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Funivia Trento – Bondone, tutti d'accordo ma il Comune getta acqua sul fuoco

Pedrotti e Fadanelli, presidenti rispettivamente di Sardagna e Bondone, favorevoli all'opera. Italo Gilmozzi: “E' necessario valutare la fattibilità e coinvolgere i privati”

Di Luca Andreazza - 13 ottobre 2016 - 08:11

TRENTO. Il Comune di Trento placa gli entusiasmi sulla funivia Trento – Bondone. Gli albergatori per voce di Natale Rigotti avevano accolto positivamente l'idea del grande impianto rilanciata da Dario Maestranzi. “Il progetto è pronto”, aveva dichiarato a il Dolomiti il consigliere all'indomani dell'investitura per la delega al Bondone. Conferma arrivata anche dall'assessore provinciale Mauro Gilmozzi: “La Provincia c'è, il parere favorevole anche. Serve l'apporto dei privati, ma è il Comune ad avere le carte in mano”.

 

Il territorio sembrava presentare terreno fertile sul tema, i presidenti delle circoscrizioni di Sardagna e Sopramonte sarebbero infatti favorevoli e accolgono positivamente il progetto: “Il grande impianto è l'unico modo per rilanciare anche Sardagna – conferma Alberto Pedrotti – un collegamento così diretto rappresenterebbe un'opportunità per l'economia del paese e un punto di svolta per l'ex hotel Panorama. Un modo inoltre per migliorare la viabilità e il rendimento dell'attuale funivia Trento – Sardagna, che presenta sempre numerosi disservizi, non per ultimo le interruzioni a causa del vento”.

 

Circoscrizione che aveva però sollevato nel recente passato dubbi sul sorvolo di Sardagna: “Infatti vedo solo due problemi legati all'opera: il primo è la cosiddetta 'sorvolabilità' del paese, il secondo invece riguarda i tralicci dell'alta tensione. Temi superabili confrontandosi sul progetto. Ad oggi però non ho mai visto un piano oppure una linea di tracciato per un'opera comunque da rischiare per avere futuro”.

 

Semaforo verde, e non scontato visto le posizioni del passato, anche da parte dell'altro presidente che insiste sul territorio, Domenico Fadanelli della circoscrizione del Bondone: “Fermo restando che bisognerebbe capire i costi e l'impatto ambientale, il grande impianto può riqualificare tutta la montagna di Trento, penso a Vaneze oppure ai parcheggi di Vason. Non solo il Monte Bondone trarrebbe un vantaggio dalla funivia, ma tutti gli attori in causa, in particolare la città, il mercatino di Natale, ma sarebbe soprattutto un volano per la stagione estiva”.

 

Ci pensa però l'assessore del Comune Italo Gilmozzi a gettare acqua sul fuoco e spegnere l'incendio: “E' necessario valutare il quadro di fattibilità nell'ottica di una condivisione generale sul tema. E' vero, la funivia rientra nel progetto 'Nordus” e il consiglio comunale è certamente interessato al grande impianto. In materia anzi ha già deliberato favorevolmente, ma ci sono dei paletti”.

 

Ostacoli che si chiamano bilanci, condivisione e congiuntura economica. “In programma avevamo il rifacimento e l'ammodernamento della funivia Trento – Sardagna – continua Gilmozzi - predisponendo già l'opera in modo tale che ci fosse poi la possibilità di prolungare il tracciato fino in cima. Il primo intervento sarebbe finanziato dal pubblico, mentre, al contrario, il secondo ramo da Sardagna in poi sarebbe a carico dei privati”.

 

Tutto rimandato a data da destinarsi e capitolo nuovamente chiuso sulla querelle “centenaria” (i primi progetti risalgono al 1920 ndr) del collegamento Trento – Monte Bondone: “Nel frattempo l'attuale funivia Trento – Sardagna è infatti andata in proroga – chiosa l'assessore - e sono stati fatti delle revisioni importanti”.

 

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