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Ambiente

Rifugi sentinella del clima e dell'ambiente: "fare rete per capire come la montagna sta cambiando e divulgarlo a chi la vive e frequenta"

Alla base del progetto Rifugi Sentinella del Clima e dell'Ambiente c’è l’obiettivo di migliorare la conoscenza degli ambienti ed ecosistemi di alta quota, oltre che la comprensione dei fenomeni climatici in atto, attraverso attività di monitoraggio che potranno coinvolgere attivamente i rifugi e le stazioni e gli osservatori climatici. L’idea si è concretizzata in una collaborazione tra il Cnr, tramite il Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente e il Club Alpino Italiano, tramite il Comitato Scientifico Centrale

di
Sofia Farina
14 aprile | 18:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

“Quando lo zero termico d'estate oscilla fra 4000 e 5000 metri e lo fa per due mesi il permafrost viene inesorabilmente sottoposto a dei cicli di gelo e disgelo che destabilizzano l'ammasso e molto spesso lo fanno crollare - racconta Guido Nigrelli, ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche -. C’è un fermento climatico: la montagna sta semplicemente rispondendo ad un cambiamento delle condizioni climatiche e noi dobbiamo intercettare e capire le cause e gli effetti e trasferirli a chi in montagna ci lavora, la frequenta e ci vive. Lo scopo del progetto Rifugi Sentinella è fare rete per mettere insieme queste conoscenze, per diffonderle e comunicarle nella maniera più semplice possibile e con gli strumenti che oggi la tecnologia ci mette a disposizione”.

 

Alla base del progetto Rifugi Sentinella del Clima e dell'Ambiente c’è proprio l’obiettivo di migliorare la conoscenza degli ambienti ed ecosistemi di alta quota, oltre che la comprensione dei fenomeni climatici in atto, attraverso attività di monitoraggio che potranno coinvolgere attivamente i rifugi e le stazioni e gli osservatori climatici. L’idea si è concretizzata in una collaborazione tra il Cnr, tramite il Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente e il Club Alpino Italiano, tramite il Comitato Scientifico Centrale.

 


Rifugi che hanno aderito al progetto. Fonte: Rifugi Sentinelle del Clima e dell'Ambiente

 

Come racconta Nigrelli: “Gli effetti dei cambiamenti climatici in alta quota sono diversi e vanno dalla drastica riduzione delle masse glaciali, allo spostamento verso l'alto di molti ecosistemi, passando per la degradazione del permafrost che porta alla instabilità di alcune infrastrutture, rifugi alpini compresi, e ai processi di instabilità naturale, ovvero le frane”. E se all’ambiente glaciale alpino sempre più spesso si sostituiscono pareti rocciose instabili, pietraie, morene, e aumenta l'instabilità dei versanti recentemente deglaciati, bisogna comprendere come questo aumenti rischi e pericoli per chi vive la montagna e per chi la frequenta, offrendo situazioni ambientali profondamente molto diverse rispetto a pochi decenni fa.

 

Diventa allora di fondamentale importantza studiare i nuovi scenari correlati con l’aumento delle temperature, anche al fine di divulgare e proporre forme di frequentazione della montagna più sicure e consapevoli: “Si tratta di un ambiente in rapida trasformazione, che passa da ambiente glaciale ad ambiente percorribile, che invoglia ad essere visitato, ma non c'è una sentieristica. Tra gli obiettivi del progetto c’è proprio quello di educare gli escursionisti a frequentare una nuova montagna, in cui i ghiacciai si ritirano ed emergono nuovi spazi”.

 

Una delle prime attività svolte all’interno del progetto è stata quella di monitorare scientificamente gli ambienti montani italiani e di individuare in essi una Rete di Rifugi CAI e di Osservatori CNR, già presenti lungo tutta la dorsale Alpina ed Appenninica, isole comprese. Queste strutture sono localizzate in siti in grado di soddisfare i requisiti di rappresentatività ambientale e climatica, di logistica e di connettività. La rappresentatività geografica è un parametro molto importante per dare validità al dato meteorologico raccolto, che deve poter raccontare tutto l'arco alpino e appenninico: "Le stazioni meteorologiche che abbiamo installato non coinvolgono direttamente i rifugisti perchè lavorano in modo automatico, come le webcam - commenta Nigrelli - tuttavia il ruolo dei rifugisti è molto importante perchè sono degli osservatori sul posto, che vivono quel luogo tutta la stagione e possono osservare l’ambiente che li circonda, fare dei rilievi anche solo fotografici, ad esempio dei ghiacciai". 

 


Mappa dei rifugi e degli osservatori che hanno aderito al progetto. Fonte: Rifugi Sentinelle del Clima e dell'Ambiente

“Oltre ai dati meteorologici e visivi, raccolti con le stazioni meteo e le webcam, vengono e verranno svolte anche indagini di altro tipo, ad esempio sulla geologia, sulle condizioni floristico vegetazionali” racconta Nigrelli “infatti il Cnr ha messo a disposizione un’infrastruttura per raccogliere e conservare i dati che saranno poi elaborati, interpretati e resi disponibili in in diverse modalità ed elaborazioni sui canali del partner del progetto”.

 

Alcuni risultati scientifici già ottenuti sono consultabili sul sito del progetto, come ad esempio l’articolo scientifico intitolato “Ghiacciai in estinzione e crisi della biodiversità” che racconta come i cambiamenti climatici minaccino la criosfera alpina, habitat protetto dall’Unione Europea. 

 

Ad ogni modo, al di là delle pubblicazioni tecniche, una parte fondamentale del progetto è costituita proprio dall’aspetto della comunicazione al grande pubblico: “Lo scopo è divulgare, far uscire questa conoscenza dai convegni e dall’accademia e renderla disponibile a tutti i frequentatori della montagna - racconta Nigrelli -. Stiamo preparando dei corso di formazione ai gestori dei rifugi relativamente al riconoscimento dei pericoli e dei rischi, in modo che possano poi agire come moltiplicatori, diffondendo questa conoscenza a coloro che passano di lì”. 

 

"Lo scopo - conclude Nigrelli - è che questa conoscenza sia utile a tutti e che la ricerca e l'osservazione diano modo di capire come la montagna sta cambiando e come dobbiamo cambiare l'approccio alla montagna".

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