"Il tempo è scaduto" per i ghiacciai austriaci: secondo il Club Alpino spariranno del tutto entro 45 anni
L'ultimo rapporto pubblicto dal Club Alpino Austriaco sullo stato dei ghiacciai del paese mostra una situazione drammatica, con un record di arretramento di più di 200 metri in due anni del ghiacciaio più esteso dell'Austria, il Pasterze. Secondo gli esperti, entro 45 anni tutti i ghiacciai saranno scomparsi
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
"I ghiacciai austriaci scompariranno tra alcuni decenni. Potrebbero esserci dei resti in luoghi in ombra, forse sul ghiacciaio del Glockner a nord-est, o in alcune zone della valle Oetztal. Ma di fatto, tra 40-45 anni tutta l'Austria sarà praticamente priva di ghiacci" ha dichiarato il responsabile del servizio di misurazione dei ghiacciai Andreas Kellerer-Pirklbauer durante una conferenza stampa a Salisburgo.
I ghiacciai austriaci scompariranno del tutto entro 45 anni: con questa notizia il Club Alpino Austriaco (OeAV) ha aperto la presentazione dell’ultimo rapporto sulla misurazione dei ghiacciai, redatto periodicamente dall’organizzazione.
Il documento descrive con dati chiari e preoccupanti il rapido ritiro subito dai 93 ghiacciai sul territorio austriaco negli ultimi due anni. Il ritiro maggiore tra quelli misurati è stato quello del ghiacciaio Pasterze, il più grande dell'Austria, situato nel gruppo montuoso del Glockner, nella provincia meridionale della Carinzia, che si è ridotto di ben 203.5 metri, un vero e proprio record. Al secondo posto della classifica dei più malconci troviamo il ghiacciaio Rettenbachferner, in Tirolo, che è arretrato di 127 metri di ghiaccio, seguito dal ghiacciaio Sexegertenferner, anch’esso in Tirolo, che ha perso più di 93 metri.
Come emerge dal rapporto annuale, dei 79 ghiacciai misurati sia l'anno scorso che l'anno precedente si sono ridotti in media di 23.9 metri rispetto all'anno precedente: questa è la terza maggior entità di ritiro dei 133 anni di misurazioni del Club e anche degli ultimi sette anni.
"Il tempo è scaduto" per i ghiacciai austriaci, ha dichiarato Gerhard Lieb, co-leader del servizio di misurazione dei ghiacciai del Club Alpino Austriaco, spiegando che il processo di arretramento dei ghiacciai austriaci nei prossimi decenni non può più essere fermato “perché questi sistemi sono troppo lenti".
Infatti, il processo di formazione di riserve di neve alle estremità superiori dei ghiacciai, in modo che possano stabilizzarsi, richiede decenni: “Solo se la neve e il ghiaccio ricominciassero a formarsi ora, i ghiacciai potrebbero almeno mantenere le loro dimensioni attuali” ha spiegato Lieb.
Lieb, in rappresentanza degli esperti che lavorano presso l’Istituto di Geografia dell'Università di Graz, hanno affermato che la sopravvivenza dei ghiacciai austriaci è dovuta interamente alle riserve di ghiaccio del passato.
I dati drammatici vengono usati come punto di partenza per un’accorata richiesta di maggior protezione degli ambienti glaciali “senza eccezioni" da parte del Club Alpino Austriaco. In particolare, lo sfruttamento e l’azione antropica su aree glaciali precedentemente incontaminate è secondo l'Associazione è tutt'altro che appropriato in tempi di crisi climatica. "È urgente un ripensamento da parte dei politici è urgentemente necessario! Dobbiamo passare subito a un turismo rispettoso della natura” ha sottolineato Nicole Slupetzky, vicepresidente del Club e figlia del noto geografo e glaciologo Heinz Slupetzky, strettamente legata ai ghiacciai fin dall'infanzia.
La richiesta di protezione dei ghiacciai senza eccezioni, che comprende non solo le superfici glaciali ma anche le zone alla loro base, le aree liberate dall’arretramento e le morene, è più urgente che mai, secondo l'Associazione: "Per noi, l'azione su nuovi ghiacciai e l’apertura di nuove frontiere glaciali significa chiaramente superare una linea rossa". Per esempio, attualmente sono in corso piani di espansione per il comprensorio sciistico del "Ghiacciaio del Pitztal", che andranno a impattare dei ghiacciai che precedentemente non erano ancora stati sfruttati per lo sci. Ben tre ghiacciai, l'Hangenden Ferner, il Karlesferner e il Mittelbergferner, potrebbero essere sviluppati in ottica di accogliere infrastrutture per lo sci alpino. "Questi progetti su larga scala non sono più appropriati in tempi di crisi climatica; le alte montagne sensibili non devono diventare un cantiere permanente" hanno dichiarato i rappresentanti del Club Alpino Austriaco. “Abbiamo ancora la possibilità di impedire nuovi sviluppi distruttivi - continua il comunicato -. Abbiamo bisogno di un ripensamento verso un turismo rispettoso della natura, invece di un ulteriore sfruttamento eccessivo della natura".
La situazione dei giganti di ghiaccio austriaci, chiaramente, è indice di una tendenza che caratterizza l’intero arco alpino. Infatti pochi mesi fa, dalla vicina Svizzera sono arrivate notizie molto simili quando gli esperti hanno dichiarato che il Paese ha visto scomparire il 4% del volume totale dei suoi ghiacciai nel 2023, il secondo maggior calo in un solo anno, oltre a quello del 6% nel 2022.