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"Fratelli d'Italia ha qualche problema di compatibilità con il territorio e subisce le scelte da Roma", Claudio Cia: "Partito dei distinguo che punta alla monocrazia"

Dopo aver portato Fratelli d'Italia nelle istituzioni, la crisi e la rottura, oggi è nel gruppo misto e osserva la querelle sul candidato sindaco a Trento. Claudio Cia: "E' il partito del distinguo". E sul terzo mandato: "L'ha fatto anche Dellai"

Di Luca Andreazza - 21 January 2025 - 08:07

TRENTO. Dagli incontri con Giorgia Meloni e "il sei una bella persona, le persone le riconosco dagli occhi" all'ingresso di Fratelli d'Italia a palazzo, dal brevissimo assessorato all'espulsione. Oggi l'impegno prosegue nel gruppo Misto e Claudio Cia osserva la querelle del centrodestra legata alla lunga, lunghissima, ricerca di un candidato sindaco.

 

"In quel momento non condividevo l'ingerenza del partito sulle scelte che spettavano al Trentino e in quel caso a Fugatti", dice Cia. "C'è stata una romanizzazione delle prerogative del territorio e dell'autonomia decisionale". Dal 17 novembre al 13 dicembre 2023 è stato l'assessore provinciale alle politiche per la casa, disabilità, mobilità e trasporti. Probabilmente è stato l’assessorato più breve della storia trentina a causa dell'intervento dell'allora commissario di Fratelli d'Italia, Alessandro Urzì, nell'ambito delle trattative per una diversa composizione della Giunta. Da lì l'autosospensione che si è poi trasformata in espulsione dal partito. "Da allora, però, non mi sono mai pentito. Certo, la nomina, con deleghe su temi a me molto cari, è stata un orgoglio ma ritengo che la dignità valga più dell'ambizione e dei traguardi personali".

 

Nella scorsa legislatura ha portato Fratelli d'Italia nelle istituzioni e ha contestualmente rinunciato all'assessorato regionale. "Ho rinunciato al simbolo di Agire e mi sono fidato", aggiunge Cia. "Oggi son tutti alleati a braccetto, ma l'Svp all'epoca non poteva vedere Fratelli d'Italia e così ho compiuto un passo indietro senza chiedere nulla in cambio, senza chiedere compensazioni. Poi si è costituito un gruppo consiliare: non ho cercato nessuno ma sono stati i vari esponenti a sposare la causa di FdI".

 

Le elezioni con un buon risultato personale e di partito nella vittoria del centrodestra. L'aria di scontro tra Lega e Fratelli d'Italia è diventata tempesta nell'affaire vice presidenza. L'ex esponente meloniano ha parlato di clima esacerbante e tossico con la dirigenza locale, soprattutto per aver contestato le interferenze provenienti da Roma nei processi decisionali trentini. Pur restando in maggioranza e nel solco del centrodestra, Cia si muove nel Gruppo misto.

 

"Non mi sento frustrato e continua a lavorare per portare un contributo", prosegue Cia. "Mantengo il mio atteggiamento propositivo, ispettivo e critico, se necessario. Non ho il potere dei numeri e magari si fa più fatica a trovare una convergenza ma talvolta si possono portare avanti iniziative più interessanti rispetto a dover assecondare obiettivi di partito o di interesse personale senza una reale valutazione di merito sulla proposta".

 

Nel 2015 è stato candidato sindaco a Trento. "Mi accusano di essere solitario e non aggregativo ma avevo riunito tutta la coalizione. Erano altri tempi e sono stato il miglior perdente dal '95 a oggi. Nonostante Merler avesse alle spalle la Lega forte e FdI in crescita ha ottenuto una percentuale inferiore e il centrodestra non si è presentato unito. Le figure di Mauro Giacca o di Mirko Bisesti sarebbero potute essere forti e autorevoli. Persone con personalità, capacità e carattere. Ma sono stati messi in discussione ancora prima di avviare un percorso. L'ex assessore leghista è più abituato alla politica ma un imprenditore come il presidente del Trento calcio può accettare una sfida, però da protagonista e non se avverte degli atteggiamenti poco rassicuranti tra le varie anime di una coalizione".

 

Le alleanze in Provincia sembrano reggere ma nelle amministrative emerge qualche difficoltà. A Rovereto la coalizione si è disunita, il dibattito è aperto a Riva del Garda. A Trento c'è stata qualche frizione di troppo, soprattutto sul fronte Fratelli d'Italia.

 

"E' un partito con qualche problema di compatibilità con il territorio. C'è poi sempre un distinguo. Ci sono esponenti, Fugatti in primis, e forze politiche che cercano di costruire e altre che sembrano lavorare per creare ostacoli e difficoltà. Una tela di Penelope costante. Invece di far crescere il centrodestra, c'è l'impressione che si cerchi di sgambettare la coalizione". 

 

A fronte di mozioni e proposte approvate, l'ultimo ddl (con voto segreto) sull'introduzione, dalla prossima legislatura, del consigliere delegato è stato affossato. A mancare 4 voti, riconducibili a Fratelli d'Italia. E nel corso della votazione si è parlato molto di terzo mandato.

 

"Ricordo che Lorenzo Dellai ha governato per tre mandati e la questione sembra più strumentale che altro. C'è un'Opa ai danni della Lega. Il partito di Giorgia Meloni cerca di sottrarre dei punti di forza quali Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino per mettere una bandierina. Si cerca una coalizione monocratica. Si dovrebbe invece lasciare ai cittadini la possibilità di votare la fiducia a un presidente, invece si infilano pali e paletti per tornaconto, poi ci si stupisce delle basse affluenze alle elezioni".

 

Il 2028 è ancora lontano ma qual è l'intenzione sul futuro? "Tanti mi chiedono di rilanciare Agire e questo mi fa piacere. Ci sono diverse civiche e partiti che mi cercano. Ma adesso va bene così. L'esperienza con Fratelli d'Italia è stata traumatica e sono rimasto scottato: mi disintossico ancora un po'. Non devo far politica per forza perché ho un lavoro, che mi piace. Si vedrà, opererò una scelta se voglio rimettermi in gioco. Mi piace l'idea di costruire qualcosa: l'ho fatto con Agire prima e con FdI poi. Le sfide non mi spaventano", conclude Cia.

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