle api’ non solo (banalmente) in caso di tosse o per dolcificare latte, caffè, bevande in genere.

 

Miele per elevare la piacevolezza di un sugo di pomodoro destinato alla quotidiana razione di pasta, ad esempio. O per caramellare certi arrosti, da mixare con crostacei, da usare con verdure. Da provare con la polenta di mais: un cucchiaino nell’acqua salata che bolle, prima di mescolare la polvere gialla.

 

Senza tralasciare il piacere della degustazione fine se stessa, assaporare per capire la piacevolezza di mieli veri indicatori della qualità della vita. Apicoltura che diventa apicultura. E’ vita, energia, entusiasmo, endorfine pure – ribadiscono i più preparati degustatori – ma anche tenacia, impegno, divertimento. E tanto altro ancora.

il brand
Melixa

Nata a Trento come una startup, Melixa si pone l’obiettivo di essere un partner di eccellenza degli apicoltori e dei centri di ricerca che studiano il benessere delle api, offrendo strumenti di monitoraggio da remoto che permettono il miglioramento nella gestione degli apiari e delle condizioni delle colonie di api. Melixa si prende cura dell’ambiente e della biodiversità offrendo una tecnologia innovativa, che consente di monitorare e migliorare la gestione del suolo e la relazione tra l'apicoltura e le colture agricole.

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