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Comune, a Maestranzi la delega sul Bondone: "Via libera alla funivia"

Il consigliere sostiene il progetto del grande impianto: "La Provincia è in fase di analisi e progettazione". Dario Maestranzi ha anche la delega sugli agriturismi

Di Luca Andreazza - 08 ottobre 2016 - 08:40

TRENTO. Il grande impianto da Trento al Monte Bondone, le opere per la valorizzazione turistica della montagna cittadina. La regolamentazione dello scialpinismo. Il consigliere Dario Maestranzi, fresco di delega al Bondone, traccia per ilDolomiti una prima valutazione e delinea un'idea programmatica sui principali temi e sul rapporto fra Trento e la sua montagna.

 

“Negli ultimi 5 anni – spiega - mi sono occupato di sviluppo economico della città nel campo del turismo, commercio e pubblici esercizi. Si tratta quindi di un ulteriore sviluppo nel segno della continuità, in linea con le competenze maturate. Rispetto a prima, dove indirizzavo e controllavo, si parla di un ruolo più operativo nel quale posso essere valorizzato”.

 

Una nuova veste che consentirà a Maestranzi di sedere al tavolo del consiglio d'amministrazione dell'Apt del capoluogo: “Gli operatori del Monte Bondone si sentono abbandonati – prosegue – e questa nuova funzione consente di avere un rapporto diretto fra gli imprenditori, l'amministrazione comunale e l'Azienda per il turismo. La politica deve saper fornire delle risposte”.

 

Il rilancio del Monte Bondone è ormai un ritornello. Una “ripresa” sempre annunciata, ma mai portata a termine fino in fondo. Come si può rilanciare definitivamente montagna dei trentini?

“Il Monte Bondone è la montagna di Trento nell'immaginario collettivo, ma di fatto è staccata e lontana dalla città per scelte turistiche e per scelte politiche”.

 

Entriamo subito nel vivo, cosa intende per scelte turistiche e politiche?

“Il grande impianto: una grossa lacuna e un argomento ormai storico. La Provincia e il governatore Ugo Rossi sono in fase di valutazione e progettazione”.

 

Il treno per costruire il grande impianto sembra ormai transitato.

“Nessun dubbio, il grande impianto andava realizzato prima, quando la congiuntura economica era migliore. Ora però è giunto il momento di concretizzare questo sogno e non limitarsi ad annunciare a parole la sua costruzione. E' un'opera necessaria per avvicinare fisicamente Trento al Monte Bondone e avrebbe un risvolto importante dal punto di vista economico, turistico e ambientale per la città e la sua montagna. Senza girarci tanto intorno e senza andare tanto lontano, basta guardare l'Alto Adige oppure Innbsruck, località che sono tradizionalmente un po' più brave di noi. Queste opere state realizzate e funzionano”.

 

Altri temi sul tavolo?

“Un altro quesito a cui rispondere è su cosa vogliamo che il Bondone diventi da grande. Se vogliamo svilupparlo sotto il profilo economico e produttivo, oppure lasciarlo allo stato brado e considerarlo definitivamente una riserva naturale. Credo che ci possa essere un'integrazione equilibrata fra questi aspetti nel pieno rispetto dell'eco-sostenibilità".

 

Un argomento è il downhill.

“Non solo. Porto un po' la mia esperienza in consiglio: avevo proposto l'illuminazione notturna delle piste alle Viote. Progetto bocciato per l'eventuale disturbo alla fauna locale. A mio avviso è necessaria una valutazione approfondita. Nelle altre località l'illuminazione viene fatta e non credo siano meno sensibili di noi rispetto a questa tematica. In conclusione: sembra che poche ore di illuminazione soffusa per permettere alcune serate dedicate agli appassionati dello sci nordico non è bene, mentre al contrario la colata di cemento per l'enorme parcheggio è invece giusto. Gli argomenti da affrontare sono tanti, come il progetto di un piccolo campo da golf, lo scialpinismo oppure, appunto, la possibilità di sviluppare il downhill. Non voglio essere frainteso, prendo seriamente tutte le obiezioni, ma altrettanto le analisi e le proposte per migliorare. Certamente non stiamo parlando della costruzione di mega-resort. Il Bondone non è il Brenta, ma è vitale saper giocare le proprie carte per attirare l'attenzione del turismo”.

 

Lo scialpinismo è un tema, un'attività in ascesa, ma che trova difficoltà nel reperire il proprio spazio.

“Un ultimo pensiero è per lo scialpinismo. Una piccola questione, ma che assume sempre contorni giganteschi. Il progetto è realizzare una striscia riservata agli scialpinisti per raggiungere il Palon. Un'attività tollerata, ma non legittima. Si tratta di un intervento a costo zero per un'attività in forte ascesa, eco-compatibile e di grande valore economico. E' mia intenzione interrogare l'avvocatura del Comune per capire le responsabilità, stabilire dei confini di intervento e risolvere la questione”.

 

Oltre alla delega sul Bondone, ha ricevuto anche l'investitura per gli agriturismi.

“Una delega molto interessante per la promozione dell'agricoltura e del turismo. Trento rappresenta la superficie agricola più ampia del Trentino. Non siamo la Silicon Valley, dobbiamo puntare su noi stessi, le nostre peculiarità, i nostri prodotti e il nostro territorio”. 

 

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