Gran Paradiso: "Dopo 300 veicoli l'ingresso al Colle del Nivolet sarà vietato e la sbarra si chiuderà". La proposta dell'Ente Parco
Con la pubblicazione dell'analisi degli impatti della strada per il Colle del Nivolet, è stata formulata una proposta preliminare di regolamentazione: "Il progetto - si legge nel comunicato - è stato pensato per proteggere l’ambiente montano e ottimizzare la gestione dei flussi turistici, evitando il sovraffollamento e garantendo una fruizione più equilibrata delle risorse naturali. Il sistema di monitoraggio e misurazione strumentale contribuirà a raccogliere informazioni importanti per future analisi, aiutando a calibrare ulteriormente le politiche di gestione del traffico e della sostenibilità"
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di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Fino al 2003, sul Colle del Nivolet la circolazione delle auto, la domenica, era libera. Poi il progetto A piedi tra le nuvole - coinvolgendo la Città Metropolitana di Torino e i Comuni di Ceresole Reale e Valsavarenche - ha portato alla chiusura della strada durante le domeniche di luglio e agosto. Il Parco Nazionale del Gran Paradiso si è fatto così promotore di un’idea di mobilità dolce e alternativa per i passi montani, favorendo gli spostamenti in bicicletta o a piedi e al contempo limitando il traffico automobilistico.
Negli ultimi due anni non è stato tuttavia raggiunto un accordo tra i comuni per l'ampliamento del numero di giornate coinvolte nel progetto, di conseguenza la scorsa estate l’Ente Parco ha riaperto la strada al traffico domenicale.
Una scelta, questa, che mirava a uscire dallo stallo in cui le amministrazioni sono finite e a infondere un po' di coraggio politico. Come si leggeva la scorsa primavera nel sito del Parco, durante le domeniche estive "saranno effettuate misurazioni puntuali dei flussi automobilistici e dei loro impatti, sull'ambiente e sulla fauna, allo scopo di acquisire dati utili per arrivare alla definitiva regolamentazione della strada, a seguito della concertazione con gli Enti di riferimento".
Ed effettivamente così è stato. L'Ente ieri ha pubblicato l'analisi degli impatti della strada per il Colle del Nivolet:
"A seguito del monitoraggio svolto durante l’estate 2024 sulla SP50 per il Colle del Nivolet - comunica il Parco sui suoi canali social - con cui sono state effettuate misurazioni puntuali dei flussi automobilistici e dei loro impatti, sull'ambiente e sulla fauna, allo scopo di acquisire dati utili per arrivare ad una proposta di regolamentazione della strada, l’Ente Parco Nazionale Gran Paradiso ha presentato agli altri enti istituzionali coinvolti, Città Metropolitana di Torino, Regione Valle d’Aosta, Comuni di Ceresole Reale e di Valsavarenche, l’analisi degli impatti e la propria proposta preliminare di regolamentazione.
Preso atto del fatto che, per diverse ragioni, legate alla complessa rete di interessi in cui ricade la strada provinciale in oggetto, come prima fase di un progetto teso alla progressiva riduzione degli impatti, si propone una riduzione dei flussi veicolari, come avviene da tempo in molte strade di montagna dell’arco alpino, sia italiano sia europeo. L’obiettivo principale e prioritario è dunque quello di arrivare progressivamente alla massima riduzione possibile del numero di auto nell’area del Colle e dell’altopiano del Nivolet, zona di grande valenza ambientale".
Il comunicato prosegue spiegando che "la proposta prevede che l’accesso al Colle sia vincolato e contingentato con la chiusura della strada a partire dalla località del Serrù al Nivolet nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre, senza individuazione di fascia oraria. I veicoli in transito verrebbero fermati da una sbarra in corrispondenza del parcheggio del Serrù, dove i visitatori dovranno acquistare un’apposita Carta dei Servizi, acquistabile anche online, che permetterà l'accesso veicolare, oltre alla sosta nei parcheggi adibiti, segnalati con indicazioni a terra lungo la strada che conduce al Nivolet. L’accesso al Colle del Nivolet sarebbe quindi limitato al numero prefissato di transiti giornalieri: una volta raggiunto il limite, l'ingresso sarà vietato e la sbarra si chiuderà automaticamente. Tuttavia, ogni uscita registrata da un veicolo permetterà la riapertura della sbarra per consentire l'ingresso di nuovi visitatori. Un sistema elettronico garantirà il monitoraggio continuo degli accessi e delle uscite, consentendo di raccogliere dati utili a stimare gli impatti ambientali e sociali di questa nuova misura.
Il divieto di accesso, determinato dal numero prefissato di 300 ingressi, e condizionato all’acquisto della Carta dei Servizi sarebbe affiancato dall’attivazione di un servizio sostitutivo con navetta. Per quanto riguarda i giorni infrasettimanali si può prevedere la prosecuzione dell’iniziativa delle navette feriali già attiva negli scorsi anni, eventualmente incrementando il numero delle corse. L’attivazione della Carta dei Servizi, e con i relativi introiti, dovrebbe permettere di far sì che la navetta fosse gratuita, per incentivare l’uso dei mezzi pubblici a scapito dei veicoli a motore privati".
"Il progetto - si legge in conclusione - è stato pensato per proteggere l’ambiente montano e ottimizzare la gestione dei flussi turistici, evitando il sovraffollamento e garantendo una fruizione più equilibrata delle risorse naturali. Il sistema di monitoraggio e misurazione strumentale contribuirà a raccogliere informazioni importanti per future analisi, aiutando a calibrare ulteriormente le politiche di gestione del traffico e della sostenibilità".
Dopo la presentazione dei dati, pubblicati anche sul sito del Parco agli altri enti istituzionali coinvolti, il Parco afferma di rimanere "in attesa di un riscontro degli stessi per concordare le modalità di regolamentazione".