Valdastico, manca l'assessora veneta e salta l'incontro con Trentino e comuni del Pasubio: ''L'ultima volta ci hanno mostrato qualche freccia, ma nessun progetto''
Il nuovo corso provinciale sembra quello di presentare i progetti al Mit e poi verificare la fattibilità, analizzare impatti e criticità. Plazzer: "I territori restano contrari per gli impatti devastanti di questo tracciato"
TRENTO. E' saltato l'incontro tra i cinque comuni del Pasubio, Veneto e Trentino previsto per ieri, lunedì 15 aprile, in piazza Dante. Un improvviso impegno dell'assessora veneta Elisa de Berti a Venezia e vertice rimandato a data da destinarsi. Si sarebbe dovuto parlare del tracciato, una variante del T5 che adesso dovrebbe transitare sotto passo Coe per puntare tra Serravalle e Rovereto Sud.
Niente trasferta a Trento per i sindaci di Posina, Valli del Pasubio, ma anche per i colleghi di Vallarsa, Terragnolo e Trambileno. Un appuntamento che doveva essere allargato pure a Arsiero e Laghi. "Abbiamo preferito rimandare - dice Massimo Plazzer, sindaco di Vallarsa - le ipotesi ci sono già state presentate. Ci sono state mostrate un paio di frecce sulla cartina, ma sicuramente non c'è stato alcun semaforo verde da parte nostra. Non abbiamo condiviso nulla, anche perché un progetto da analizzare sembra ancora non esserci".
Viene messa in dubbio la metodologia. Non ci sono, almeno non ancora, studi e analisi. Sul tavolo ci sarebbero due punti fermi, cioè il Veneto tira l'asfalto fino a Pedemonte e il Trentino faccia ciò che vuole fino a Rovereto Sud, e l'ipotesi di passare l’altopiano dei Fiorentini e monte Maggio, quindi scavare undici chilometri sotto passo Coe. Da lì attraversare la valle di Terragnolo, bucare la montagna a Trambileno e giù verso Serravalle per poi collegarsi all'A22.
"I tecnici - continua il primo cittadino - avrebbero risolto il problema della sorgente Spino, ma sembra difficile che le sorgenti possano aumentare se si scava a Trambileno. I territori restano contrari per gli impatti devastanti di questo tracciato. La Provincia dice che l'unico accordo è quello raggiunto dalla giunta Rossi, mentre una soluzione di questo tipo non viene affrontata dal 1993 e che intendono intanto presentare un progetto al ministero per poi risolvere un problema per volta".
Insomma, il nuovo corso provinciale sembra quello di presentare i progetti al Mit e poi verificare la fattibilità, analizzare impatti e criticità. "Un'ipotesi di variante T5 di questo tipo non ci sembra evidentemente sostenibile - conclude Plazzer - ma resta difficile entrare nel merito in quanto non c'è un progetto da valutare. Possiamo condividere perplessità e dubbi, però in questo momento abbiamo solo visto l'areale, un paio di frecce e qualche linea. Nulla che abbiamo condiviso".
Resta alta la tensione sul completamento della Valdastico dopo la clamorosa sentenza del Consiglio di Stato (Qui articolo) e il relativo tavolo tecnico a Roma a portare indietro le lancette del progetto prossime all'anno zero (Qui articolo), senza dimenticare che le danze sarebbero in mano quasi esclusivamente al Veneto (Qui articolo). Un'opera ritenuta inutile rispetto agli obiettivi principale del tratto finale dell'A31.