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Ritiri in Trentino, per la Provincia non serve monitorare la ricaduta

La mozione presentata dal Movimento 5 Stelle per stabilire criteri puntuali e oggettivi è naufragata in Consiglio provinciale. Rossi: "Finanziamenti affidati a Trentino Marketing, azienda invidiata in tutto il mondo" 

Di Luca Andreazza - 16 dicembre 2016 - 13:16

TRENTO. Il Trentino non si doterà di un disciplinare per definire con criteri di uniformità la qualità, il monitoraggio e il report dei risultati riguardanti i ritiri di calcio. Almeno non per ora. La mozione presentata infatti dal pentastellato Filippo Degasperi è naufragata sotto i colpi della maggioranza nel Consiglio provinciale di giovedì 1 dicembre.

 

In ottobre, nella bagarre causata dalle note battute "Io non gli farei fare nemmeno l'usciere" e "il Trentino ormai ha il braccino corto" nel copione scritto da De Laurentiis con destinatario l'assessore Dallapiccola, la politica si infiammò, s'interrogò, ma soprattutto interrogò: tante infatti le lettere, le repliche e le interrogazioni in Consiglio rivolte al presidente Rossi e all'assessore Dallapiccola.

 

Filippo Degasperi del Movimento 5 Stelle qualche tempo fa interrogava appunto l'assessore Dallapiccola partendo dal caso del ritiro del Pisa. La società toscana, in odore di fallimento durante l'estate, si chiedeva se Trentino Marketing fosse intervenuta finanziariamente per l'operazione, se veniva controllato lo stato patrimoniale delle società ospitate e la qualità delle stesse in prospettiva di indotto. In realtà quello del Pisa non è l'unico caso. Anche il Mantova è venuto in Trentino e oggi si trova in acque agitate, così come il Bari, che proprio questa estate era coinvolto in tre atti giudiziari fra Bari, Roma e Milanocome riporta il quotidiano Repubblica del 22 giugno 2016.

 

Una mozione, senza polemica, per chiedere di stabilire un piano operativo e una linea guida generale, ma soprattutto per fornire chiarezza sugli investimenti pubblici e sui risultati.

 

"Questa necessità - spiega Degasperi - nasce per dotare il Trentino di un disciplinare sistematico per individuare modalità e criteri oggettivi e uniformi per tutti. Al momento infatti non si dispongono di analisi puntuali di costi e benefici dei ritiri di calcio e non esistono strumenti di valutazione complessiva". "Mi stupisco - risponde il presidente Rossi - che una richiesta di aggiungere burocrazia alla burocrazia provenga proprio dal Movimento 5 Stelle, i paladini della semplicità e della filiera corta".

 

"Non si tratta di burocrazia - ribatte il pentastellato - ma questa esigenza nasce per quantificare l'importo da destinare ai singoli ritiri e di predisporre un disciplinare per garantire maggiore trasparenza: le cifre sono nascoste e difficilmente comprensibili in quanto comporre il puzzle è complicato, se non impossibile. Nel caso del Pisa, l'assessore Dallapiccola ha comunicato che Trentino Marketing non ha finanziato il ritiro, però la società toscana esponeva durante allenamenti e partite il marchio e lo striscione del Trentino".

 

"Probabilmente - prosegue Degasperi - la Provincia non è intervenuta direttamente, ma poi si scopre che il finanziamento è firmato da Comune, Bim e Consorzio Pro Loco. Lo stanziamento delle risorse avviene in base all'accordo di partnership tramite impegni e obblighi reciproci, ma poi non vengono effettuate verifiche e monitoraggi. Si chiede quindi un piano operativo per verificare in modo uniforme l'efficacia e predisporre una relazione finale con esiti, ricadute, indotto e promozione".

 

"E' un problema di natura gestionale. Ho trovato solo un documento - conclude Degasperi - redatto nel 2009, ma pubblicato nel 2010: ci si confronta solo con ipotesi e si ragiona in termini di stime. Evidentemente, a suo tempo, qualcuno ha sentito l'esigenza di verificare la reale portata dei ritiri di calcio, ma il lavoro è incompleto e ormai risale a 7 anni fa. I numeri e gli enti coinvolti sono tanti e ci vorrebbe maggior chiarezza sull'utilizzo delle risorse pubbliche, anche per rispetto dei cittadini".

 

"Ci sono diverse motivazioni per essere contrari a questa mozione - controbatte il governatore -. Non si tratta di risorse che vengono destinate in termini di contributo a società sportive, ma stanziamenti che rientrano in una logica puramente commerciale, termine di valore, del quale non dovremmo vergognarci. Queste risorse sono a bilancio all'interno di un piano assunto da Trentino Marketing, una società che ci viene invidiata in tutto il mondo. Questi finanziamenti sono destinati alla promozione del marchio Trentino e delle sue specificità e particolarità: le risorse hanno una graduazione diversa a seconda della valenza territoriale e al grado di attrattività e possibilità di ospitare determinati testimonial. Questa proposta è finalizzata a far emergere una supposta opacità nell'utilizzo di determinate risorse, che però non esiste e quindi siamo contrari alla richiesta".

 

Alle rassicurazioni dell'assessore Dallapiccola, il quale affermava che Trentino Marketing ha stretto accordi riservati con le singole società e che “I 27 ritiri costano, 'tutto compreso', 742 mila euro”.  la nostra inchiesta sottolineava, rifacendosi ai numeri sciorinati dalla Provincia (), la bontà dell'organizzazione dei ritiri calcistici, ma allo stesso tempo un quadro di investimenti assai sfaccettato: un labirinto di numeri, vicoli ciechi e istituzioni che lanciano la moneta e nascondono la mano. I 742 mila euro è la cifra che probabilmente si riferisce all'investimento diretto di Trentino Marketing, in quanto il balletto delle cifre sembra dire che i top club come Juventus e Inter arrivano a costare alle casse pubbliche almeno 1 milione di euro, squadre di medie dimensioni tra i 300 e i 500 mila euro, mentre per società più piccole possono bastare anche meno di 50 mila euro. I grandi nomi richiedono, spesso, l'intervento anche dei Comuni limitrofi a quelli che ospitano i club, senza escludere i Bim e le Comunità di Valle, a riguardo a queste ultime è intervenuta recentemente anche l'Anticorruzione in fatto di mancanza di trasparenza.

 

"Il turismo è una fetta importante del Pil provinciale - commenta Degasperi - ma, per stessa ammissione del Presidente e come è noto, i bilanci dell'amministrazione è più stretto. Per questo ribadisco l'esigenza di un monitoraggio puntuale per ottimizzare le risorse come accade per le aziende private che verificano investimenti e ritorni".

 

La mozione però è stata sonoramente respinta.

 

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