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Ambiente

L'edizione 2024 del Parlamento dei Giovani della Convenzione Alpina si conclude con otto proposte per una nuova gestione della regione alpina

Il Parlamento dei giovani della Convenzione Alpina si riunisce una volta l'anno, ogni volta in un diverso paese dell'arco alpino. L'ultima edizione si è svolta in Slovenia, a Kamnik, dove 70 giovani di sei paesi della convenzione si sono riuniti per elaborare delle richieste politiche per l’area alpina

di
Sofia Farina
26 aprile | 19:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Il Parlamento dei giovani della Convenzione Alpina (Youth Parliament to the Alpine Convention, Ypac) si svolge una volta l’anno e viene ospitato, ciclicamente, da tutti i paesi dell’arco alpino. L’ultima edizione si è svolta a marzo in Slovenia, a Kamnik, dove ben 70 giovani dai sei paesi della convenzione si sono riuniti per elaborare delle richieste politiche per l’area alpina. 

 

La Ypac è una simulazione parlamentare avviata nel 2006 da un gruppo di studenti e insegnanti dell'Akademisches Gymnasium Innsbruck e della Convenzione delle Alpi e riunisce giovani provenienti da diverse regioni per discutere temi di attualità riguardanti la regione alpina. Il suo obiettivo è quello di fornire una panoramica delle strutture parlamentari e dei temi di attualità che interessano la regione alpina, specialmente per i più giovani e di rendersi una piattaforma per lo scambio culturale.

 

Diverse tra le precedenti edizioni di Ypac si sono svolte in Italia e in particolare a Merano (2009 e 2022) e Bassano del Grappa (2016).

Durante l’ultima riunione, i lavori si sono svolti tramite la creazione di quattro commissioni che hanno elaborato richieste sui temi del cambiamento climatico, della qualità della vita, della biodiversità e dei beni culturali che sono state presentate, discusse e rielaborate durante l'Assemblea generale finale. 

 

Tra le proposte emerse dalla discussione molte sono finalizzate alla sensibilizzazione: ci sono percorsi didattici sulla biodiversità, l'introduzione di escursioni nelle aree protette per le scolaresche, di un marchio a livello alpino per gli alimenti prodotti nelle aree protette.

 

Alcuni delegati, intervistati sul posto da membri di Cipra Internazionale (che da più di dieci anni è partner ufficiale del progetto), si sono mostrati molto contenti dell’iniziativa e del percorso fatto, come Vita Fink, di Innsbruck, che aveva già partecipato anche l'anno precedente: "È molto divertente esprimere la propria opinione ed è emozionante vedere come tutte le idee competano tra loro e vengano poi discusse!". Qualcun altro, come Žan Gerič, sloveno, ha voluto rimarcare l’urgenza di questo tipo di azioni: "Dobbiamo fare qualcosa per i pilastri su cui si regge il mondo, e dobbiamo farlo ora, finché i pilastri sono ancora in piedi".

L'Assemblea, al termine dei lavori, ha approvato otto risoluzioni (che possono essere lette per intero qui) suddivise nelle quattro macro-aree tematiche di tavoli di lavoro.

 

Tra esse, all’interno della macro-area qualità della vita, c’è anche una proposta denominata “Qualità più che quantità: un nuovo modo di gestire il turismo di massa”. In essa viene affrontato il tema delle sfide imposte dal turismo di massa nelle Alpi, in particolare all'interno delle aree protette, dove contribuisce a problemi quali il sovraffollamento, il degrado ambientale e la congestione del traffico, e impatta anche sulla qualità della vita delle comunità locali nelle aree protette. 

 

Per risolvere questi problemi, la proposta ipotizza l'istituzione di centri visitatori, con biglietti d'ingresso specifici, limitati anche in considerazione delle esigenze di conservazione della flora e della fauna, per l'accesso alle aree naturali protette “per regolare efficacemente il numero di turisti, garantendo a tutti l'opportunità di apprezzare le bellezze naturali delle Alpi” e la promozione del trasporto pubblico che è “fondamentale per alleviare il problema della congestione del traffico e favorire un ambiente più tranquillo e meno inquinato sia per i residenti locali che per la fauna selvatica”. I processi suggeriti “verrebbero supervisionati dall'associazione turistica regionale e dal dipartimento ambientale locale, che individuerebbero anche le aree in cui implementare il programma”. Il controllo dell’effettivo rispetto di queste limitazioni verrebbe realizzato da “ranger dislocati in tutte le aree protette”. Un punto importante è legato ai residenti che “identificati attraverso un "documento d'identità locale", avrebbero libero accesso alle aree”. La gestione di queste iniziative avverrebbe tramite dei centri visitatori locali, che ospiterebbero anche guide e accompagnatori per scoprire e vivere il luogo con maggior consapevolezza. E proprio i centri visitatori, sottolineano i giovani nella proposta, “aprirebbero delle opportunità di lavoro tutto l'anno per i residenti, sostenendo così l'economia locale”.

Durante l’ultimo giorno della riunione da poco conclusa, si è anche tenuto un incontro con le altre organizzazioni giovanili dell’arco alpino: il consiglio consultivo dei giovani dell'Eusalp (European Strategy for the Alpine Region) e il consiglio dei giovani della Cipra internazionale. Durante questa occasione di dialogo è stato dato particolare risalto ai temi relativi all'attuale presidenza slovena di Eusalp, come la gestione delle risorse idriche alpine, parlando di scarsità d'acqua, eventi meteorologici estremi e inquinamento idrico, nonché di possibili soluzioni.

 

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