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Ambiente

La storica cartiera Pirinoli è un "cantiere della transizione ecologica". Tra economia circolare, innovazione e sostenibilità: la campagna di Legambiente

In Piemonte, a Roccavione all'imbocco delle Valli Gesso e Vermenagna, c’è la Cartiera Pirinoli, un’impresa che nel legame con il suo territorio ha saputo trovare linfa per uno sviluppo economico attento all’ambiente e alle persone. L’ha visitata Legambiente insieme a Comieco, il Consorzio Nazionale che si occupa del recupero e del riciclo degli imballaggi a base cellulosica, nell'ambito della campagna "I cantieri della transizione ecologica": un’esperienza virtuosa con una storia secolare alle spalle tra periodi d’oro, momenti difficili e una rinascita grazie ai suoi stessi operai

di
Daria Capitani
20 aprile | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Le statistiche spesso ci consegnano l’immagine di un’Italia come fanalino di coda nelle classifiche internazionali sulla transizione ecologica. Eppure ci sono luoghi, e impianti, in cui lo Stivale può essere un faro per l’Europa. Con la campagna “I cantieri della transizione ecologica”, Legambiente punta a dare voce - in un censimento in continuo aggiornamento - ai progetti, alle imprese, alle comunità e alle Amministrazioni che hanno avviato un percorso virtuoso per contrastare la crisi climatica. Da Aquilonia in Campania, dove è attivo un impianto di repowering per impianti eolici, fino a Schiavon in provincia di Vicenza, dove un imponente impianto di biometano trasforma i reflui zootecnici in energia rinnovabile e fertilizzante naturale. A Catania, nelle Acciaierie di Sicilia che producono “acciaio ecosostenibile” B450C S, ma anche in Friuli Venezia Giulia alla scoperta dei percorsi di decarbonizzazione della filiera italiana del vetro. Un lungo viaggio lungo la penisola (dallo scorso maggio sono state visitate 23 realtà) alla scoperta delle eccellenze che credono nella riconversione tecnologica a favore dell’ambiente.

 

In Piemonte, c’è un’impresa che nel legame con il suo territorio ha saputo trovare linfa per uno sviluppo economico attento all’ambiente e alle persone. Legambiente l’ha visitata l’11 aprile scorso, in occasione della Paper Week, sette giorni dedicati al recupero e al riciclo della carta, fortemente voluti da Comieco in rete con Federazione Carta e Grafica, Unirima e con il patrocinio di Anci, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Utilitalia e Rai per la Sostenibilità. Proprio insieme a Comieco, il Consorzio Nazionale che si occupa del recupero e del riciclo degli imballaggi a base cellulosica, l’associazione ambientalista ha raggiunto Roccavione, un Comune di poco più di 2500 abitanti all’imbocco di due Valli, Gesso e Vermenagna. Si tratta di un centro storico che porta i segni di un passato antico, ma è anche la terra in cui ha preso forma l’esperienza virtuosa della Cartiera Pirinoli, una storia secolare alle spalle tra periodi d’oro, momenti difficili e una rinascita grazie ai suoi stessi operai.

 

 

Fondata nel 1872 da Gaspare Pirinoli come impresa a conduzione familiare, la Cartiera vanta 152 anni di storia. All’inizio degli Anni 2000 è stata tra i primi dieci produttori in Europa di cartoncino patinato per astucci da fibra riciclata con una produzione di oltre 100mila tonnellate l’anno, ma la crisi economica l’ha travolta nel 2014. Per scongiurare il fallimento, nel 2015 gli operai hanno fondato una società cooperativa, diventando gli attori protagonisti della rinascita.

 

La cartiera oggi è specializzata nella produzione di cartoncini patinati e monolucidi per astucci pieghevoli e cartone grigio per tubi o per interfalda. Il cartoncino patinato, riciclabile al 100 per cento, serve per la realizzazione di imballaggi primari, protegge il prodotto e può essere personalizzato con messaggi rivolti al consumatore. I tubi in cartone riciclato vengono utilizzati per il sostegno dell’imballaggio flessibile come la carta, il politene, le stoffe. Un fiore all’occhiello in ambito piemontese, Legambiente l’ha scelta come "ottimo esempio di economia circolare, che negli anni ha puntato sempre di più su innovazione e sostenibilità. Il sito produttivo, provvisto di Autorizzazione integrata ambientale (Aia), utilizza per il 100 per cento materie prime fibrose provenienti dalla raccolta differenziata cittadina o da altri processi di riciclo. L’acqua si recupera per il 95 per cento dal ciclo produttivo e lo stabilimento è anche dotato di un impianto di cogenerazione ad alto rendimento e basse emissioni di ultima generazione che lo rende completamente autosufficiente sul piano del fabbisogno energetico". Oggi produce circa 95mila tonnellate l’anno di carta dando lavoro a 96 persone: di queste, 77 sono soci.

 

 

Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente: "Il nostro paese a livello europeo dà l’esempio in termini di riciclo e raccolta della carta. Lo dicono i risultati, con oltre il 90 per cento di raccolta differenziata e il grande lavoro delle cartiere come quella di Roccavione, esempio anche di virtù e resilienza civica. Oggi la transizione ecologica e la decarbonizzazione passano anche dal riciclo della carta, un settore che sta dimostrando di essere in grado di ridurre il proprio impatto energetico".

 

 

La fabbrica di Roccavione è un esempio di azione ecologica ante litteram perché da oltre un secolo basa la propria produzione su una materia prima senza impatto di prelievo ed è orientata alla riduzione del consumo specifico di risorse. La sua storia di resilienza e rinascita le è valso nel 2019 il premio Luisa Minazzi “Ambientalista dell’anno” promosso da Legambiente e dalla rivista La Nuova Ecologia.

 

[Foto Legambiente]

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