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Ambiente

“Bastasse un logo per far nevicare”. La nuova promozione del Nevegal ripropone un modello datato e sostanzialmente privo di originalità

La scritta “Dolomiti Ski Line”, inglobata nel logo, riflette l’onnipresenza delle Dolomiti nella promozione turistica dei territori del nord-est, pure quando si limitano a essere una sagoma all’orizzonte, come nel caso dell’alpe del Nevegal

di
Pietro Lacasella
19 luglio | 19:51
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Se un logo, per definizione, è una rappresentazione grafica che contiene in sé gli elementi caratterizzanti di un prodotto, di una realtà aziendale o, più in generale, di un’idea di società, allora il nuovo logo finalizzato a promuovere l’area sciistica dell’alpe del Nevegal, non identifica una “visione rinnovata” (come vorrebbero lasciare intendere i promotori), ma ripropone un modello datato e sostanzialmente privo di originalità. D’altronde a pubblicarlo in anteprima è stata la pagina Facebook della precedente società che già dal nome – Nevegal2021 – sembrava inchiodata al passato.

 

Ironia a parte, quando si parla di sci è sempre necessario evidenziare il ruolo sociale che questa formula sportiva di attrazione turistica ha rivestito – e che tutt’ora riveste – per molti territori montani, garantendo benefici e sicurezze economiche, e arginando in parte quella fiumana di genti che dalle valli è straripata in pianura nel corso del Ventesimo secolo.

 

Un’attrazione che tuttavia non presenta elementi di novità nella sostanza, che non offre nessuna “visione rinnovata”. Al contrario continua a ripresentarsi inalterata, se non nell’innovazione tecnologica, finalizzata anche e soprattutto per provare a far fronte ai problemi provocati da un clima che, di anno in anno, sta progressivamente alzando la quota-neve e accorciando gli inverni. 

Ma l’assenza di novità nella comunicazione emerge anche dalla scritta “Dolomiti Ski Line” inglobata nel logo, su cui si riflette l’onnipresenza delle Dolomiti nella promozione turistica dei territori del nord-est, pure quando si limitano a essere una sagoma all’orizzonte, come nel caso dell’alpe del Nevegal. 

Probabilmente sarà una coincidenza ma, a tal proposito, il nuovo logo ricorda sia nelle linee, che nei colori, le vecchie grafiche di Dolomiti Superski.

 

Il nome “Nevegal” compare invece piccolo in fondo alla grafica, come un sussurro necessario di cui forse ci si vergogna un po’, perché evoca l’identità extra-dolomitica del Colle. 

 

Un’identità di cui invece bisognerebbe andare orgogliosi, perché custodisce degli elementi peculiari capaci di rendere attraente il territorio agli occhi del turista. Perché il turista, si sa, spesso parte spinto proprio dal desiderio di vivere esperienze originali, uniche, che di sicuro non saremo in grado di offrigli chiamando Dolomiti qualsiasi montagna del nord-est, anche un rilievo prealpino dai tratti dolci com’è, appunto, il Nevegal.

 

“Bastasse un logo per far nevicare”, ha commentato con sarcasmo un utente Facebook, offrendoci una sintesi efficace che vale più di mille riflessioni.

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