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Ambiente

Terre alte: da aree marginali a centri culturali? In montagna i cambiamenti positivi arrivano prima e i progetti negativi si notano con maggiore evidenza

È ormai evidente che in montagna, se da un lato continuano a essere riproposti investimenti miopi che si riflettono in modalità turistiche che a causa dei cambiamenti climatici stanno camminando rapidamente verso il baratro, dall’altro stiamo iniziando ad assistere a nuove pratiche aderenti alle caratteristiche ambientali del presente e, di conseguenza, capaci di anticipare i tempi facendosi modello a cui mirare. Di seguito l'elenco delle Bandiere Verdi e Nere di Legambiente

di
Pietro Lacasella
28 maggio | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Che il vento stia cambiando? Che stia iniziando a soffiare dall’alto scardinando la diffusa sicurezza che le innovazioni culturali arrivino sempre e solo dal basso, dalla pianura?

 

Sono domande a cui è difficile rispondere. È tuttavia ormai evidente che in montagna, se da un lato continuano a essere riproposti investimenti miopi che si riflettono in modalità turistiche che a causa dei cambiamenti climatici stanno camminando rapidamente verso il baratro, dall’altro stiamo iniziando ad assistere a nuove pratiche aderenti alle caratteristiche ambientali del presente e, di conseguenza, capaci di anticipare i tempi facendosi modello a cui mirare. E in un presente storico sempre più assetato di buoni esempi, questi progetti sono acqua freschissima.

 

Il fatto che tali realtà virtuose stiano progressivamente aumentando è dunque un’ottima notizia. Un incremento evidenziato dal report annuale di Legambiente Bandiere Verdi e Bandiere Nere, finalizzato a individuare i progetti più lungimiranti e quelli meno avveduti delle Alpi.

 

“Alpi sempre più green, attente alla sostenibilità e all’innovazione – si legge sul sito di Legambiente –. A testimoniarlo è lo sprint nel 2024 delle bandiere verdi, il riconoscimento che Legambiente assegna ogni anno all’arco alpino, che arrivano a quota 23, registrando un +15,7% rispetto al 2023 (erano 19). Vessilli green che hanno per protagonisti comunità, territori, cittadino, associazioni e amministrazioni capaci di puntare su sostenibilità e innovazione dando un nuovo futuro ai luoghi montani, minacciati da crisi climatica e spopolamento abitativo”.

 

“Se osservati singolarmente – prosegue Legambiente – i progetti premiati con la bandiera verde possono apparire come frammentati esempi di buona volontà, insignificanti nel contesto politico/economico che stiamo vivendo, ma non è così: la ricomposizione di queste situazioni puntiformi ci restituisce un quadro ampio e articolato, dove ancora una volta le aree montane dimostrano di anticipare i tempi del cambiamento più che altrove”.

 

Agricoltura, turismo consapevole e convivenza uomo-natura anche con i grandi predatori sono i tre grandi filoni delle 23 bandiere verdi di quest’anno premiate dall’associazione ambientalista in occasione del VIII Summit nazionale delle Bandiere Verdi.

 

 

Di seguito l’elenco delle Bandiere Verdi e delle Bandiere Nere redatto da Legambiente:

 

Piemonte, 5 bandiere verdi. Si va dal progetto REACTION sulla gestione sostenibile dei castagneti avviato dal dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino e partner all’associazione EGDA per la promozione e valorizzazione delle identità gastronomiche e culturali. Dal comune di Moncenisio (TO) per il recupero e la trasformazione delle Casermette al lavoro messo in campo da associazioni e realtà territoriali del Cammino dei Ribelli, a Val Borbera (AL), per far conoscere il territorio attraverso il Cammino dei Ribelli. Vessillo green anche alla Regione Piemonte per l’operazione “Pagamento compensativo per le zone forestali Natura 2000” del PSR 2014-2022.
3 le bandiere nere 2024: al Comune Chiusa Pesio (CN) per la costruzione della pista skiroll in Valle Pesio; alla Provincia di Torino per il malfunzionamento della linea ferroviaria Torre Pellice-Pinerolo-Chivasso. Al comune di Bardonecchia (TO) per il mancato contenimento dei mezzi motorizzati che in estate invadono sentieri e strade di montagna.

 

Valle D’Aosta, 4 bandiere verdi: si va dal comune di Champdepraz (AO) per il suo percorso verso il raggiungimento dell’obiettivo “Rifiuti Zero” alla Cooperativa sociale ExEat per la riapertura del rifugio Alpe Bonze unendo sostenibilità e inclusione sociale prevedendo anche opportunità di formazione professionale per i ragazzi disabili. Dal comune di Courmayeur (AO) per l’istituzione di un servizio navette di collegamento con le valli al progetto agricolo Paysage à Manger, a cura della società Semplice Agricola, per la tutela e valorizzazione della biodiversità agricola.
2 le Bandiere Nere: la prima al progetto di strada poderaleintervalliva voluto dai Comuni di Brusson e Gressoney Saint Jean e dalla Regione Valle D’Aosta (AO); la seconda alla Cervino S.p.A per l’aggressione al ghiacciaio del Teodulo con il progetto Matterhon Cervino Speed Opening.  

 

Lombardia, 4 bandiere verdi: dalla Valchiavenna con sei realtà premiate per il recupero dell’agricoltura montana e la valorizzazione delle varietà agronomiche locali alla società Economica Valtellinese, a Sondrio (SO), per i percorsi formativi Montagna 4.0 – FUTURe ALPS. Dal Museo del latte di Vendrogno, a Bellano (LC), alla cooperativa Sociale Eliante Onlus, Coldiretti Bergamo, WWF Italia e WWF Bergamo-Brescia, Parco Orobie Bergamasche (e Parco Mont Avic-AO) per aver avviato azioni concrete di miglioramento della convivenza tra allevamento e grandi predatori.
1 Bandiere Nera: alla Società RSI srl controllata da Valle Decia (BG) per la recente riproposizione di un progetto di collegamento intervallivo per il turismo dello sci, vecchio di 25 anni, tramontato per problemi finanziari e ambientali. 

 

Veneto, 4 bandiere verdi: Dal trekking letterario promosso dallo scrittore Matteo Righetto e dall’Ufficio Turistico di Colle Santa Lucia (BL) con l’Alta Via dell’Orso al progetto “Convivere con il lupo si può” del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi (BL). Dal Gruppo Archeologico Cadorino, a Calalzo (BL), impegnati nella difesa e rivalutazione del patrimonio archeologico esistente, all’associazione La Calantina e Avviso Pubblico per il recupero e la cura della casa colonica alpina a Calalzo di Cadore (BL).
1 Bandiera Nera: all’Unione Montana Alto Astico per l’approvazione del contratto di concessione dell’area “Fratte” alla società Fiorentini Folgaria Srl per la realizzazione della nuova seggiovia Le Fratte – Monte Campolon.

 

Friuli-Venezia Giulia, 3 bandiere verdi. Al Geoparco delle Alpi Carniche, a Tolmezzo (UD), per favorire la conoscenza del patrimonio geologico e paesaggistico delle Alpi Carniche.  Alla Cooperativa CRAMARS, e ai Comuni di Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto, Comeglians, Resia, Resiutta, Stregna e Savogna, per aver saputo ricucire le relazioni della comunità attraverso il progetto “Riabitare la Montagna” a partire dalle esigenze di chi ci abita. 
2 Bandiere nere: a Friuli-Venezia Giulia Strade e Consiglio comunale di Verzegnis (UD) per la realizzazione di una costosa ed inutile rotatoria in località Avons; altra bandiera nera all’assessorato alle attività produttive e turismo e Promoturismo Friuli Venezia Giulia per i progetti di nuove infrastrutture nel Tarvisiano dedicate allo sci. 

 

Liguria, 1 bandiera verde: all’associazione Alta via dei monti liguri per la realizzazione e gestione dell’omonimia alta via, in un’ottica di destagionalizzazione e distribuzione più equilibrata dei flussi turistici.

 

Provincia di Trento, 1 bandiera verde alla Cooperativa Edera per aver fornito un’opportunità di mercato ai piccoli produttori biologici rendendoli un punto di aggregazione nel quartiere.  

 

Alto Adige, 1 bandiera verde al Gruppo ambientalisti Val Venosta; AmUm-MeranO; Gruppo ambientalisti Caldaro; Gruppo ambientalisti Val Isarco Hyla; Ufficio Natura Provincia Autonoma di Bolzano; Thomas Wilhalm, ideatore e coordinatore (Gruppo ambientalisti Val Venosta) per l’adozione di aree protette (biotopi) da parte di volontari.
1 Bandiera nera: al Comune di Caldaro (BZ) per la progettazione di bacini di accumulo che comportano la perdita e distruzione di 14,9 ettari di bosco di alto valore naturalistico. 

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