Scuola, il sistema di valutazione scolastico in Trentino arriva a Roma. Il Movimento 5 stelle interroga il ministro: "Divergenza con il nazionale che solleva dubbi"
Il deputato Enrico Cappelletti (Movimento 5 stelle) ha presentato un'interrogazione al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, sul mancato ripristino degli esami a settembre in Trentino. L'ex consigliere provinciale Alex Marini: "La questione riguarda anche la qualità dell’istruzione e il valore legale dei titoli di studio"
ROMA. La questione del sistema di valutazione scolastico in Trentino torna al centro del dibattito nazionale, il deputato Enrico Cappelletti (Movimento 5 stelle) ha infatti presentato un'interrogazione al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, sul mancato ripristino degli esami a settembre.
La Provincia è orientata a trovare un'altra via per affrontare la questione, che si trascina da anni. Una materia oggetto di un duro botta e risposta tra maggioranza e opposizione in piazza Dante con la vice presidente e assessora Francesca Gerosa e i vertici del Consiglio servizi educativi provinciali che hanno bocciato Francesca Parolari e la sua interrogazione (Qui articolo).
Intanto la questione arriva anche a Roma. A interessare il ministero competente sono i pentastellati. "Il tema, dibattuto da anni nella comunità trentina - spiega Alex Marini, ex consigliere provinciale del Movimento 5 stelle - richiede oggi un’analisi approfondita delle scelte operate dalla Provincia, quando il Trentino decise, unico caso in Italia, di non ripristinare gli esami di riparazione a settembre".
Due norme consentono, infatti, la promozione alla classe successiva anche a fronte di una o più insufficienze, compensate da voti alti in condotta, educazione fisica e altre materie. Ci si basa sul criterio della “valutazione complessivamente sufficiente” introdotto dalla legge provinciale sulla scuola n. 5 del 2006 e dal successivo Regolamento del 2010.
"Questo approccio - aggiunge Marini - si discosta significativamente dal modello nazionale, dove l’ammissione all’anno successivo e agli esami richiede la sufficienza in tutte le materie". Come evidenziato nell’interrogazione parlamentare, "questa divergenza solleva interrogativi sulla conformità ai principi stabiliti dal Dpr 405/1988 e sulla garanzia di uniformità dei livelli essenziali delle prestazioni nel sistema scolastico nazionale. La questione non riguarda solo gli aspetti formali dell’autonomia, ma investe direttamente la qualità dell’istruzione e il valore legale dei titoli di studio".
A distanza di quasi vent’anni dall’introduzione di questo sistema valutativo, "è quanto mai opportuno avviare un’analisi comparativa approfondita tra il modello trentino e quello nazionale, considerando l’evoluzione degli standard formativi, gli effetti sulle competenze degli studenti, l’impatto sul proseguimento degli studi universitari e il confronto con i risultati delle prove standardizzate nazionali".
Il dibattito parlamentare che si aprirà con l’interrogazione del portavoce Cappelletti "potrà contribuire a fare chiarezza su questi aspetti, nell’interesse della comunità scolastica trentina e nel rispetto delle prerogative dell’autonomia provinciale", conclude Marini.