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Ambiente

La nazionale di sci norvegese "cambia rotta": insieme all'azienda Kpmg per valutare l'impatto ambientale dello sci agonistico e proporre azioni concrete alla Fis

La nazionale di sci alpino norvegese insieme all'azienda Kpmg ha realizzato un sostanzioso lavoro di analisi e mappatura degli impatti e le emissioni dello sci alpino agonistico, proponendo una serie concreta e molto dettagliata di azioni da intraprendere per un futuro più sostenibile di questo sport

di
Sofia Farina
01 aprile | 13:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Ci chiediamo spesso quale sia il futuro dello sci alpino, tra gli impatti del cambiamento climatico su di esso e, viceversa, il ruolo delle emissioni dovute alle Coppe del Mondo di sci e il loro contributo al surriscaldamento globale. Nel corso degli anni, il mondo dello sci agonistico ha fatto sentire la propria voce, prendendo atto del problema e proponendo delle azioni, come hanno fatto i più di cento atleti professionisti che hanno firmato e rilanciato la petizione di Protect Our Winters alla Fis (Federazione Internazionale Sci e Snowboard).

 

La nazionale di sci alpino norvegese insieme all'azienda Kpmg ha deciso di portare questo ragionamento a un livello successivo realizzando un sostanzioso lavoro di analisi e mappatura degli impatti e le emissioni dello sci alpino agonistico, proponendo una serie concreta e molto dettagliata di azioni da intraprendere per un futuro più sostenibile di questo sport. “Questo rapporto rappresenta un'iniziativa di collaborazione tra la squadra nazionale norvegese di sci alpino e Kpmg per analizzare e minimizzare l'impatto ambientale delle squadre di sci, motivata dalle preoccupazioni per il cambiamento climatico e la sostenibilità dello sci alpino” così descrivono il progetto sul sito di "Change the course".

 

Lo sci alpino è un elemento fondamentale della cultura norvegese: è fonte di gioia ed esercizio fisico per moltissime persone, dagli sciatori professionisti d'élite a quelli amatoriali. Il rapporto nasce proprio da una esigenza degli sciatori professionisti e parte dal riconoscimento del fatto che le squadre norvegesi di sci alpino maschile e femminile viaggiano molto per gli allenamenti e le competizioni, emettendo molti gas a effetto serra e contribuendo in modo significativo al riscaldamento globale. 

 

In effetti, lo sci come sport è paradossalmente sia dipendente dalla neve, sia responsabile di grandi quantità di emissioni di gas serra che causano il cambiamento climatico e sono la ragione per cui c'è sempre meno neve disponibile.

 

Molti atleti vivono con difficoltà questa realizzazione e la squadra nel suo complesso ha scelto di agire in modo concreto per “fare meglio” e cercare di ridurre il proprio contributo al riscaldamento globale. Anche guardando al problema da un punto di vista meno connesso alla responsabilità individuale e più egoistico, secondo uno studio pubblicato su Nature nell'agosto del 2023, il 53% delle 2.234 stazioni sciistiche studiate in 28 Paesi europei sarà a rischio molto elevato per quanto riguarda la disponibilità di neve in uno scenario di riscaldamento globale di 2°C (al quale siamo sempre più vicini) e quindi anche solo per garantire che lo sci alpino e i suoi benefici possano continuare in futuro, è essenziale che questo tipo di sfide vengano affrontate di petto.

 

Realizzando un'analisi completa e approfondimenti strategici, la squadra norvegese insieme a Kpmg intende evidenziare i passi significativi che possono essere compiuti per ridurre le emissioni nell'ambito della nostra influenza diretta, identificando i cambiamenti strutturali necessari per un futuro più sostenibile dello sci alpino.  Dallo studio emerge che, sebbene le squadre norvegesi possano adottare autonomamente alcune misure per ridurre la propria impronta climatica, le riduzioni potenziali più importanti dipendono da modifiche strutturali al calendario della Coppa del Mondo e al modo in cui opera la Fis.

 

Nel rapporto, pubblicamente consultabile qui, vengono presentati i risultati dell’indagine e le raccomandazioni proposte, “con la speranza di stimolare un dialogo più ampio e un'azione all'interno della comunità sciistica e non solo”. 

 

L’appello che ne deriva, mirato a tutte le parti interessate - dagli atleti alle squadre, dagli organi di governo ai tifosi - è quello di unire le forze per salvaguardare l'ambiente e garantire che lo sci alpino possa continuare a sopravvivere anche in un mondo in rapida evoluzione come quello che stiamo vivendo.

 

Le principali misure proposte sono tre: una revisione del calendario della Coppa del Mondo, degli aggiustamenti operativi da parte della FIS e il contributo degli atleti.
 

Nello specifico, per ridurre le emissioni dovute ai viaggi, si richiede un nuovo calendario che inizi la stagione in Nord America, in modo da allinearsi con gli allenamenti pre-stagionali e ridurre al minimo i viaggi transatlantici, e poi raggruppari geograficamente le gare per ridurre la necessità di viaggi aerei e incoraggiare l'uso di opzioni di trasporto più sostenibili.

 

Le raccomandazioni includono il ritardo dell'inizio della stagione, la definizione di un calendario di gare in blocchi di quattro anni per una maggiore prevedibilità e l'implementazione di un processo di selezione trasparente per gli organizzatori di eventi, con particolare attenzione alle considerazioni ambientali.

 

Il rapporto suggerisce che, con il sostegno della Fis nella ristrutturazione del calendario della Coppa del Mondo, le squadre nazionali potrebbero adottare misure quali il ripensamento dei luoghi di allenamento pre-stagionale, la limitazione degli spostamenti non necessari e la priorità a opzioni di trasporto a basse emissioni.

 

Inoltre, il rapporto riconosce la necessità di una valutazione più ampia delle emissioni, comprese quelle derivanti dalle attrezzature e dall'organizzazione dell'evento, e chiede un monitoraggio e una rendicontazione continui per informare i futuri sforzi di sostenibilità.

 

La collaborazione tra la squadra nazionale norvegese di sci alpino e Kpmg ha gettato le basi per un cambiamento significativo verso la sostenibilità nello sci alpino. Adottando le misure proposte, la Fis e le squadre nazionali possono dare l'esempio nell'affrontare il cambiamento climatico, garantendo la resilienza e la sostenibilità dello sport per le generazioni future.

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