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Ambiente

Nutrimento in abbondanza, temperatura e umidità costanti: rondini e vacche, una formidabile convivenza

Uno studio condotto da Muse, Lipu e Università di Milano chiarisce il ruolo ecologico delle rondini all’interno delle stalle. I risultati mostrano l’effetto che questi uccelli migratori insettivori possono avere sul tasso di attività delle mosche, loro potenziali prede, portatrici di diversi patogeni e stress per il bestiame allevato

di
Sofia Farina
29 marzo | 18:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

“Non sempre il 21 di marzo arrivano le rondini, ormai sono poche anche loro, ma di certo è una grande data perché la durata del giorno e della notte è uguale in ogni punto della terra: potrebbe essere un'idea per affratellare tutti gli uomini almeno in quel giorno” scriveva Mario Rigoni Stern.

 

E proprio il 21 marzo è stato pubblicato un articolo scientifico, frutto della collaborazione tra Muse, Lipu e Università di Milano, sul ruolo ecologico delle rondini all’interno delle stalle.

 

L’articolo, pubblicato dalla rivista internazionale Journal of Applied Ecology, racconta i risultati di uno studio incentrato sull’effetto della presenza e dell’abbondanza delle rondini all'interno delle stalle possono avere sul tasso di attività delle mosche, potenziali prede, e portatrici di diversi patogeni e stress per il bestiame allevato.

 

L’abbondanza relativa di rondini e mosche è stata misurata per 16 settimane in nove diversi allevamenti in Val di Non, in Trentino, occupati o meno da rondini nidificanti, raccogliendo dati settimanali sul tasso di attività delle mosche e sulla presenza di rondini, sulle dimensioni della covata e sul numero e sull'età dei pulcini. 

 

La valutazione dell’effetto delle rondini su questi insetti ha mostrato come il tasso di attività delle mosche aumenti con la temperatura e nel corso della stagione, un incremento molto meno marcato in presenza di rondini e ulteriormente limitato quando le rondini sono relativamente abbondanti. 

 

La rondine Hirundo rustica, uno dei più noti uccelli migratori, pur avendo una grande rilevanza ecologica ed essendo fortemente radicata nella cultura contadina di molte aree, tra il 1980 e il 2021 ha subito un declino del 19% (dati del Farmland bird index). L'intensificazione dell'agricoltura, gli insetticidi e i cambiamenti climatici si aggiungono ad altri impatti che insistono sia sulle aree di svernamento che su quelle di riproduzione di questa specie migratoria, come il degrado degli habitat nell'Africa sub-sahariana, la ridotta disponibilità di siti di nidificazione in Europa e il generalizzato calo degli insetti.

 

Francesca Roseo, leading author dell’articolo insieme a Marco Salvatori, ricorda le ragioni alla base di questo lavoro e le sue implicazioni anche a larga scala: “Questo studio è stato fortemente voluto da MUSE, Lipu e Università di Milano, perché il calo di questa specie carismatica e di tanti altri uccelli insettivori meno noti è davvero preoccupante. Abbiamo bisogno di approcci innovativi per contrastare il declino della biodiversità nel settore agricolo e zootecnico e trovare delle sinergie tra le attività umane e la conservazione della biodiversità è fondamentale. Inoltre, se vogliamo raggiungere gli obiettivi di iniziative cruciali per la sostenibilità a livello globale, come quelli di Agenda 2030, del Green Deal europeo e del Global Stock Take redatto all’ultima COP28, dobbiamo impegnarci seriamente nell’applicare le Soluzioni Basate sulla Natura (Nature-based Solutions). Per poterlo fare, dobbiamo prima di tutto migliorare le nostre conoscenze scientifiche, così da supportare lo sviluppo sostenibile attraverso delle valutazioni davvero robuste”.

 

La collaborazione degli allevatori trentini coinvolti nel progetto è stata fondamentale” - ha commentato Alberto Bertocchi, della Lipu di Trento, perchè ha permesso di “formulare un protocollo da seguire all’interno delle stalle con i nidi di rondine, in modo da consentirne la presenza senza che essa crei “intralci”, ponendo le basi per la loro tutela e per far sì che gli allevatori possano beneficiare del loro prezioso contributo”. L’importanza del dialogo con gli allevatori è sottolineata anche da Francesca Roseo, che commenta: “Bisogna tenere a mente che la perdita di biodiversità a livello mondiale è trainata anche dallo sviluppo insostenibile del settore agricolo e zootecnico come risposta all’aumento del numero di persone sul pianeta”. Infatti, continua Roseo: “Con l’aumentare della popolazione umana - e l’attuale incapacità di gestire equamente le risorse alimentari tra Sud e Nord globale - vi è una conseguente richiesta maggiore di risorse alimentari; questo significa trovare nuovi terreni da convertire in campi o allevamenti e in molti casi questi nuovi spazi vengono ricavati attraverso la distruzione di habitat fondamentali sia per la biodiversità ma anche per noi. Non dobbiamo dimenticare che le persone dipendono dai servizi ecosistemici che la natura provvede, come ossigeno, acqua potabile e regolazione del clima”. 

 

La ricercatrice spiega anche l’origine di questo legame tra la rondine e i bovini: “La rondine è una specie che vive a stretto contatto con la specie umana e ormai nidificano quasi esclusivamente su strutture umane. Non è ancora confermato, ma dei ricercatori americani dopo aver studiato il DNA delle rondini ritengono che potrebbe essere quasi impossibile separare l'evoluzione di questi uccelli dal contesto antropizzato in cui si sono evolute”. La conseguenza è che “è molto difficile che le rondini in Europa nidifichino in ambiente naturale e proprio per le loro particolari condizioni di temperatura e umidità costante date dalla presenza degli animali, per la presenza degli insetti volanti, le rondini trovano all'interno delle stalle il posto ideale in cui nidificare”. 

 

Roseo ricorda anche che le stalle sono essenzialmente “gli ultimi posti in cui le rondini possono nidificare indisturbate” nonostante in realtà i nidi di rondine sarebbero tutelati da numerose leggi, tra cui la Direttiva 409/1979 della CEE (la direttiva uccelli) e la legge nazionale 157/1992 che norma la protezione della fauna omeoterma e il prelievo venatorio.

 

Le mosche, possibile nutrimento per le rondini, sono inoltre le responsabili della trasmissione di malattie anche molto gravi” spiega la ricercatrice “basti pensare che la mosca canina solo in America all'anno causa più di due miliardi  di dollari di danni al settore zootecnico perché trasmette delle malattie che rendono meno produttiva la vacca da latte andando ad incidere sulla produzione totale dell’azienda. Si tratta proprio di un win-win scenario, attraverso la collaborazione con gli agricoltori possiamo tutelare i nidi di rondine e permettere la presenza di questi uccelli all’interno delle stalle, le quali ci “ringraziano” riducendo l’attività delle mosche limitando quindi la trasmissione di patogeni alle vacche allevate” 

 

“Rondini e allevatori possono essere alleati gli uni degli altri”, aggiunge Mattia Brambilla, ecologo presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano “questo studio rappresenta un esempio dei servizi ecosistemici che molte specie ci offrono, facendo luce sul contributo degli uccelli insettivori in particolare. La conservazione di questi animali porta benefici anche ad allevatori e consumatori, e ci ricorda che abbiamo bisogno di ecosistemi “sani” e funzionanti per far fronte alle sfide ambientali che dobbiamo affrontare”.

 

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