Contenuto sponsorizzato
Ambiente

Sono le torri d'acqua del pianeta e da loro dipendono oltre 2 miliardi di persone

L'Unesco e l'Organizzazione Meteorologica Mondiale hanno ufficialmente lanciato l’Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai: il 2025 è dedicato a evidenziare l’importanza cruciale di queste riserve di acqua dolce che negli ultimi sessant'anni sono dimezzate: "Queste formazioni non sono solo acqua congelata: sono i custodi della storia climatica del nostro pianeta, fonti di vita per miliardi di persone e luoghi sacri per molte culture. La loro rapida scomparsa ci ricorda che dobbiamo agire ora” ha dichiarato Audrey Azoulay, direttrice generale dell’Unesco

di
Sofia Farina
26 gennaio | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

“La conservazione dei ghiacciai è una delle sfide più urgenti dell’umanità. Queste formazioni non sono solo acqua congelata: sono i custodi della storia climatica del nostro pianeta, fonti di vita per miliardi di persone e luoghi sacri per molte culture. La loro rapida scomparsa ci ricorda che dobbiamo agire ora” con queste parole Audrey Azoulay, Direttrice Generale dell’Unesco, ha inaugurato il 2025, un anno cruciale per la salvaguardia dei giganti bianchi di cui spesso parliamo in questo spazio. Infatti, l'Unesco e l'Organizzazione Meteorologica Mondiale hanno ufficialmente lanciato l’Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai, dedicato a evidenziare l’importanza cruciale di queste riserve di acqua dolce che sostengono oltre 2 miliardi di persone in tutto il mondo.

 

I ghiacciai, “torri d’acqua del pianeta”, lo ricoprono per circa 700.000 chilometri quadrati e immagazzinano il 70% dell’acqua dolce globale. Tuttavia, come ben sappiamo, a causa del surriscaldamento globale, queste antiche formazioni stanno rapidamente scomparendo. Come commenta Celeste Saulo, Segretaria Generale dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale: “Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, e i ghiacciai hanno subito la più grande perdita di massa nei cinque decenni di monitoraggio. Questo deve essere un campanello d’allarme per il mondo intero”.

 

Le Alpi, così come le principali catene montuose dell'intero globo, sono fortemente colpite dal ritiro glaciale: tra il 1960 e il 2020, la superficie complessiva dei ghiacciai alpini si è ridotta di circa il 50% e gli esperti dell’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche avvertono che senza interventi rapidi, molti ghiacciai italiani potrebbero scomparire entro pochi decenni, con gravi conseguenze non solamente a livello ecosistemico, ad esempio in termini di biodiversità, ma anche per le attività umane, come l’approvvigionamento idrico, l'agricoltura e il turismo.

 

Il lancio dell’Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai è stato accompagnato dalla presa di impegno per la realizzazione di una serie di iniziative chiave che vanno dall'espansione dei sistemi globali di monitoraggio dei ghiacciai per migliorare la raccolta e l’analisi dei dati, allo sviluppo di sistemi di allerta precoce per i pericoli legati ai ghiacciai, dalla promozione di una gestione sostenibile delle risorse idriche nelle regioni dipendenti dai ghiacciai alla conservazione del patrimonio culturale e delle conoscenze tradizionali legate agli ambienti glaciali.


“I ghiacciai non si curano se crediamo nella scienza: si sciolgono al calore, sotto gli occhi di tutti - ha dichiarato John Pomeroy, co-presidente del Consiglio consultivo e professore presso l’Università di Saskatchewan -. Più di 2 miliardi di persone dipendono dalla neve e dal ghiaccio montano per rifornire fiumi, laghi e falde acquifere, sostenendo ecosistemi, agricoltura, energia e acqua potabile. Tutto questo è a rischio”.

 

E mentre le riserve idriche mostrano segni di cedimento, il nostro bisogno di acqua aumenta, insieme alla crescita della popolazione globale e del suo fabbisogno per vivere in un pianeta sempre più caldo.

 

Oltre a essere dei formidabili magazzini di acqua dolce, i ghiacciai custodiscono archivi insostituibili della storia climatica ed ambientale del nostro pianeta, e forniscono dati preziosi su modelli climatici storici e composizione atmosferica. Inoltre, rappresentano luoghi di profonda significanza culturale e spirituale per le popolazioni indigene in Asia, America Latina, Pacifico ed Est Africa. La loro scomparsa significherebbe la perdita irreversibile di ecosistemi unici e del patrimonio culturale riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

 

Proprio per questi motivi è stato istituito l’Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai 2025, per sottolineare l’urgente necessità di azioni ambiziose per ridurre le emissioni di gas serra e stabilizzare il clima e apre la decade dedicata alla salvaguardia delle terre alte e delle risorse idriche conservate in esse.

Nell'annunciare questa iniziativa, i rappresentanti dell'Unesco hanno fatto presente come da decenni l'istituzione chieda di valutare i cambiamenti della criosfera per migliorare la comprensione di questi processi e delle loro conseguenze da parte dei esponsabili delle decisioni a tutti i livelli, sottolineando la necessità di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importante ruolo che la neve, il permafrost e i ghiacciai nel sistema climatico e nel ciclo idrologico.

 

E proprio grazie a questo costante lavoro di advocacy, nel dicembre 2022, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite all'adozione di una risoluzione proposta dal Tagikistan che dichiarava il 2025 l'Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai, accompagnato dalla la proclamazione del 21 marzo come Giornata Mondiale per i Ghiacciai ogni ogni anno, a partire dal 2025.


Durante l'Anno internazionale, l'Unesco, insieme ad altri enti organizzerà eventi internazionali, tra cui una conferenza, ospitata dal Tagikistan, per facilitare il dialogo tra i responsabili politici, scienziati, la società civile e le altre parti interessate, con l'obiettivo di stimolare la collaborazione transdisciplinare e le soluzioni pratiche accanto alla ricerca e al monitoraggio. Inoltre, verranno organizzati workshop regionali a scopo di formazione e per facilitare la condivisione delle conoscenze sulla conservazione dei ghiacciai.

 

Se ad alcuni può sembrare un discorso stantio e banale, lo stato dell'arte delle misure di adattamento e mitigazione dei paesi e delle regioni che ospitano le torri d'acqua del pianeta ci racconta un'altra storia: quella di un problema che da decenni viene ignorato e che anno dopo anno si fa più grave e più urgente da affrontare.

 

Come ha affermato Bahodur Sheralizoda, presidente del Comitato per la Protezione Ambientale del Tagikistan: “Siamo fiduciosi che questa iniziativa mobiliterà la comunità globale, ispirerà azioni e promuoverà le politiche necessarie per proteggere queste risorse inestimabili”.

 

Governanti, istituzioni scientifiche, organizzazioni private e la società civile sono invitati a unirsi a questo sforzo globale: attraverso un’azione collaborativa e una maggiore consapevolezza, è ancora possibile lavorare insieme per preservare questi giganti di ghiaccio per le generazioni future.

 

Una particolare attenzione, all'interno di questo programma, è stata dedicata all'attivismo e al coinvolgimento e all'ascolto della popolazione più giovane, tramite diverse iniziative tra cui la chiamata a presentarsi e proporsi come i prossimi "youth mountain glacier ambassador", giovani ambasciatori dei ghiacciai montani. Per essere considerati per questo ruolo, bisogna essere attivisti del clima che hanno lavorato o studiato aspetti delle montagne e dei ghiacciai con una presenza attiva sui social media per contribuire ad amplificare le iniziative dell'Anno.

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Attualità
| 26 gennaio | 20:00
Sul dibattito che riguarda il progetto di collegamento dei comprensori sciistici di Colere e Lizzola è intervenuto anche Marco Albino Ferrari, scrittore e membro del comitato scientifico de L'AltraMontagna: "L’insensatezza sembra proprio ripetersi uguale a se stessa, come su una copia carbone: costruire nuovi impianti per lo sci-turismo a bassa quota – dunque senza alcuna prospettiva di vita – con ampio uso di fondi pubblici"
Alpinismo
| 26 gennaio | 20:00
Anche se seguiti da accompagnatori esperti e portatori, lungo percorsi attrezzati per facilitare l'ascesa, il raggiungimento della vetta della montagna più alta del pianeta è tradizionalmente un'impresa che richiede anche ai più frettolosi settimane di preparazione fisica e acclimatamento e poi decine di giorni per la scalata. Ora però, una nuova frontiera dell'alpinismo sembra essere all'orizzonte: scalate rapide di una sola settimana, grazie all'uso innovativo del gas xenon
Cultura
| 26 gennaio | 18:00
Entrare nel museo "non museo" della famiglia Zanni è un'esperienza impagabile. Sergio, classe 1934, a Piandelagotti gestiva una bottega che vendeva e riparava sci; l'attività commerciale è cessata ma, al suo interno, sono conservati reperti che consentono di ripercorrere oltre un secolo di sci alpino e nordico. Nel 2004, in occasione dei campionati italiani di sci di fondo, venne presentato il "museo storico dello sci". Passato il clamore dell'evento agonistico, però, il progetto finì nel dimenticatoio
Contenuto sponsorizzato