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Dopo Zaia c'è solo Zaia: raccolta firme della Lega Veneta per 'salvare' il Doge. ''Il Veneto è dei veneti, le sorti della Serenissima non possono essere decise nei palazzi romani''

Il limite del terzo mandato sta creando forti fibrillazioni in Veneto dove Fratelli d'Italia scalpita e la Lega, tra treni in ritardo, promesse sul Ponte sullo stretto di Messina, e selfie mangerecci, cala sempre di più nei consensi. Il sistema di potere costruito in questi 15 anni rischia di essere rimesso in gioco e allora c'è chi alza le barricate: ''Lo straordinario lavoro svolto in questi anni dal Presidente Luca Zaia non può essere interrotto per un capriccio di Roma''

Di L.P. - 23 gennaio 2025 - 12:04

VENEZIA. Dopo Zaia c'è solo Zaia (come in Trentino dopo Fugatti c'è solo Fugatti). In Veneto il limite dei tre mandati sta letteralmente mettendo in crisi il sistema politico con il Doge che verrà automaticamente escluso dalla corsa alla presidenza e gli equilibri di potere che, giocoforza, sembrano destinati a cambiare. Fratelli d'Italia è sempre più forte e radicata, la Lega di Salvini agonizza tra treni che arrivano in ritardo, sparate sullo stretto di Messina e foto mangerecce caricate da un Capitano sempre meno al comando, sui social. E così mentre c'è chi spera sia a destra che a sinistra nel cambiamento, in Veneto c'è chi vuol congelare l'esistente e spera che Zaia possa restare in sella e lanciarsi nel terzo mandato (che in realtà ha pure già fatto essendo presidente dal 2010, costituendo una specie di satrapia, 15 anni dei governo ai quali vanno aggiunti anche 3 anni, dal 2005 al 2008, da vicepresidente di Galan).

 

 “Lo straordinario lavoro svolto in questi anni dal Presidente Luca Zaia non può essere interrotto per un capriccio di Roma - dichiara il presidente dell’intergruppo della Lega – Liga Veneta, Alberto Villanova -. Tanto più se pensiamo che la più attesa ed importante riforma avanzata dai Veneti, l’Autonomia, è stata difesa davanti alla Corte costituzionale solo dal nostro presidente. E soltanto la Lega ha dimostrato negli anni di voler difendere veramente gli interessi del nostro popolo, l’unico legittimato a scrivere il futuro di questa terra. Dialoghiamo con tutti, ma non possiamo accettare che le sorti della Serenissima possano essere decise nei palazzi romani. Bene, quindi, ha fatto il segretario Alberto Stefani ad organizzare una raccolta firme, per i prossimi weekend, per chiedere il sostegno dei cittadini alla nostra proposta: continuare con il buon governo alla guida della Regione Veneto. Non intendiamo cedere un solo metro di quanto ci siamo guadagnati in tanti anni: il Veneto è dei Veneti”.

 

Una visione di una miopia sconcertante ma che certamente mira a preservare equilibri di potere e assetti politici consolidati prima che garantire il ''buon governo della Regione Veneto'' che senza dubbio potrebbe essere assicurato anche da altre figure e movimenti. Il ricambio in democrazia è fondamentale. Il fatto che non si riescano a costruire 'successori' è la dimostrazione plastica che chi governa non vuole 'eredi': una stagnazione che può rompersi solo 'forzando' il cambiamento. Altrimenti tra 5 anni toccherà ridire che ''dopo Zaia c'è solo Zaia''. 

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